Parte del lavoro del docente d’italiano è raccontare le straordinarie bellezze artistiche, culturali, e storiche del nostro Paese. Le opere d’arte e i centri storici valorizzano la nostra cultura e la nostra identità e, da docente d’italiano, ritengo che non si possa insegnare la lingua senza esporre gli studenti alla nostra cultura e alla sua infinita bellezza. Tuttavia l'insegnante non è un tuttologo, ma una persona che impara ogni giorno per migliorare la propria istruzione e poter rispondere alle domande degli studenti, purtroppo spesso imbarazzanti, quando seguono la lettura di articoli di giornali che descrivono quello che succede in Italia.
Ultimamente molti quotidiani, nazionali e internazionali, descrivono il nostro paese usando aggettivi non lusinghieri e parole ed espressioni dalle connotazioni negative come degrado, incompetenza, corruzione, malaffare, mafia, evasione fiscale, decoro e finanche “teoria delle finestre rotte”.
Ognuno di questi termini potrebbe essere utile per una o più lezioni di italiano, ma voglio concentrarmi su “degrado” e “decoro”. Non è facile definire questi due termini perché a volte quello che può essere “degradante” per alcuni di noi può essere invece gradito ad altri. Tuttavia, chiunque voglia vivere in maniera civile deve evitare di degradare e distruggere posti pubblici, quartieri e città. Tutti dovremmo collaborare al “decoro” pubblico e dare il nostro contributo alla società .
Questo vale anche a scuola dove gli insegnanti hanno la responsabilità di educare al bello e insegnare il rispetto per i posti pubblici. Il compito del preside e del personale docente è di trovare nuove strategie in modo da rendere gli studenti autonomi nella gestione dello spazio in cui studiano ogni giorno e, allo stesso tempo, desiderosi di rispettare le bellezze culturali nella società in cui vivono o che visitano.
Il degrado chiama degrado e dipende molto dai cittadini e, quindi, dalle famiglie. Se tutti facessimo il nostro dovere di buoni cittadini con senso civico, le città e i posti pubblici resterebbero puliti. Nessun preside può tutelare un istituto senza l’aiuto dei docenti, degli impiegati e la collaborazione degli studenti, e allo stesso modo nessun politico può fare miracoli senza l’aiuto dei cittadini.
Di questo si è parlato anche alla conferenza internazionale Cultura strumento di dialogo tra i popoli che si è tenuta venerdì 31 luglio e sabato primo agosto all’Auditorium di Expo a Milano, per iniziativa di Dario Franceschini, ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo.
Immagini della conferenza all’Expo. Qui sopra l’intervento del presidente del Consiglio, Matteo Renzi
Alla conferenza sono stati invitati tutti i ministri della cultura dei vari Paesi ed erano presenti delegazioni di più di 83 Paesi. Hanno partecipato anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi e rappresentanti dell'UNESCO e delle principali organizzazioni internazionali. C'erano intellettuali, poeti, professori, architetti, storici e politici, tutti con un obiettivo comune: la tutela e la protezione del patrimonio culturale colpito dalle catastrofi naturali o terroristiche nelle aree di crisi. Il giorno prima della Conferenza, Franceschini aveva dichiarato: “Per la prima volta nella storia su iniziativa italiana si riuniscono i ministri della Cultura di tutto il mondo. Domani a Milano saranno più di ottanta le delegazioni dei pesi che parteciperanno alla conferenza internazionale dei ministri della cultura: un grande successo. Del resto, fuori dai nostri confini tutti riconoscono il ruolo guida dell'Italia nel settore della cultura non solo per il suo immenso patrimonio culturale ma anche per le straordinarie professionalità nei settori della ricerca, dello studio, della tutela, delle professioni legate al patrimonio. […] Ecco, vorrei che anche gli italiani fossero consapevoli e orgogliosi di questo primato. […] L'Italia ha la legislazione sulla tutela del patrimonio culturale più antica del mondo: in tutti i campi c'è chi opera bene e chi opera male, ma al resto del mondo possiamo offrire la nostra eccellenza nel restauro, nelle competenze artistiche e archeologiche”.
Venerdì 31 luglio, Franceschini dopo aver aperto la prima sessione dei lavori culturali ha dato la parola al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che è intervenuto affermando che siamo circondati da bellezze e meraviglie che rappresentano un immenso patrimonio culturale storico che va salvaguardato e valorizzato.
Renzi ha citato Dostoevskij parlando della bellezza che abbiamo ereditato, e che tutti dobbiamo tutelare, difendendo le aree a rischio dalle catastrofi naturali e terroristiche: “Quando il terrorismo vuole colpire qualcosa di bello – ha detto il premier Renzi – colpisce i musei, le scuole, la redazione di un giornale, i luoghi di cultura perché il terrorismo sa bene dove farci male: nel nostro modo di vivere. Noi in Italia abbiamo un piano per cui nei prossimi anni una parte significativa del nostro problema di disoccupazione giovanile dovrà essere affrontata attraverso l'investimento in cultura. A settembre assumeremo centomila nuovi insegnanti nelle nostre scuole. L'appuntamento è però soprattutto l'occasione per chiamare il mondo a mobilitarsi per la difesa dei beni culturali minacciati da terrorismo e calamità naturali. La cultura è quello che salverà il nostro Paese, ma da soli non bastiamo e abbiamo bisogno che la comunità internazionale si ricordi di essere dotata di un'anima e non si limiti a fare dei propri incontri internazionali soltanto delle passerelle burocratiche. Per questo l'Italia è pronta a sostenete la proposta dell'UNESCO di istituire dei Caschi blu per difendere i luoghi della cultura nel mondo”.
L'UNESCO ha ritenuto interessante la proposta italiana di Franceschini di istituire i "Caschi blu della cultura" a marzo; una task force altamente specializzata per gli interventi pre e post attacchi terroristici ai beni culturali di tutto il mondo. I Caschi blu interverrebbero nei casi di segnalazioni di attacchi per mettere in sicurezza le opere d'arte e i reperti, oppure, nella fase successiva per iniziare subito le operazioni di salvataggio e ricostituzione dei patrimoni danneggiati e a rischio. Ha detto Franceschini: “Il patrimonio culturale rappresenta l’identità e la memoria storica dei popoli e delle loro civiltà millenarie ed esprime al contempo valori universalmente riconosciuti. Ecco perché la cultura è sempre più uno strumento di dialogo tra le nazioni, e la difesa del patrimonio rappresenta un’esigenza primaria per la comunità internazionale”.
Filomena Fuduli Sorrentino, insegna alla South Middle School, ECSD, Newburgh, NY. Nata e cresciuta in Italia, calabrese, vive a New York dal 1983. Diplomata alla scuola Magistrale in Italia, dopo aver studiato alla SUNY, si è laureata alla NYU- Steinhardt School of Culture, Education, and Human Development, con un BS e MA in Teaching Foreign Languages & Cultures. Dal 2003 insegna lingua e cultura italiana nelle scuole pubbliche a tempo pieno e nelle università come Adjunct Professor. È abilitata dallo Stato di New York all’insegnamento nelle scuole pubbliche delle lingue italiana 1-6 & 7-12, ESL K-12 e spagnola 1-6 & 7-12.