Come il buon vino anche la voce matura col tempo. Basta ascoltare, ad esempio, l’ultimo Andrea Bocelli, quello di Central Park, per rendersene conto. Il timbro è diventato più secco ed essenziale, con nei suoi toni molta della dolcezza che gli viene da tutti, pubblico e critici, giustamente riconosciuta e amata da anni. Resta comunque qualche riserva sul suo cantar propriamente “lirico” – è dotato di bella voce e bei “continui”, ma, se si pensa a certi tenori del passato più o meno recente (e del presente), si resta un po’ perplessi; i suoi “spinti” si ha la sensazione siano infatti troppo forzati, e quindi innaturali, ma gli adagi e i sussurrati, soprattutto quelli delle sue pagine pop (anche quelle in inglese e spagnolo), sono dolci e suadenti -. Giustificato e meritato quindi il successo mondiale che sta raccogliendo anche quest’album-Dvd del «Concerto – One Night in Central Park» (Sugar-Decca, gruppo Universal Classics), ai vertici delle speciali classifiche già da parecchie settimane, e che si sta ancor più consolidando in queste posizioni alla vigilia del suo nuovo mini-tour nordamericano (10-14 febbraio, in Texas e Florida). E’ la “cronaca” – il Dvd soprattutto, più del Cd – della storica serata del 15 settembre scorso, gloriosa malgrado la pioggia cadente in abbondanza sulle migliaia che affollavano il Great Lawn a Manhattan.
E’ un Bocelli coinvolgente questo, capace di catturare tutti gli umori degli astanti (e di chi ascoltasse o vedesse solo ora queste audio-video registrazioni) e in grado di suscitare emozioni a non finire, non solo grazie alle note di certi Verdi, Giordano, Puccini, Schubert e Bizet, ma anche – se non soprattutto – a un repertorio popolare per eccellenza che ha fatto cantare a tutti il “Volare” di Modugno, la toccante “Aranjuez” di Rodrigo, i grandi capolavori universali napoletanicome “Funiculì funiculà” e “O sole mio”, o le eccellenti canzoni americane tipo “Amazing Grace” e “New York, New York” (senza tralasciare l’ormai classica “Time to Say Goodbye”).
Malgrado il cielo coperto e il diluvio è stata quella del 15 settembre una memorabile serata “stellare”, non solo per i brividi causati dalle note e dalle liriche, ma anche per la presenza di star d’assoluta grandezza a tutti gli effetti, da Tony Bennett al basso-baritono Bryn Terfel, da Céline Dion alla violinista italo-scozzese Nicola Benedetti, dal flautista Andrea Griminelli al trombettista Chris Botti, dal pianista David Foster ai soprani Ana María Martínez e Pretty Yende. L’orchestra, magistralmente diretta da Alan Gilbert, era la prestigiosa New York Philharmonic, uno dei migliori ensemble al mondo in assoluto, in compagnia del prestigioso Westminster Symphonic Choir (College of Rider University) di Joe Miller.
Tra le pagine più suggestive del duo Cd-Dvd, vanno almeno ricordate l’“Ave Maria”,“O soave fanciulla” con la Yende, “Aranjuez” (con la Benedetti), “Funiculì funiculà” con Griminelli, “Nel blu dipinto di blu” con Foster, “More” con Botti, “The Prayer” con la Dion, “Time to Say Goodbye” con la Martinez e “New York, New York” con Bennett.
Interprete di tipo multiforme, Bocelli attualmente è ben conosciuto in tutto il mondo come interprete di musica leggera, ma tuttavia, vedendo la questione sotto un profilo retrospettivo, egli in realtà è di formazione da cantante lirico, come tenore solista: è legato alla casa discografica SugarDecca ed è uno dei più famosi cantanti italiani in tutto il mondo: ha venduto oltre decine e decine di milioni di CD. Il 2 marzo 2010 il suo nome è stato inserito nella Hollywood Walk of Fame per la sua attività nel campo della musica internazionale.
A causa di un glaucoma congenito la sua vista è debole fin dalla nascita, e diventa completamente cieco all’età di 12 anni giocando a pallone, come portiere, a seguito di una pallonata sull’occhio con cui vedeva ancora. Laureato in giurisprudenza, si diploma in canto lirico, ed esercita la sua impostazione vocale come tenore lirico spinto: in gioventù cantava in varie chiese della Valdera durante le messe, i funerali ed i matrimoni. È diventato una delle star musicali internazionali più apprezzate e popolari grazie al successo riscosso da molti suoi album discografici, come “Romanza”, “Sogno”, “Cieli di Toscana”, “Andrea” e “Amore”. Nel repertorio classico ha inciso “Viaggio Italiano”, “Aria”, “Arie Sacre”, “Verdi”, “Sentimento”, “Verdi Requiem” e opere come «La bohème» di Puccini, «Il trovatore» di Verdi e il «Werther» di Massenet.