Che se ne parli bene o male, il Baglioni bis arriva al giro di boa in linea con i risultati dello scorso anno: un italiano su due incollato al televisore per seguire la kermesse di Sanremo.
Numeri alla mano sembrerebbe un successo per il dirottatore artistico e i suoi co-piloti. Ma se i momenti migliori arrivano da un redivivo Antonello Venditti che costringe al karaoke non solo il pubblico dell’Ariston ma anche quello a casa, dovrà pur esserci qualcosa che non va. Che in realtà parrebbe esserci, cosi come riporta il Corriere della Sera: “C’è un clima di tensione dietro le quinte di Sanremo 2019 tra i tre conduttori e i vertici Rai”. Un’indiscrezione che circola poche ore prima dall’inizio della terza serata e che spiegherebbe, almeno in parte il freno a mano tirato che Claudio Baglioni, Virginia Raffaele e Claudio Bisio stanno mettendo in scena sul palco dell’Ariston. Alla base della tensione che si sarebbe creata c’è il monologo che Bisio ha recitato martedì sera, curato da Michele Serra, storico autore del comico e decisamente lontano dalle idee politiche dell’attuale governo giallo-verde.
Il retroscena vuole che Serra abbia buttato giù ben quattro pagine senza risparmiarsi. Un monologo che forse, non è piaciuto granché ai vertici Rai, tanto da costringere gli autori a rivederlo al ribasso, compiendo il più classico dei “taglia e cuci”: da quattro a una, recitata peraltro anche male. Una vera e propria trattativa politica che sa tanto di compromesso o meglio di accomodamento come abbiamo raccontato già martedì sera.
Da Viale Mazzini arriva la smentita per mezzo di Teresa De Santis, neo direttrice di Rai 1 che assicura di “non aver mai chiesto di visionare preventivamente i testi”. Di più: la De Santis afferma di “essere stata consultata solo una volta su un passaggio sul quale ho detto la mia opinione, poi la cosa è stata fatta esattamente come me l’avevano proposta gli autori”. Sara vero? Certo è che il dubbio di una longa manus su Baglioni, Bisio e Raffaele persiste. Anche perché i “tre moschettieri” non sembrano far nulla sul palco per dimostrare il contrario. Sempre ingessati e sottotono.
Eccezion fatta per Virginia Raffaele che ci ha messo tre serate per fare quello che sa fare meglio: la gag del grammofono che si inceppa, si spegne per poi riaccendersi è ben riuscita anche all’esecuzione magistrale di “Mamma son tanto felice”. Poi si ripete con una straordinaria Ornella Vanoni che nonostante i suoi 84 anni ha ancora grinta da vendere e torna a Sanremo per vendicarsi della Raffaele: “Porca puttana Virginia, mi hai reso la vita un’inferno. Mi hai fatta passare per maniaca sessuale, rimbambita e pazza”. Un siparietto esilarante in cui le due Ornella si punzecchiano col sorriso sulle labbra e tra le risate del pubblico. Chapeau.
Come quello che inaspettatamente riceve l’insolito duo Tozzi/Raf che fanno letteralmente ballare l’Ariston a suon di successi. E pensare che, almanacco di Sanremo alla mano, nessuno dei due negli ultimi anni ha avuto vita facile con la kermesse: Raf addirittura eliminato tre anni fa; stessa sorte per Umberto Tozzi nel 2005.
Ma a Sanremo tutto può succedere, persino i “miracoli” come quello occorso a Mahmood che abbandona la zona rossa della classifica provvisoria per balzare in vetta con “Soldi”, in compagnia di un Simone Cristicchi commosso per la standing ovation del pubblico, Irama e Ultimo, sempre più favorito. In purgatorio ci finiscono invece, Enrico Nigiotti, commosso anche lui per la dedica speciale al nonno hollywood scomparso, Francesco Renga, Motta e The Zen Circus. Chiudono la classifica provvisoria Patty Pravo e Briga, Boomdabash, Nino D’Angelo/Livio Cori e Anna Tatangelo.
Menzione speciale per Serena Rossi che arriva all’Ariston per omaggiare una grandissima della musica italiana: Mia Martini. Una splendida “Almeno tu nell’universo” e quella richiesta amara e dolorosa che ognuno di noi dovrebbe accogliere: “è arrivato il momento di chiedere scusa a Mimì”.