“Hai un’ora di tempo?” mi chiede una signora sorridente con una gamba dentro e una fuori dalla porta in vetro di un’area esclusiva al secondo piano di Casa Sanremo. Casa Sanremo è la seconda scelta, dopo l’Ariston, del Festival della città ligure, il punto di riferimento per la movida notturna, il Palafiori trasformato in due piani di radio, tv e settimanali con una rubrica fissa giornaliera. Dietro alla signora si apre il loft di Vanity Fair, bianco, addobbato dalle copertine del settimanale femminile più letto in Italia. Del tutto glamour, con angoli dedicati agli sponsor per il make up e divanetti bianchi. “In realtà non ho tempo, no – rispondo con un penoso tentativo di sembrare disinteressata – dovrei fare delle intervist…”. Non faccio in tempo a finire la frase. La signora sorridente mi prende per un braccio, mi fa compilare l’ennesimo pass, questa volta solo giornaliero, mi spedisce al trucco, mi insegna a battere forte le mani, creando una conchetta con l’interno dei palmi, “Farai parte del pubblico di un talk-show, sarete in sei in tutto. Devi solo sorridere e applaudire”. Pubblico? Talk show? “Sto per andare in televisione” penso. Ma mi sbaglio. E finché si accendono le lucine rosse delle tre telecamere realizzo che questa diretta è per il web.

Il loft a Casa Sanremo
Sanremo quest’anno ha puntato tutto su internet e non tanto perché gli aspetti da analizzare nella settimana sanremese sono troppi e con una mole di ospiti che non si vede in nessun altro evento italiano, ma per conquistare un pubblico più eterogeneo. Ogni sito si attrezza così con dei contributi video e audio, persino i settimanali cartacei creano dei mini format ad hoc, da pubblicare rigorosamente sul proprio portale web. Ma, oltre a tutto quello che gravita attorno al Festival, a catalizzare l’attenzione sono proprio le serate, lo spettacolo, spesso per criticarlo o deriderlo. Basta esserci: gli spettatori si danno appuntamento su Twitter. Novecentotrenta i tweet al minuto solo durante la prima sera, provenienti da 73.000 utenti diversi. Il picco social della prima serata l’ha registrato il duetto Fazio- Laetitia Casta, una scenetta che sfiorava il trash e coi cui i cinguettii sono andati a nozze, in un climax di satira.
“Sanremo è il capodanno per i social network – ci spiega Luca Dini, il direttore di Vanity Fair – non ci sono festival del cinema, cerimonie di grammy o oscar che tengano. È un rito nazionale seguito da tutti”. Anche dai giovanissimi? “Con un cast con Noemi e Giusy Ferreri perché no? È vero, non fanno parte della scuderia di Maria De Filippi ma mantengono il loro appeal proveniente dal mondo televisivo che piace ai giovani”.
Interessante è anche la scelta di far ritornare in campo dopo sei anni non il Dopo festival ma il #dopofestival trasmesso esclusivamente sul sito RAI in live streaming. Non solo un salotto per aprire il dibattito sulla serata con i protagonisti, ma soprattutto un momento di partecipazione. Durante il #dopofestival i conduttori, Filippo Solibello e Marco Ardemagni, le voci del programma Caterpillar in onda su Radio2, hanno presentato anche GaradiTweet, una forma di composizione letteraria basata, come dice il nome, sullo stile del tweet. Ogni twittatore compone un verso che contenga il titolo di una delle canzoni in gara al Festival. I brani si spogliano dei loro titoli e diventano hashtag.
Il tentativo di trasformare Sanremo in un grande fenomeno social passa anche per l’organizzazione: l’app Data Stampa Mobile installata su smartphone e tablet ha fornito per l’intera settimana la rassegna stampa ad ogni giornalista accreditato e dotato di password. Tuttavia l’app non ha sostituito il plico cartaceo fornito ogni giorno, metafora di un Festival che non osa, rovinato dal vorrei-ma-non-posso, con la tentazione di lasciare il porto e navigare in mare aperto ma con un’ancora che talvolta diventa zavorra.
Uno dei tentativi di lasciare il porto sicuro è anche il Sanremo Blog award, per il primo anno un vero e proprio riconoscimento a uno degli artisti in gara da parte dei blogger.
Dettaglio social: i protagonisti indiscussi del Festival di Sanremo 2014 sono stati i “selfie”: autoscatti guancia a guancia con i personaggi famosi, un braccio alzato, meglio se con la tipica “duck face”, labbra pronunciate in fuori in una posa che porti più like possibili alle foto rigorosamente postate su Facebook. Il dramma è che li scattano tutti, gente comune, addetti ai lavori, persino i cantanti stessi.
Le telecamere di Vanity Fair si spengono. Valeria Marini, a Sanremo non si è capito bene per cosa, si alza dal divanetto bianco. “Valeria, Valeria, scusami, ci facciamo un selfie?”. Lo scatta lei. Ottimo: vale doppio. Lo posto subito. #selfie #valeriamarini #Avere-15-anni-e-non-sentirli.