Ogni rapporto o incontro umano è portatore di valori, significati e ambivalenza. Uno dei problemi tra interlocutori è la comprensione, o il fraintendimento delle parole usate da uno o più parlanti. Alcune parole sono ambivalenti e hanno un duplice significato, quindi creano incomprensioni tra amici intimi, colleghi, in famiglia, tra marito e moglie, oppure fra genitori e figli.
Parlare la stessa lingua non basta, e nemmeno essere cresciuti nella stessa città o condividere la cultura e le stesse usanze. La comprensione non è solo una barriera linguistica e culturale, ma qualcosa di molto più complesso che non si basa solo nel capire il significato delle parole o del discorso, ma soprattutto ci impone di intendere e non di equivocare quello che gli altri dicono, il che, spesso, rispecchia il loro mondo o la comunità in cui vivono.
Sappiamo che la mancanza di una chiara comunicazione porta all’incomprensione, a malintesi, alla separazione di molte coppie, al cambio del posto di lavoro, e a stressanti colloqui a scuola tra genitori, preside e docenti. Infatti, l’uso di parole non chiare o con un doppio significato causano anche la mancanza di intesa tra insegnanti e studenti, o fra genitori e docenti a scuola.
Nelle classi multiculturali gli alunni differiscono tra di loro sia per lingua madre e sia per cultura, oltre alla differenza del loro livello nella competenza linguistica. Perciò, risolvere il problema dell’incomprensione, affinché gli studenti facciano progressi nell’apprendimento dell’italiano, deve fare parte della lezione giornaliera, ed è la sfida più grande che ogni docente affronta in classe. Gli insegnanti devono aiutare i loro studenti a padroneggiare l’abilità di comprendere l’italiano usando strategie che aiutano non solo l’apprendimento di nuovi termini, ma anche la conoscenza di parole nuove e frasi idiomatiche che non si traducono col dizionario.
Le domande più comuni che un preside pone al docente, nelle riunioni di gruppo, o dopo un’osservazione in classe, sono: “Come sai che i tuoi studenti capiscono quello che insegni? Sei sicuro/a che la tua spiegazione sia chiara e gli studenti possono imparare l’obiettivo della lezione? Che cosa fai di diverso se noti che alcuni di loro non capiscono? Naturalmente le strategie da usare in classe per far capire agli alunni l’intento della lezione variano a secondo il gruppo, il livello e la loro abilità cognitiva.
Per esempio, il livello principiante di un corso di lingua si basa sull’apprendimento di parole e frasi semplici, l’insieme di lettere e suoni accompagnate da un significato. Imparare termini nuovi è importante affinché in seguito gli alunni possano capire la struttura della nostra lingua e formulare frasi scritte e/o orali. A volte si vedono alunni che cercano il significato delle parole nel dizionario, e altri invece dicono che a casa usano il “Google traslator”, senza capire che il significato delle parole non sempre si traduce. Gli alunni non distinguono tra il significato culturale delle parole e quello del dizionario, e cosi formano frasi senza concetto credendo che siano corrette.
E’ compito del docente, nell’insegnare una lingua, insistere sulla connotazione dei termini e sull’importanza di far capire agli studenti le parole o le frasi che abbiano più di un significato, evidenziando la differenza tra denotazione e connotazione. La denotazione è il significato “primario” di una parola, quello generalmente condiviso, che rimanda con precisione a un referente, cioè denota, indica. La connotazione rappresenta, invece, uno o più significati aggiuntivi, di solito traslati, ricchi di allusioni e implicazioni di tipo emotivo. Nel caso della parola “aquila” potremmo così definire ed esemplificare:
DENOTAZIONE E CONNOTAZIONE della parola“aquila”
Significato denotativo, uccello rapace dei Falconiformi, di becco adunco, robusti artigli e vista acuta; In cima alle Dolomiti ho visto volare un’aquila
Significato connotativo, persona dotata di acutezza di ingegno; Hai trovato la soluzione a questo difficilissimo problema finanziario, sei davvero un’aquila!
