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May 26, 2018
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Da Jim Crow ad Atlanta, l’America di Childish Gambino

In attesa del nuovo (e ultimo) LP, Donald Glover, ha chiuso in bellezza la seconda stagione di Atlanta e pubblicato lo scioccante video di “This Is America”

Piero MerolabyPiero Merola
Da Jim Crow ad Atlanta, l’America di Childish Gambino

Childish Gambino in un frame di This is America

Time: 4 mins read

A tre anni dall’uscita di Alright di Kendrick Lamar, quella metà di America che cerca faticosamente di riprendersi dallo shock dell’elezione di Donald Trump, ha tra le mani un nuovo inno generazionale che racconta vividamente le contraddizioni razziali riesplose nell’ultimo decennio. Così come Alright incluso in un album complesso come To Pimp A Butterfly, dai forti richiami nazionalisti black e dai suggestivi riferimenti biblici, anche This Is America, il nuovo travolgente singolo di Childish Gambino, al secolo Donald Glover, porta con sé un video duro, scioccante, di cui si parlerà a lungo.

Se il videoclip di Kendrick Lamar, diretto da Colin Tilley and The Little Homies, giocava sui toni in black and white di una Los Angeles cruda, ma a suo modo poetica e onirica, il video che accompagna This Is America, primo singolo di un album la cui uscita sarebbe imminente, scorre senza filtri, viscerale e spietato, sul filo rosso di una storia densa di episodi di violenza a sfondo razziale.

In This Is America, uscito il 5 maggio, non mancano featuring di lusso che vi abbiamo presentato, quando erano ancora delle promesse su queste pagine, come Young Thug, 21 Savage e Quavo dei Migos (oggi assurti a star globali ), cui si aggiungono Slim Jxmmi, BlocBoy JB e SZA (presente, in realtà, solo nel video).

Il brano è stato pubblicato e presentato dal vivo in concomitanza con la conduzione di SNL del songwriter-attore-produttore, nella stessa settimana dell’ultimo episodio della seconda, visionaria e cruda stagione di Atlanta, il comedy-drama ideato e prodotto dallo stesso Donald Glover che mette a fuoco con una sensibilità e un’amarezza rara mai priva di ironia i sogni e le delusioni della generazione “trap” di Atlanta. Molto amata da un pubblico sempre più trasversale e internazionale e celebrata dalla critica specializzata, la serie targata FX ha regalato a Glover due Golden Globe, per Miglior TV Show e come migliore attore e due Primetime Emmy Award per recitazione e regia (il primo in assoluto vinto da un afro-americano).

Non poteva che essere Hiro Murai di origini giapponesi, navigato regista dietro recenti videoclip di Childish Gambino, Earl Sweatshirt, Chet Faker, Flying Lotus, David Guetta e regista di alcuni episodi della serie, il prescelto per quello che in tanti si sono affrettati a definire “il video dell’anno”.

Rintracciare tutti i riferimenti che si nascondono nel video di Murai non è opera facile.

Dopo la sinuosa danza introduttiva su quelle sonorità fresche e rassicurante eredi di Fela Kuti riportate in auge da Vampire weekend e affini, Donald Glover assume la posa tipica dell’iconografia di Jim Crow, l’allegorico personaggio caricaturale di repertorio nato negli spettacoli di menestrelli per condensare gli stereotipi dello schiavo nero bugiardo e lavativo, da cui hanno preso il nome per gli storici le leggi segregazioniste approvate nel Sud degli Stati Uniti dopo la Guerra Civile.

Childish Gambino e Jim Crow

In molti avevano notato una somiglianza tra il chitarrista poi assassinato da Glover e il padre del diciassettenne Trayton Martin, il cui assassinio nel febbraio 2012 per molti è considerato l’episodio chiave dell’ondata di manifestazioni contro le violenze della polizia negli Stati Uniti. Questo riferimento è stato smentito, ma appare piuttosto lapalissiano quello presente nella seconda scena di violenza con drammatici riferimenti all’attualità, quando Glover imbraccia un kalashnikov sparando all’impazzata contro un coro gospel, proprio come il suprematista bianco Dylann Roof nella drammatica strage della chiesa di Charleston, in South Carolina, del giugno 2015.  

Ogni volta sono dei bambini a togliere dalle mani l’arma fuoco da Glover (che indossa dei pantaloni che ricordano la divisa dei soldati confederati): un ulteriore triste riferimento alle stragi nelle scuole che tuttora insanguinano gli States.

Nella scena in cui Glover balla su un auto, qualcuno ha intravisto, invece, un riferimento piuttosto esplicito alla scena censurata del video di Black Or White di Michael Jackson dove l’iconica e controversa popstar entra nei panni di un Black Panther mentre in una scritta su una finestra campeggia la scritta “W il Ku Klux Klan”.

Anche se mancano dettagli sull’uscita dell’atteso seguito di Awaken My Love, il prossimo album di Childish Gambino, che sarà in tour a settembre in Nord America (vedi childishgambino.com), dovrebbe essere l’ultimo capitolo di questa folgorante ascesa musicale.

Ripensaci, Donald.

 

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Piero Merola

Piero Merola

Laureato in Relazioni Internazionali, lavoro come consulente di comunicazione, pubbliche relazioni e nuovi media. All'interesse per la storia e la politica americana, ho sempre unito quello per la musica. Dopo uno stage in Ambasciata Italiana a Washington, ho seguito per America 24 le presidenziali del 2012, e oggi scrivo per Rivista - Il Mulino. Editor del magazine online Kalporz, dal 2006 scrivo recensioni, interviste e report da ogni dove. Collaboro come ufficio stampa e copywriter con etichette, agenzie di booking, eventi e festival. In passato ho lavorato per festival estivi come Beaches Brew e Ortigia Sound System, oggi per la comunicazione del Diagonal Loft Club e di Deposito Zero Studios dove sono responsabile della direzione artistica del video format Live Zero. In questa rubrica vi presento nomi emergenti della scena americana, alcuni dei quali, intanto, sono diventati grandi.

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