Genitori e insegnanti che discutono, in nome dell’alunno, senza insegnargli responsabilità e indipendenza rappresentano un problema. Il successo degli studenti dipende molto dalla collaborazione tra genitori e docenti e da un rapporto a tre, parte in un’unica equazione fatta da genitori, insegnanti e studenti. Il procedimento e la responsabilità dell’istruzione appartengono a tutti e tre. Nelle scuole di oggi, infastidisce la frequenza con cui lo studente è lasciato fuori da questa equazione. Gli studenti che non hanno esigenze legittime, sono oscurati da genitori che cercano di abusare del sistema d'istruzione. Ci sono genitori che non hanno molta simpatia per i docenti e se i loro figli hanno problemi in classe, la colpa è sempre del docente.
Infatti, quando un docente non riesce a mettersi in contatto con i genitori per informarli di un problema o dei voti del loro figlio/a, quando poi i genitori ricevono una lettera, o una telefonata, da parte del preside o del consulente scolastico, l’accusa va direttamente al docente. L’immagine sarcastica del disegno/fumetto in quest’articolo, che ha fatto il giro del web, rappresenta una realtà che molti docenti hanno vissuto in prima persona. Da docente, anch’io mi sono trovata in una situazione simile più di una volta, con genitori che mi accusavano di essere la responsabile dei voti bassi dei loro figli sventolandomi in faccia la pagella e pestando i pugni sul tavolo della conferenza. In situazioni simili, il docente ha il diritto (agendo con professione e in modo educato) di alzarsi e andarsene, lasciando i genitori con il consulente scolastico. Gli insegnanti non devono assolutamente sottomettersi alle accuse e all’abuso dei genitori!
Creare una buona comunicazione con i genitori non è facile perché richiede tempo e un programma strutturato con una pianificazione per lo studente, le telefonate, le email, e gli incontri con i genitori, il consulente scolastico, il preside etc. Il tutto deve essere diviso e documentato con date e obiettivi chiari. Anche se i docenti hanno la responsabilità di telefonare a casa per chiedere aiuto per i loro studenti, non sempre ricevono supporto o collaborazione da parte dei genitori. A dir poco, il 20 per cento del tempo di un docente è impiegato nel creare (o tentare di farlo) un rapporto collaborativo con i genitori dei loro studenti. Telefonare a casa è sempre stato uno dei metodi comunicativi più usati dai docenti, ma molte volte anche una sfida. Le telefonate sono spesso considerate una perdita di tempo perché o i genitori non rispondono oppure loro non ricevono i messaggi che i loro figli cancellano arrivati a casa prima del padre o della madre.
La crisi della scuola negli USA è fondamentalmente generata dalla convinzione, ormai dilagante, che essa sia un’istituzione contraria alla famiglia, dove oggi i figli sono accuditi, riveriti, difesi ed elogiati oltre ogni misura. A scuola, gli studenti sono invece indirizzati e incoraggiati all’impegno e al sacrificio e nel mondo di oggi, i capi famiglia sono sempre più occupati e afflitti da sensi di colpa per il poco tempo che regalano ai loro figli. Perciò, si concedono senza difese, a relazioni permissive (prive di “no”) che erroneamente credono piene di amore, e di conseguenza moltissimi studenti irrompono nella scuola con un “Ego” strapieno di narcisismo che sconvolge, e questo, è l’esito preoccupante in quasi tutti gli istituti scolastici. Quindi, i figli/alunni seguono ovviamente le cure offerte dai genitori, svalutando sempre di più la funzione, a volte scomoda, della scuola, e dimostrando poco rispetto per il ruolo dei docenti. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: poca motivazione, mancanza di rispetto, caduta dell’attenzione, condotte disadattate, livelli d’istruzione bassissimi e le colpe sono indirizzate ai docenti.
Tornando sul tema della comunicazione, la quale si basa anche sulla fiducia che lo studente ha nel docente. Se gli alunni non hanno fiducia verso le autorità, allora ci sono problemi anche nelle situazioni più impegnative, e non solo nel rapporto insegnanti-genitori-alunni, ma anche nell’apprendimento degli studenti. Bisogna fidarsi del docente per imparare, perché se gli studenti non ci credono alle informazioni presentate in classe dall’insegnante, loro non imparano. I docenti devono anche tenere in mente che a volte bisogna solo fare un respiro profondo e ricordare che i genitori amano i loro figli, e questi sentono il bisogno di proteggerli anche dai loro insegnanti. Pertanto, bisogna stare attenti a “come” si affronta una telefonata o una conferenza e concentrarsi sul “problema” per risolverlo, e non sulla persona che crea il problema.
