Quando si tratta delle sorti della sicurezza nazionale degli USA, la persona che si trova in questo momento ad affrontare le scelte più difficili è il Segretario della Difesa Leon. E. Panetta.
La questione dei tagli al bilancio aleggia ormai sul Dipartimento della Difesa da mesi, fin dal Novembre 2011 quando il segretario, in una lettera che scriveva ai senatori John McCain e Lindsey O. Graham, esprimeva tutte le sue preoccupazioni per la riduzione di circa 450 miliardi di dollari prevista dal Budget Control Act, affermando che “sfortunatamente, mentre vengono imposte grosse riduzioni, le minacce alla sicurezza nazionale non diminuiranno di conseguenza”.
Dopo il fallimento della supercommissione anti-deficit, chiamata in causa per cercare di contenere il restringimento di budget, l’ex Direttore della Cia si trova adesso con le mani legate e ha dichiarato recentemente “in 40 anni di servizio non sono mai stato così preoccupato della capacità del Congresso di trovare soluzioni di buon senso alle urgenze del Paese", continuando poi con un secco "le nostre truppe meritano di più, gli USA meritano di più"’.
Se si pensa a cosa c’è in ballo, i suoi timori sono più che giustificati. Le situazioni da seguire in politica interna ed estera non saranno minime per Panetta nei prossimi anni e i tagli al bilancio non lo aiuteranno di certo. In primis, il segretario dovrà fronteggiare il problema della riduzione di risorse finanziarie al Pentagono, e dovrà pensare a come gestire la guerra in Afghanistan ed il dopoguerra in Iraq; farà poi i conti con la crescente potenza militare della Cina, cercherà di condurre al meglio le relazioni con il Pakistan e ovviamente dovrà tenere testa al ’nocciolo duro’ per eccellenza, il Congresso. A rendere le cose non facili c’è poi anche la campagna elettorale in corso, dove il dibattito tra i candidati repubblicani sembrerebbe essere incentrato più sull’economia che sui problemi relativi al budget per la difesa.
Secondo quanto previsto dall’accordo attuale, il bilancio del Pentagono dopo il fallimento della supercommissione anti-deficit rischia di subire tagli ’automatici’ per circa 1.200 miliardi di dollari dal 2013. Panetta è stato chiamato a ricoprire un delicatissimo compito quindi, quello di ridisegnare il sistema di difesa americano a fronte dei tagli, arrivati dopo un decennio in cui l’apparato di sicurezza si è espanso quasi senza limiti. E l’incarico del segretario alla Difesa appare ancora più complicato alla luce degli obiettivi strategici americani che, a detta dello stesso Panetta, rimangono forti anche nel Pacifico, dove gli USA dovranno investire ulteriori risorse nel tentativo di rispondere all’aumentata presenza cinese. Come affermava alcuni mesi fa, nella lettera ai senatori, “questi tagli sono una questione difficile da affrontare e ci mettono di fronte a grossi rischi, ma riusciremo a coordinarci” mentre “ulteriori riduzioni potrebbero devastare l’intero sistema”. In questi ultimi giorni, in vista dei nuovi tagli, Panetta ha proposto che il Pentagono sia autorizzato almeno a decidere in quali settori attivarli.
Per pareggiare la diminuizione di budget, il segretario dovrà necessariamente mettere in ordine di importanza alcune sezioni del Dipartimento della Difesa ed effettuare così delle riduzioni al personale militare o terminare alcuni programmi di sicurezza in corso. Oltre a questo, naturalmente, dovrà anche salvaguardare il denaro per operazioni di emergenza, mantenimento, ricerca e sviluppo, aree che apparentemente sono quelle destinate ad essere maggiormente colpite dalle misure restrittive.
Se guardiamo al futuro della sicurezza statunitense, Panetta dovrà inoltre provvedere a ridimensionare le truppe in Afghanistan e decidere che tipo di organizzazione mantenervi. Sarà complesso poi capire come rispondere rispetto alla potenziale richiesta del Congresso di autorizzare il dispaccio di Forze Speciali in Nigeria per combattere la lotta ai gruppi terroristici locali, situazione già verificatasi quando ha inviato militari USA per combattere la Lord’s Resistance Army in Africa Centrale. Ci sono poi una varietà di questioni legate alla gestione delle forze militari che hanno anche implicazioni politiche. Per esempio, cosa effettivamente investiranno gli USA per arginare il fenomeno dei suicidi tra i soldati? Chi farà parte e come agirà la commissione incaricata di riformare il sistema pensionistico militare e della sanità al Pentagono?
Questi sono tutti elementi che metteranno in reale difficoltà Panetta, il quale probabilmente dovrà procedere a piccoli passi nella ristrutturazione del sistema di sicurezza USA, facendo anche i conti con i nuovi candidati alla Presidenza.
Leon Panetta non è comunque l’unico ad essere preoccupato dei tagli. Come affermato recentemente da Arnold L. Punaro, consulente del Defense Business Board al Pentagono, organismo che da anni agisce per un cambiamento nel sistema pensionistico militare, “se permettiamo a questo trend di avanzare, trasformeremo il Dipartimento della Difesa in una compagnia di benefits che occasionalmente uccide qualche terrorista”.
Panetta elaborerà una strategia d’azione per i piani di spesa questa settimana, per ora il Pentagono si prepara ad una riduzione di circa 260 miliardi di dollari prevista nei prossimi cinque anni, mentre i tagli specifici saranno presentati dettagliatamente nella proposta di budget annuale del Presidente degli USA al Congresso, dove saranno discussi per una approvazione.
Una precedente versione di questo articolo è stata pubblicata sull’appzine L’INDRO ed è disponibile su www.lindro.it/