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March 23, 2021
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Dante Global: la cultura e la lingua italiana si riattivano nel mondo con un click

Intervista con Alessandro Masi, segretario generale della Società Dante Alighieri, sugli eventi per i 700 anni dalla morte del padre della lingua italiana

Maggie S. LorellibyMaggie S. Lorelli
Dante Global: la cultura e la lingua italiana si riattivano nel mondo con un click

Alessandro Masi

Time: 6 mins read

In vista delle celebrazioni per il 700° anniversario della morte di Dante 2021, la Società Dante Alighieri, roccaforte di italianità nel mondo, si prepara a una serie di importanti iniziative per celebrare il Sommo Poeta, a partire dal lancio ufficiale della piattaforma digitale “Dante Global”, che avverrà il 25 marzo, il Dantedì, Giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri, istituita nel 2020 dal Consiglio dei ministri italiano su proposta del Ministro della Cultura Dario Franceschini. In un momento in cui l’Italia, ancora impantanata nella pandemia da Covid-19, ha bisogno di rilanciare la sua immagine a livello internazionale, si scommette sulla nostra lingua come risorsa necessaria per la cultura globale, non solo da un punto di vista economico, ma anche come portatrice di un importante messaggio umanistico. Fondata nel 1889 da un gruppo di intellettuali guidati da Giosuè Carducci, la SDA si pone da sempre l’obiettivo di tutelare e diffondere la lingua e la cultura italiane nel mondo, rinsaldando il legame con la madrepatria dei nostri connazionali all’estero e facendo appassionare gli stranieri alla civiltà italiana. Una mission che esercita da oltre un secolo attraverso i suoi 401 comitati sparsi nei diversi continenti, e che ora si proietta in rete, adeguandosi allo spirito dei tempi.

I 700 anni di Dante nell’Illustrazione di Antonella Martino

“Oltre all’avvio della piattaforma “Dante Global” – spiega a La Voce di New York il Segretario Generale della SDA Alessandro Masi – che sarà orientata alla diffusione e allo studio della lingua e alla promozione della cultura italiana attraverso la formazione costante dei docenti, corsi di lingua online, certificazioni per coloro che vogliono apprendere l’italiano, per i 700 anni dalla morte di Dante ci sarà tutta una serie di altre iniziative dedicate. Per esempio, la produzione di ben due film: un nuovo film documentario di Fabrizio Bancale intitolato “Dante: l’esilio di un poeta”, e il progetto cinematografico di Lamberto Lambertini sulla nascita della Divina Commedia, di cui la prima versione in stampa fu realizzata a Foligno grazie a un allievo di Gutenberg. Sarà lanciata inoltre un’app per viaggiare – continua – ispirata al libro L’Italia di Dante di Giulio Ferroni, un viaggio virtuale in cui si ripercorrono i luoghi raccontati da Dante. E ancora centinaia di interviste, presentazioni di libri, pubblicazioni, convegni e congressi: un carnet di ricco di novità destinato sia al mercato italiano della cultura che a quello internazionale, con la speranza che la cultura possa far ripartire con un click il nostro Sistema Paese”.

Alessandro Masi

Cosa rappresenta l’“italianità” nel mondo in questo preciso momento storico?

“Un’offerta alternativa alla dissacrante globalizzazione e una visione umanistica che, attraverso la trasmissione di valori universali, pone l’uomo al centro dell’universo. In un mondo specialistico, noi abbiamo l’ambizione di essere universalistici”.

Qual è l’apporto peculiare che la cultura italiana può offrire ad altri popoli?

“Noi italiani siamo in grado di far immaginare agli altri Paesi la possibilità di vivere in un modo alternativo rispetto a quello frenetico dei nostri tempi, proponendo uno stile di vita e un modo di concepire il mondo decisamente più umano, e di vivere un tempo scandito secondo il ticchettio di un orologio regolato a misura d’uomo”.

Per la diffusione della cultura italiana la SDA ha sempre puntato sul valore della parola. Considera la lingua uno strumento di integrazione fra i popoli?

“La lingua è un ponte, è il mezzo attraverso cui i popoli dialogano fra loro. Concepire la lingua degli altri come una lingua propria fa da sempre parte della concezione della “Dante”. Essendo l’Italia al centro del Mediterraneo, il nostro antico Mare Nostrum, ossia l’“Universo Mondo” dell’antichità, la parola è stata lo strumento che ci ha permesso di entrare in comunicazione e in sintonia con gli altri. Del resto, “In principio era il verbo”, come si legge nel Vangelo secondo Giovanni. La parola è la nostra patente identitaria: noi siamo il nostro contatto con gli altri attraverso l’espressione verbale”.

Dante e i tre regni (Domenico Di Michelino, duomo di Firenze)

In un mondo in cui si tenta una globalizzazione linguistica, qual è il valore culturale della lingua madre?

“Noi pratichiamo l’inglese, le lingue veicolari come mezzo di comunicazione tra parlanti che appartengono a comunità linguistiche diverse, e poi c’è il globish, ossia l’insieme delle espressioni linguistiche, derivate dall’inglese o dall’americano, diventate un linguaggio globale, ma per questo necessariamente limitate, semplificate. La peculiarità dell’italiano è che si tratta di una lingua portatrice di cultura, quindi anche se possiamo parlare con tutti gli altri attraverso altre lingue standardizzate, se ci esprimiamo in italiano dialoghiamo in termini di parità, e non di subordinazione rispetto ai valori altrui, forti del nostro ricco patrimonio culturale”.

La lingua italiana può diventare un fattore strategico anche per l’affermazione del made in Italy nel mercato globale?

