Il primo contributo dell’anno è dedicato anche per questo 2019 ai nomi di New York che potrebbero fare il salto nel corso dei prossimi dodici messi. La lista di quest’anno raddoppia e include diciannove nomi su cui scommettere rispetto ai tradizionali dieci, tra nuove voci black, promettenti rapper che hanno riportato Brooklyn e Queens al centro della nuova scena “beast” coast e una serie di producer elettronici e dj, con le loro contaminazioni più imprevedibili e affascinanti.
Arriva dal Queens, ha alle spalle formazione classica da violinista, pianista e compositrice e una precoce carriera da sound engineer e vj, prima di dedicare anima e corpo alla techno facendosi notare da dj nelle serate organizzate in varie venue di Brooklyn dallo storico collettivo The Bunker. Ha esordito lo scorso anno con il promettente EP AB Initio, uscito per la label di The Bunker mettendo in mostra una spigolosa techno tra UK ed electro.
Bailey Hoffman è originaria di Kansas City ma si è ormai stabilita a Brooklyn dove condivide con Umfang (che vi abbiamo presentato qui) un posto fisso nel party Technofeminism del Bossa Nova Civic Club. Lo scorso anno ha pubblicato per Incienso, la label newyorchese di Anthony, il suo primo LP, Sanguine Bond, un imperscrutabile raccolta di avvolgenti tracce a cavallo tra techno, dub, IDM e ambient e musica tribale.
L’anno scorso vi parlavamo dell’ascesa della FDM, la risposta newyorchese alla dance hall. Sean Gary aka BSNYEA parte dalla flex, la street dance di Brooklyn di ultima generazione, per inoltrarsi tra i prorompenti ritmi della Bass di Miami e di New Orleans in un micidiale e destabilizzante mix che destruttura e rivisita i nuovi anthem di Nicki Minaj, Drake e Trippie Redd con campioni e basi old school.
Uno dei giovani rapper più innovativi e visionari arriva direttamente da Crown Heights, Brooklyn, ma il suo collettivo ECW (East Coast Warriors) è composto da sedici artisti provenienti da tutti i borough. I suoi scenari sono allucinati e apocalittici, le basi e il flow sempre sperimentale e a tratti dissonante. Chloe Lilac.
Da South Jamaica, un ventiduenne dal viso di adolescente e voce da navigato rapper d’autore con tracce cupe e rarefatte, narrazioni intime molto più affini, per atmosfere e mood, al bedroom pop dei songwriter indie della New York del nuovo secolo, rispetto ai crudi paesaggi della tradizione hip hop del Queens.
Una delle voci che più allinea New York con i trend black internazionali arriva da Brooklyn e fa parlare di sé da quel potentissimo EP di debutto Thirst Trap. La ventiquattrenne DonMonique che in molti definiscono la possibile erede della concittadina Lil’ Kim, è tornata a novembre con l’affilatissima Thaball, primo estratto dall’agognato LP di debutto Black Kate Moss, arrivato a fine anno e di cui ancora non si è parlato abbastanza.
Classe 1995, nata e crescita nel Queens, ha lasciato il segno con Blue Hands, introspettiva perla di nu-soul dove la sua voce matura e calda si eleva tra tappeti elettronici e minimali e groove molto atmosferici ed eleganti. Nel 2018 ha pubblicato il promettente direct to my creator che definisce “surrealist soul music”.
Il ventiduenne di Canarsie, Brooklyn, si è fatto notare per la prima volta nel 2017 grazie al singolo I Do e al remix di Time Goes Down di G Herbo. Ma il successo virale è arrivato grazie alla star del football Odell Beckham Jr che ha pubblicato un video su Instagram dove ballava sulle note di Leave Me Alone, brano uscito nel settembre 2018 e co-prodotto da Khaled. Arrivato al ventiduesimo posto nella chart di Billboard, in poche settimane il brano ha conquistato il disco di platino ed è stato scelto nella soundtrack del videogame NBA 2019, diventando uno dei tormentoni trap dell’anno.
In molti hanno visto brillare il suo talento come corista nell’ultimo tour di Blood Orange, ma Isaiah è un volto molto conosciuto nei party GHE20G0THIK di New York. Nel suo manifesto d’intenti vuole avvicinare l’estetica cristiana e la fede in Dio verso una sensibilità pansessuale, pangender e panrazziale. Ciò che è certo è che il falsetto R&B da improbabile gospel queer di questo talentuoso ballerino/vocalist/coreografo di Brooklyn non può non emozionare e lasciare a bocca aperta.
Icona trans originaria di Oakland, ormai di stanza a New York, a settembre ha pubblicato un EP, SiS, dedicato alla difficile situazione del mondo transgender afroamericano. La sua fama però deriva soprattutto dalla sua carriera di trascinante dj techno/R&B e di carismatica promoter fondatrice di New World Dysorder, un collettivo queer multidisciplinare molto seguito su entrambe le coste.
