Quello del producer hip hop è senz'altro un lavoro molto redditizio, ma molto spesso rappresenta al tempo stesso uno di quei lavori nell'ombra in cui la popolarità non è alta quanto i consensi. Non tutti sono Timbaland o Pharrell Williams, insomma, ma tra i nuovi produttori c'è qualcuno che inizia a farsi largo, già da giovanissimo, con un certo riscontro in termini di attenzione mediatica, almeno in patria. Tra questi c'è Joshua Howard Luellen, oggi noto come Southside o Sizzle, ventisei anni e già nei credits di diverse star del mondo hip hop, da Drake a Jay Z passando per Kanye West, ma la sua lista di collaborazioni è davvero chilometrica.
La sua storia, come lascia presagire il nickname, inizia nel Souhtside di Atlanta. Joshua non cresce come molti suoi colleghi della scena black, in un contesto particolarmente difficile o degradato. Sua madre lo mette al mondo appena diciottenne quando ancora è alle superiori, il padre è ben inserito nel mondo della produzione di star locali del rap, è noto come CAPP1 e tra i tanti collabora con gli Outkast.
https://youtube.com/watch?v=A5u7jdeoOsE
Da giovanissimo la sua passione è un'altra, il baseball dove fa carriera finché una sfortunata pallonata in testa gli causa una grave commozione cerebrale che lo porta ad abbandonare, un po' per motivi clinici e un po' per lo shock, lo sport in cui crede. A quattordici anni inizia a coltivare la passione per cui oggi è conosciuto in tutto il mondo, quella della produzione. Gli inizi sono degli esperimenti casalinghi, con il suo primo computer. Joshua passa interi pomeriggi a scrivere beat e a comporre basi elettroniche con l'aiuto e l'ispirazione di suo padre Masaba.
A soli 17 anni viene scoperto per caso da uno degli esponenti più in vista della scena di Atlanta, Waka Flocka Flame, nato nel Queens a New York, ma trasferitosi da piccolo nell'area di Riverside. Attraverso le sue conoscenze, entra in contatto con un'altra star locale, Gucci Mane, che rimane subito colpito dal talento di Joshua, tanto da proporgli un contratto con la sua etichetta discografica, la 1017 Brick Squad Records. Nella label, Joshua mette in piedi una fruttuosa partnership con Lex Luger, un altro giovane produttore di belle speranze. Il progetto prende il nome di 808 Mafia e i due insieme diventano gli alchimisti della maggior parte dei brani di Waka Flocka, che con il disco d'esordio da fenomeno di Atlanta diventa uno dei più rispettati rapper contemporanei.
Con brani come Fuck The Club Up, Southside non solo esalta le doti vocali di Waka Flocka, ma si mette in mostra come producer di primissimo piano. È il 2011 e se ne accorgono persino Kanye West e Jay Z che lo coinvolgono nel loro album collaborativo Watch The Throne. Inutile sottolineare la portata planetaria della collaborazione, anche perché Joshua finisce per co-produrre il brano Illest Motherfucker Alive, bonus track che tra i guest vede anche Kid Cudi.
https://youtube.com/watch?v=YUceuF0nEac
A neanche ventidue anni la popolarità e la fama tra gli addetti ai lavori di Southside cresce in maniera esponenziale. Da quel momento arrivano altre collaborazioni di lusso con Gucci Mane, con il protetto di Kanye West Pusha T, ma soprattutto con Future nel mixtape del 2014 Monster celebrato da critica e pubblico di tutto il mondo.
Tra influenze southern hip hop e inevitabili contaminazioni contemporanee con la trap music, Southside è un producer meticoloso dal gusto fresco e imprevedibile che convince rapper molto diversi tra loro come Chief Keef, Big Sean o 2 Chainz, tutti in qualche modo sulla cresta dell'onda in questo nuovo decennio. Le sue tendenze trap diventano sempre più prevalenti, ancora in 56 Nights di Future e soprattutto in un altro disco collaborativo che in queste settimane è sulla bocca di tutti, quello di Future al fianco di Drake, What Time To Be Alive. Nel mixtape, Southside è dietro le quinte in tre delle undici tracce: il brano d'apertura Digital Dash, I'm The Plug e Jersey.
Ormai è il caso di dirlo: Joshua deve davvero dire grazie a quella palla da baseball che in poco più di dieci anni sembra aver svoltato le sorti della sua esistenza.