Ieri sera a Central park, durante il "Global Citizen Concert" si è svolta una parata di star ed esponenti di spicco della politica mondiale, saliti sul palco per promuovere i nuovi 17 obiettivi dello sviluppo sostenibile approvati di recente dalle Nazioni Unite, per rilanciare i "Millennium Goals" giunti al termine, con risultati più che soddisfacenti, proprio quest'anno e che si rinnovano con obiettivo il 2030.
Tra i tanti che sono intervenuti, la First Lady Michelle Obama, il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon, Malala Yousafzai (la ragazza pakistana oggi diciottenne, vincitrice di un nobel per la pace, che due anni fa fu quasi uccisa dai talebani per il suo impegno in favore dell'istruzione delle donne e dei bambini), il celebre Bono, frontman degli U2, da sempre in prima fila nella promozione di campagne in difesa dei diritti umani e i filantropi Bill e Melinda Gates, tutti impegnati nel sostenere l'obiettivo che stava loro più a cuore.
Tra un`esibizione della meravigliosa Beyoncé e un concerto dei Pearl Jam ciascuno di loro ha avuto modo di fare la sua parte e, dopo le classiche dichiarazioni di rito, è stato brevemente raccontato di come tutte le campagne avviate negli anni passati con l`obiettivo di eradicare la povertà assoluta, tutelare i diritti dei bambini o quelli delle donne abbiano ottenuto grandi risultati, e di come i nuovi obiettivi proposti possano ottenere entro il 2030 successi ancora più importanti, con la collaborazione di governi e cittadini di tutto il mondo. La First Lady ha inoltre lanciato una nuova campagna mediatica per promuovere il diritto all'istruzione delle bambine nei paesi in via di sviluppo con il progetto "62 millions girls".
Tra i vari ospiti in scaletta, sorpresa per un grande assente: Matteo Renzi. Il premier italiano, atteso sul palco dopo i coniugi Gates per parlare di sviluppo sostenibile, non si è visto. Gli organizzatori del concerto, che avevano già contattato la stampa italiana per agevolare l'ingresso durante l'intervento del premier, ci hanno poi informati che non sarebbe più salito sul palco contrariamente a quanto affermato inizialmente. Non è stato possibile chiarire se Renzi si trovasse nel backstage del concerto come annunciato in seguito dal suo team o se non sia riuscito ad arrivare a Central Park in tempo per l'evento o almeno per quando era previsto il suo intervento. Quel che è certo, è che un premier che da sempre strizza l'occhio ad un ruolo da "icona pop", tra comparse nei reality e copertine di riviste patinate, ha perso una importante occasione per promuovere la sua imagine di giovane leader che “cavalca la scena” anche durante i grandi eventi internazionali. La passerella mediatica all'evento globale nel Central Park di New York (trasmesso in diretta on line e anche in televisione) avrebbe certamente giovato al primo ministro italiano, che ha fatto del rilancio dell'immagine dell'Italia all'estero uno dei suoi cavalli di battaglia (basti pensare ad expo ed all'infinità di eventi ad esso collegati). Ci sarà il tempo di rifarsi durante i lavori dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
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