Little Tony, all’anagrafe Antonio Ciacci, è morto ieri sera a Roma all’età di 72 anni, consumato da un tumore con cui lottava da tempo.
L'artista è stato un innovatore: vestendo il look dell’idolo Elvis e introducendo quel rock’n’roll all’italiana di cui sarebbe diventato il simbolo, ha contribuito a cambiare per sempre la musica del Bel Paese.
Antonio Ciacci scopre giovanissimo i primi brani rock’n’roll americani, appassionandosene immediatamente. Inizia ad esibirsi ancora ragazzino insieme al padre e ai fratelli nei locali e nei ristoranti dei Castelli Romani, per poi trasferirsi in Inghilterra, dove acquisisce una fondamentale esperienza musicale. “Little Tony and his brothers” tornano in Italia alla fine degli anni cinquanta, pronti a seminare i primi germi del rock’n’roll.
Il grande pubblico italiano scopre Little Tony nel 1961, quando si presenta a Sanremo con Celentano cantando “Ventiquattromila baci”, e diventa leggenda. Protagonista di primo piano degli anni sessanta, Little Tony conquista sia i giovani, che lo riconoscono da subito come l’idolo del cambiamento, sia i meno giovani, che apprezzano le sue doti di cantante e musicista. Appartengono a quegli anni brani indimenticabili come "Riderà" e "Cuore matto". Nel 1970 calca nuovamente il palco di Sanremo, questa volta in coppia con Patty Pravo cantando "La spada nel cuore". La sua stagione d’oro si conclude forse nei primi anni settanta, ma Little Tony non ha mai abbandonato il palcoscenico ed ha continuato a produrre e ad esibirsi da solo o con altri partner storici fino alla fine.
Little Tony si può definire un pioniere della musica. È riuscito a dare una svolta alla canzone italiana, che prima di allora non si sognava neanche di uscire dalle sue rigorose melodie. Insieme ad altri grandi musicisti come Adriano Celentano e Gianni Morandi, ha fatto entrare il rock’n’roll nel nostro panorama musicale, contribuendo a modificare in modo sostanziale il gusto del pubblico italiano, che da allora non sarà mai più lo stesso.
Ma Little Tony non era solo un cantante, era una rock star. Era l’Elvis nostrano, il primo sex symbol tutto made in Italy. Il suo atteggiamento sul palco, le sue mosse ammiccanti, così ardite per l’epoca, hanno aperto la porta a quella rivoluzione culturale, che già da tempo imperversava oltreoceano.
Ciao Tony, salutaci Elvis.