Nato a Canarsie e cresciuto tra Clinton Hill e Bed-Stuy, nelle strade rese celebri da Biggie e Mos Def, questo ventenne di origini haitiane grazie a un paio di singoli, è diventata una delle speranze della nuova scena hip hop newyorchese. Su tutte Thousand Ways, una delle tracce più ascoltate e passate nelle radio della città negli ultimi dodici mesi. Il suo primo mixtape uscito il 2 novembre, Hood Favorite, suona come un manifesto d’intenti, ha feat. di lusso come quelli di Offset dei Migos, di Fabolous e di French Montana, ed è stato co-prodotto da Harry Fraud, già dietro i lavori dello stesso Montana e di Action Bronson.
Nato nel dicembre del 1998, con Infatuated ha letteralmente rotto l’internet, poi è arrivata The Prayer ad accendere definitivamente i riflettori su questo giovane rapper di Brooklyn.
La sua prima release, l’EP 7 Vibez pubblicato nell’estate del 2018, sembra la risposta femminile a quella trap dai connotati molto emo e malinconici di Lil Uzi Vert, Rae Sremmurd e affini.
Kelly Moran
Nata a Port Washington, nello Stato di New York, dopo aver studiato in Michigan e in California, è tornata a Brooklyn dove ha realizzato tre dischi in tre anni che ne hanno messo il luce il talento di pianista e compositrice sperimentale. Erede del guru John Cage, ha fatto rizzare le antenne della celebre label elettronica Warp che ha distribuito Ultraviolet, piccola gemma di minimalismo classico elettronico. Sempre nel 2018 è stata parte della live band di Oneohtrix Point Never, nel tour di Age Of.
Originaria di Tokyo, nel 2011 si è trasferita a New York dove ha aperto CHISO, un popolare giapponese d’asporto, e parallelamente si è fatta velocemente strada nei party della città grazie alle sue irresistibili selezioni molto eclettiche. Kiki suona techno, rave, hardcore, acid house, electro, minimal, dubstep, grime, jungle e molto altro. Nel 2018 ha esordito su Incienso come producer, con il sorprendente EP Splashing che include anche la traccia Freaky Ke Ke, già parte della compilation Physically Sick curata da Physical Therapy insieme a Discwoman.
Nata a Southside Jamaica, Queens, rappa e gestisce un suo brand. Dopo aver pubblicato una serie di mixtape, ha fatto uscire Sincerely, Kyah, una raccolta di dodici tracce dove sprigiona il suo flow e la sua prorompente femminilità black. In molti l’hanno scoperta in radio dove ha lasciato a bocca aperta il maestro Funkmaster Flex con un freestyle inarrestabile.
Tione Merritt è nato nel Bronx dopo l’Undici Settembre. A soli diciassette anni è una delle nuove scommesse di Sony / Columbia ed è già considerato uno dei possibili eredi di Future e A Boogie With Da Hoodie. Non aspettatevi il suono dell’East Cost e dell’old school, LIl Tjay è un giovanissimo post-adolescente della Generazione Z cresciuto con Drake e esploso su Soundcloud.
Per chi segue con attenzione le ultime tendenze del clubbing internazionale meno consolatorio e rassicurante, questo nome è tutt’altro che nuovo. RJ Glasgow è una delle figure di riferimento della scena GHE20G0TH1K. Per la label del collettivo protagonista dei party newyorchesi più wild e influenti aveva pubblicato Fuck Marry Kill nel 2016. Nel 2018 ha pubblicato Body Mods, ma la sua fama resta prevalentemente legata ai suoi set dai 140 ai 160 bpm che mischiano Baltimore club music, hit da classifica, ghettotech, reggaeton, hardcore e footwork.
Se dovessimo scommettere su un nome di questa lunga lista di 20 artisti “to watch”, sceglieremmo sicuramente la risposta del Bronx a Earl Sweatshirt che ha pagato 45 dollari per un release di Mike su Bandcamp. Negli ultimi giorni del 2018 è uscito War In My Pen, quarta uscita dell’anno per passato sotto silenzio tra le varie liste di fine anno pubblicate dai magazine che guidano hype e tendenze. Un nome di battesimo altisonante, Michael Jordan Bonema, un’età – diciannove anni – che lo candida a nuova stella nascente dell’hip hop più oscuro e lisergico figlio della tradizione di MF Doom.
NxGn
Anche New York ha la sua band hip hop di bianchi e afroamericani. Gli NxGn non sono in tanti come i Brockhampton o i PNTHN, ma il loro hype è cresciuto negli ultimi mesi grazie a una serie di singoli come Bulletproof$hyne, Elegant, Runnin.
Fresh The Prophet, TyBass, JonBoyIce, Nohri e ChrisMelh vengono tutti da Brooklyn (Flatbush, Canarsie e Crown Heights), rappano, ballano e sanno già come accendere il pubblico nonostante la giovane età. Il nuovo EP Louis Asteroid Belt è uscito in estate e promette bene.