“La lingua italiana può essere lingua del brand, del marchio dei nostri prodotti di eccellenza. Così come per i francesi la francofonia è a supporto della struttura imprenditoriale, per gli italiani lo è in una maniera ancor più particolare. Pensiamo al film “La Dolce Vita”: lo stile di vita italiano, considerato chic e raffinato, non può essere disgiunto dal bere un Martini in una terrazza milanese, o dal prendere un caffè di un certo marchio rinomato, e ce ne sono tanti, in Piazza San Marco a Venezia o in Piazza del Plebiscito a Napoli”.

La SDA si impegna nel creare collaborazioni col mondo del business?

“Il connubio tra cultura e impresa è sicuramente un nodo strategico per l’Italia, che la “Dante” ha sempre cercato di incoraggiare, valorizzando le eccellenze del nostro Paese. Lo si è fatto per esempio col mondo della moda, patrocinando mostre di grande successo. La moda è una parte essenziale del nostro patrimonio culturale e, insieme allo shopping e all’enogastronomia, rappresenta uno dei comparti di punta dell’offerta turistica del nostro Paese. Cito, per fare un esempio, un evento della grande moda che abbiamo patrocinato nel 2015: l’esposizione di due creazioni uniche della casa Valentino presso la Galleria del Primaticcio di Palazzo Firenze a Roma, ex residenza dei Medici e dal 1926 sede della “Dante”, come tappa del progetto Mirabilia Romae, in cui i visitatori hanno potuto godere dell’accostamento tra l’eleganza degli abiti e la bellezza degli affreschi di Prospero Fontana”.

Quali sono le aree del globo in cui la lingua e la cultura italiana conoscono un momento di rinnovato interesse e in cui la Società Dante Alighieri è maggiormente impegnata?

“Il Mediterraneo continua a rimanere un punto di forza, ma il mondo arabo e il mondo orientale sono “mercati linguistici” che si stanno aprendo al nostro Paese. La Cina, per esempio, è il principale contributore nei corsi di lingua per la “Dante”: sono migliaia gli studenti cinesi che vengono a studiare nei nostri Conservatori e nelle nostre Accademie. E poi, oltre alla collaborazione col mondo nord-africano, con Paesi come l’Algeria, La Tunisia, il Marocco, l’Egitto, il Libano e altri, anche Paesi arabi come l’Oman, il Qatar, il Kuwait, l’Arabia Saudita, in generale i Paesi della Penisola arabica, rappresentano una nuova frontiera di espansione per la cultura italiana. L’anno scorso, insieme al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e all’ambasciatore d’Italia in Qatar Alessandro Prunas, sono stato a Doha, la capitale del Qatar, a inaugurare la mostra “Tra Oriente e Occidente: Biblioteca Angelica a Doha” presso la Qatar National Library. Sono stati esposti 21 preziosi volumi che mostrano come sia sempre stato vivo l’interesse del mondo occidentale nei confronti della cultura araba, e soprattutto testimoniano l’amicizia e la volontà di dialogo e di scambio culturale tra il nostro Paese e i Paesi arabi. In futuro ci saranno molte altre iniziative in questo senso. Non dimentichiamo poi che il Campionato mondiale di Calcio 2022 si svolgerà in Qatar! Molti degli eventi che si svolgeranno nei Paesi della Penisola arabica saranno fondamentali non solo per l’Italia ma per tutto il globo”.

Il suo ultimo libro si intitola In viaggio con l’arte (2020), edito da Loescher e scritto insieme a Chiara Barbato e Gaia Chiuchiù. Considera la promozione artistica un buon biglietto da visita per un rilancio internazionale che restituisca al Belpaese una centralità artistica perduta?

“L’Italia rimane sempre un sito fondamentale per gli appuntamenti artistici internazionali. Pensiamo alla recente riapertura del grande Mausoleo di Augusto a Roma, o allo straordinario ritrovamento del Carro degli sposi a Pompei. Scrivere un libro che vuole essere un percorso guidato a lettori in particolare stranieri, alla scoperta di alcuni tra i più suggestivi siti artistici italiani, mi è sembrato doveroso”.

L’italiano come lingua d’arte per eccellenza, col suo ricco repertorio lessicale, può costituire una leva di sviluppo economico per il Paese? 

“Come è stato detto dal nuovo ministro del Turismo Massimo Garavaglia, le città d’arte sono una leva della rinascita nazionale. Il rilancio dell’Italia dal punto di vista commerciale dovrà dipendere anche da un’offerta di qualità nel soggiorno degli amici che dall’estero vengono in Italia non solo per periodi brevi ma anche per sostare più a lungo. Penso a studenti, artisti o appassionati d’arte che vengono nel nostro Paese per godere delle bellezze artistiche e paesaggistiche, ma allo stesso tempo anche per degustare quelle enogastronomiche, che rappresentano il meglio che si possa offrire nel mondo”.

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Maggie S. Lorelli

Maggie S. Lorelli

Maggie S. Lorelli si laurea in Lettere all'Università di Torino e in Pianoforte al Conservatorio “G. Verdi” di Torino e consegue il Diploma Accademico in Didattica della Musica al Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma, svolgendo parallelamente studi di Scienze Politiche, composizione e musica elettronica. Ha lavorato per laFeltrinelli e collaborato come autrice e conduttrice radiofonica con Radio Vaticana. Dopo uno stage giornalistico presso l'agenzia di stampa Adnkronos, scrive in varie riviste e periodici web. Insegna in un Liceo e svolge attività concertistica come pianista in vari ensemble, fra i quali “Le Musae”, formazione femminile da lei fondata. Si occupa di divulgazione della cultura e dell'arte al femminile. E’ appassionata di scrittura: ha al suo attivo numerosi racconti e “Automi”, il suo romanzo d'esordio.

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