Imparare una lingua straniera è un processo lento, impegnativo e difficile. Malgrado ciò, un insegnante creativo che organizza le sue lezioni in modo da coinvolgere gli studenti può rendere l’apprendimento della nuova lingua facile per tutti gli studenti. Il coinvolgimento in classe vale più di molte letture e ripetizioni perché gli studenti imparano non solo guardando e ascoltando, ma soprattutto mettendo al lavoro tutti i loro sensi, come aveva intuito più di un secolo fa Maria Montessori.
Nelle classi di italiano imparare facendo aiuta a comprendere non solo la lingua, strumento di socializzazione e non un’astratta entità di regole grammaticali, ma anche la cultura italiana. La filosofia dell’imparare facendo possiamo trovarla anche nella famosa frase dell’inventore dei parafulmini, scrittore e politico del Settecento americano, Benjamin Franklin: “Dimmi e io dimentico; mostrami e io ricordo; coinvolgimi e io imparo”. Razionalità che va indietro migliaia di anni, a quando il noto filosofo cinese Confucio propose un simile metodo per imparare: “Vedo e dimentico. Sento e ricordo. Faccio e comprendo”. Perciò, utilizzare i nostri i sensi per memorizzare ed apprendere è il metodo migliore e più innovativo anche per imparare la lingua straniera. In fatti, più sono i sensi coinvolti nell’esperienza e maggiore sarà il risultato e l’efficacia dell’apprendimento in paragone a quando invece si impara solo leggendo e ascoltando.
La memoria in virtù della capacità di apprendimento si riferisce alla capacità di ricordare informazioni acquisite attraverso l’esperienza, apprendendone delle nuove e integrandole a quelle già acquisite. Si parla di memoria sensoriale quando si è in presenza di un processo in grado di memorizzare informazioni sensoriali. L’utilizzo di tutti i sensi per apprendere, memorizzando le informazioni, svolge un ruolo fondamentale nell’apprendimento perché suscita emozioni e ricordi che si sedimentano a lungo nella memoria favorendo la motivazione allo studio e la consapevolezza di saper padroneggiare una lingua straniera. Il nostro cervello seleziona continuamente gli stimoli positivi e negativi e decide se ricordare o dimenticare, e il legame tra emozioni e memoria è fortissimo nell’apprendimento.
Nel 1946, un pedagogista e professore alla Ohio State University, Edgar Dale, aveva introdotto il famoso cono dell’esperienza nel suo libro di testo dei metodi audiovisivi nell’insegnamento. Il Cono dell’apprendimento è un sistema di classificazione per i vari tipi di esperienze di apprendimento, diviso in con esperienze concrete nella parte inferiore del cono e quelle attratte nella parte in alto della piramide. Gli effetti di apprendimento producono il massimo risultato possibile quando gli studenti sono coinvolti negli obiettivi della lezione. Non si impara, non si comprende e non si ricorda senza motivazione, e affinché gli alunni operino e pensino con interesse, debbono essere motivati. Facendo e capendo si ricorda, ma non si può fare e pensare senza amare quello che si fa e si pensa.
Edgar Dale aveva intuito che la memoria è profondamente influenzata dalle proprie esperienze e tramite il Cono dell’apprendimento ha proposto che relazioni tra differenti tipi di materiali audiovisivi hanno un effetto diverso sull’apprendimento. Secondo Dale dopo due settimana siamo in grado di ricordare il 10% di ciò che leggiamo, il 20% di ciò che ascoltiamo, il 30% di ciò che vediamo, il 50% di ciò che sentiamo e vediamo, il 70% di ciò che diciamo e il 90% di ciò che diciamo e facciamo. Ciò sarebbe dovuto al fatto che il maggior coinvolgimento dell’individuo avviene durante l’integrazione delle informazioni con il coinvolgimento motorio, e questo facilita l’apprendimento. Quindi, la sola lettura permette di ricordare solo il 10% di ciò che leggiamo contro il 20% di quello che udiamo e che vediamo. Se invece partecipando ad una discussione o facciamo una presentazione riusciamo a ricordare il 70% delle informazioni affrontate nella discussione, mentre quando siamo noi a parlare e a dimostrare ricordiamo il 90% di ciò che diciamo e facciamo.
Quindi per ricordare bisogna associare ad uno stimolo verbale uno stimolo visivo. Questo spiega perché dimentichiamo con facilità quello che leggiamo mentre invece ricordiamo bene le cose che diciamo e facciamo, o quando ci confrontiamo con altre persone. Perciò, per coinvolgente gli studenti in ogni attività in classe, e rendere attivo l’apprendimento, gli studenti devono coinvolgere tutti i loro sensi; metodo innovativo ed intuitivo soprattutto per imparare una lingua straniera. Il concetto del Learning by doing aumenta il livello di coinvolgimento aumentando l’attenzione e la memorizzazione tramite l’intelligenza emotiva degli alunni. In genere si attua con gruppi di studenti che realizzando progetti culturali imparando attraverso la discussione, la riflessione e l’azione. Oltre a questo, può essere coinvolto anche l’aspetto emotivo: stimoli nuovi, particolari o carichi dal punto di vista emotivo aumentano la probabilità di trattenere quell’informazione anche per molto tempo.
La piramide dell’apprendimento di Edgar Dale dimostra l’importanza dell’esperienza ai fini dello studio. Perciò, una poesia letta un paio di volte in modo impersonale avrà meno possibilità di essere ricordata rispetto al testo di una canzone, di un’esperienza reale, o di una presentazione sensoriale. Se gli studenti ripetono, parlano in un gruppo, o fanno delle presentazioni in classe mettendo in pratica quanto hanno imparato, l’apprendimento può essere attivo e non passivo. Gli studenti ricordano e apprendono maggiori informazioni da quello che “fanno” in contrapposizione a ciò che viene “sentito dire”, “letto” o “osservato”. Il Cono di apprendimento è un modello che incorpora diverse teorie relative ai processi di progettazione e di apprendimento didattico. I metodi più efficaci si trovano in fondo al cono di Dale : coinvolgere, fare esperienze di apprendimento dirette come il “fare da sé”.
Nel 1946, Dale introdusse il concetto di Cone of Experience in un libro di testo sui metodi audiovisivi nell’insegnamento. La revisionò per una seconda stampa nel 1954 e di nuovo nel 1969. Dale, intendeva fornire un modello intuitivo della concretezza dei vari tipi di media audiovisivi, è stato definito spesso come il “Cone of Learning. Comunque, quando si sceglie un metodo didattico per coinvolgere gli studenti nell’apprendimento e rinforzare l’acquisizione delle conoscenze al massimo il cono di Dale rivela tecniche di “Action Learning” con una ritenzione dell’apprendimento pari al 90%.
Tuttavia, la versione originale del cono di apprendimento (1946) non include nessuna percentuale sulle diverse capacità di apprendimento. Dale non ha incluso numeri e non ha basato il suo cono sulla ricerca scientifica, e ha anche avvertito i lettori di non prendere il cono troppo sul serio. La suddivisione in percentuali sulla ritenzione dell’apprendimento è stata fatta in seguito da vari autori.
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