La connotazione non si ottiene solo con il procedimento metaforico, ma è infusa anche nella distinzione tra parole che hanno lo stesso significato (sinonimi). Le parole gatto e micio, per esempio, possiedono la stessa denotazione, ma connotano diversamente. La prima ha carattere più “oggettivo” e “neutro”, la seconda porta con sé affettuosità. Consiglio di navigare il seguente link per saperne di più.
Perciò, nella connotazione delle parole c’è incorporata la cultura, e un termine o frase può avere un significato diverso tra un paese all’altro o tra due città diverse. Poi ci sono i concetti legati alla conoscenza popolare della comunità, oppure secondo del luogo o della lingua del parlante (significati impliciti positivi o negativi). Ed è ovvio che in ogni lingua ci siano parole o espressioni che nelle menti degli studenti assumono significati diversi, termini che interferiscono con la compressione di quello che si ascolta o si legge. Imparando una nuova lingua non si possono tradurre i significati di tutte le parole, perciò, una buona spiegazione e molti esempi aiutano gli alunni a capire frasi ambigue.
La denotazione, invece, specifica il significato di una parola, o di un termine, esattamente come lo descrive la spiegazione trovata in un dizionario. Pertanto, ogni lingua fa capire l’informazione pratica ma fa perdere il proprio mondo personale che ci portiamo dietro con le parole. I significati di termini o frasi possono essere di tipo diverso, e non sempre il vero significato del discorso è colto dagli interloquitoti, conducendoli, così, all’incomprensione, consapevole o inconsapevole, di una o di entrambe le parti.
La comprensione si realizza attraverso processi di adattamento, e anche se una lingua è possibile comunicare con parole che vadano oltre la distanza culturale, avviene in modo limitato, e sempre con incomprensioni. Perciò, per facilitare l’apprendimento, è utile abbinare immagini alle parole durante le lezioni per aiutare gli studenti a capire il loro significato già all’inizio, e facendo comprendere anche la straordinaria ricchezza delle parole.
Luigi Pirandello, poeta, narratore, drammaturgo, e Premio Nobel per la letteratura nel 1934 , si laureò in Germania, a Bonn, dove fece analisi approfondite sull’uso di termini nelle diverse lingue. Al suo ritorno in Italia fece il giornalista fino al 1897, quando a causa di una crisi economica, fu costretto a diventare insegnante di lettere e stilistica all’Istituto superiore di magistero femminile fino al 1922; anno in cui decise di lasciar l’insegnamento per creare una compagnia drammatica con la quale viaggiò in Europa e in America.
Nell’opera pirandelliana, mediante l’uso dell’umorismo, sono rappresentate le ansie, le angosce, le difficoltà di comunicare, e le incomprensioni degli uomini contemporanei. Nel dramma “Sei personaggi in cerca d’autore ”-opera rappresentata per la prima volta il 9 maggio 1921 al Teatro Valle di Roma– Pirandello evidenzia il tema dell’incomprensione, mettendo in risalto l’impossibilità degli uomini di esprimersi e comunicare intendendosi in modo concreto, come possiamo notare in questa famosa citazione: “Ma se è tutto qui il male! Nelle parole! Abbiamo tutti dentro un mondo di cose; ciascuno un suo mondo di cose! E come possiamo intenderci, signore, se nelle parole ch’io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e col valore che hanno per sé, del mondo com’egli l’ha dentro? Crediamo d’intenderci; non c’intendiamo mai!”.
In fine, affinché gli studenti percepiscano la differenza linguistica e culturale che ognuno di noi porta dentro, il docente deve impegnarsi nel creare lezioni semplificate con l’aiuto di molti esempi, non solo dal lato linguistico ma anche da quello culturale, senza però dimenticare il comportamento umano.