E’ già abbastanza difficile insegnare il curriculum sprecando tempo dell'anno per i test standardizzati, poi si aggiungono i genitori che non sono coinvolti nella vita dei loro figli, e lo scenario demoralizzante e serio dei disturbi di apprendimento (DSA) e quelli dell’attenzione con cause diverse, che, presumibilmente, possono riguardare errate convinzioni istruttive su come educare i propri figli. Anni fa dei DSA, e di altre sigle non c’era neppure l’ombra. Oggi negli USA gli IEP sono numerosissimi, e le scuole ricevono fondi dal governo Federale per implementare queste istruzioni speciali agli studenti classificati con gli Individualized Education Program (IEP) “DSA”. La professione dell'insegnante diventa una sfida con problemi da ogni prospettiva, e con poco o nessun aiuto da parte dei genitori. Molte persone abusano anche del sistema e questo è davvero triste.
Gli insegnanti hanno bisogno e meritano, l'aiuto dei genitori per sostenere l'apprendimento degli studenti. Quando un docente non ha successo a mettersi in contatto con i genitori, uno dei mezzi più efficaci per sollecitare aiuto è attraverso una conferenza genitori-insegnanti e consulente scolastico. L’insegnante può garantire un alto tasso di successo per le conferenze, se si prevede il risultato che si desidera con una pianificazione specifica sul problema che lo studente o la studentessa presenta in classe. Bisogna tenere presente che per alcuni genitori, la comunicazione con gli insegnanti può essere una situazione scomoda per via della cultura, o lingua, diversa dal personale della scuola con cui devono interagire, perché questi genitori possono sentirsi a disagio dalla situazione. Perciò, i docenti devono essere sensibili alla loro cultura in occasione di conferenze. Per un efficace colloquio gli insegnanti devono avere una copia della pianificazione del lavoro dello studente da utilizzare con i genitori.
Come avere una efficace Conferenza Genitori-Insegnanti?
L'incontro deve concentrarsi sul progresso scolastico e sociale dello studente e l'insegnante deve accordarsi con i genitori e il consulente scolastico su alcune misure da adottare per rafforzare le competenze accademiche dell’alunno a casa.
Follow – Up: Seguire attraverso le proposte presentate durante la conferenza il rafforzamento delle competenze accademiche, e se si affrontano preoccupazioni, per il progresso dello studente da parte dei genitori, bisogna assicurarsi che siano loro a mettersi in contatto con il docente, con una nota, una lettera, o una telefonata.
Nelle scuole degli USA, gli insegnanti passano più ore al giorno con i loro studenti dei loro genitori, e conseguentemente, i docenti conoscono i problemi degli studenti meglio dei genitori. In definitiva, il rapporto contraddittorio tra genitori-docenti fa sì che lo studente soffre e allora tutti perdono, anche il preside e l’istituto scolastico. I due ruoli, non dovrebbero essere confusi: i genitori dovrebbero crescere i loro figli e educarli a rispettare i docenti, e gli insegnanti dovrebbero istruirli e prepararli per l’importante parte della loro vita scolastica e per il loro futuro.
Ecco un video sull' IEP e la tematica genitori-docenti
Filomena Fuduli Sorrentino, insegna alla South Middle School, ECSD, Newburgh, NY. Nata e cresciuta in Italia, calabrese, vive a New York dal 1983. Diplomata alla scuola Magistrale in Italia, dopo aver studiato alla SUNY, si è laureata alla NYU- Steinhardt School of Culture, Education, and Human Development, con un BS e MA in Teaching Foreign Languages & Cultures. Dal 2003 insegna lingua e cultura italiana nelle scuole pubbliche a tempo pieno e nelle università come Adjunct Professor. È abilitata dallo Stato di New York all’insegnamento nelle scuole pubbliche delle lingue italiana 1-6 & 7-12, ESL K-12 e spagnola 1-6 & 7-12.
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