
Alessandro Adorno, direttore a Taormina della scuola Babilonia
Sempre più studenti stranieri scelgono la Sicilia per studiare l’italiano. Sorpresi? I perché di questo fenomeno li abbiamo chiesti ad Alessandro Adorno, direttore del Centro di lingua e cultura Babilonia a Taormina, che ogni anno attira studenti da tutto il mondo. Una scuola situata nel centro storico di Taormina, dove i corsi di lingua e cultura si tengono a Casa Silvia – una villa storica costruita nel 1817 e protetta dalla Sovrintendenza alle Belle Arti – a circa 200 metri dal Teatro Greco: un’oasi di pace che offre agli studenti non solo l’opportunità di apprendere l’italiano ma di fare anche un’esperienza diretta e personale della vita e della cultura italiana. All’interno di Casa Silvia, in pieno Parco Archeologico di Taormina c’è un giardino di aranci, limoni, mandarini, nespoli, loti, ciliegi, palme ed esotico bambù, dove Babilonia ospita regolarmente presentazioni letterarie con gli autori, cine-forum, mostre di pittura e fotografia, concerti di jazz e musica classica e performance teatrali. Il giardino ospita anche un net-c@fé e un bistrot a a disposizione degli studenti.
Il dott. Adorno, che si dedica con passione alla promozione dell’eredità culturale siciliana, e dello studio della lingua e cultura italiana, in questa lunga e approfondita intervista, ha risposto alle mie domande con spiegazioni sociolinguistiche e chiarendo, con esempi vari, alcuni stereotipi legati alla Sicilia e alla lingua italiana.
Da quali paesi provengono gli studenti stranieri, e quali sono i loro intenti per studiare l’italiano alla Scuola Babilonia?
Il Centro di lingua e cultura italiana Babilonia ospita studenti provenienti da ogni parte del mondo, dai paesi dell’Unione Europea, dai paesi del Nord-America, dal Giappone, dall’Australia e dalla Nuova Zelanda e dai paesi ex-socialisti. Un eccezionale mix in nazionalità e in età – dai 18 agli 80 anni – con comune l’amore per la lingua e la cultura italiana. Per noi è sempre molto gratificante guardarli interagire in italiano anche fuori dalle classi e aldilà delle lezioni di lingua. Non vi è dubbio che il trovarsi in una situazione d’immersione totale favorisca ed acceleri i processi di acquisizione di una lingua straniera, nel nostro caso, dell’italiano.

Il giardino della villa che ospita la scuola Babilonia
Quali corsi di lingua e di cultura la Scuola Babilonia propone, e come si differenziano i suoi corsi e, in genere, l'organizzazione della sua scuola rispetto a quella di altre scuole d'italiano per stranieri in Italia?
Oltre ai corsi di italiano, dal livello Principiante Assoluto al livello C2, secondo la divisione prevista dal Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue (QCER), meglio conosciuto come Common European Framework of Reference for Languages (CEFR), il nostro Centro offre un’ampia scelta di corsi di cultura: corsi di letteratura (“Gli scrittori siciliani nella letteratura italiana”, “Camilleri e il Commissario Montalbano”), corsi di storia dell’arte (“La storia dell’arte in Sicilia”), di archeologia (“Archeologia in Sicilia”, “Metodologie e scoperte nella Sicilia Orientale”), di storia (“Storia della Sicilia”), di cinema (“La Sicilia nel Cinema, il Cinema in Sicilia”), di geologia (“Geologia del Mediterraneo e dei vulcani in Sicilia”) e di Scienze Politiche (“Mafia: una questione regionale, nazionale o globale?”). Maggiori informazione sui corsi accademici si possono trovare su questo sito specifico.
Oltre ai corsi di lingua e di cultura, il nostro Centro di lingua e cultura italiana offre una serie di programmi “plus” quali i corsi di cucina, i corsi sul cibo e vini siciliani, i programmi di trekking e hiking in natura, i programmi di scuba-diving, ecc. Come si noterà, sia i nostri corsi di cultura e sia i programmi “italian plus” hanno tutti un focus specifico sulla Sicilia questo perché è il nostro marchio di fabbrica, la nostra ragione fondativa: promuovere e diffondere lo studio della lingua italiana e far conoscere l’enorme eredità culturale della nostra isola, la Sicilia, agli amanti stranieri della lingua e cultura italiana. D’altronde, che senso avrebbe venire in Sicilia a studiare il Rinascimento, le Ville Palladiane o quant’altro non reperibile in Sicilia che quindi rimarrebbe solo “sui libri” non potendola toccare con mano, vederla da vivo, annusare col naso?!

La presentazione di un libro del Prof. Antonio Monda della New York University alla scuola Babilonia
Sono corsi in collaborazione con università americane?
Il nostro Centro ha ospitato e continua a ospitare faculty-led study abroad programs di Università statunitensi quali Auburn University, University of Minnesota, Bard College e, in passato, Rice University, Elon University, Montclair State University. Inoltre il nostro Centro collabora con alcuni study abroad providers e anche studenti “indipendenti” statunitensi possono iscriversi ai nostri Academic Courses (semester programs, internship programs, winter, spring, summer, fall short term programs) ed avere riconosciuti gli Acedemic Credits per i loro corsi presso il nostro Centro. Il nostro “tasso di ritorno” di ex studenti è di circa l’otto per cento.
In Italia, non esiste una regione in cui si parla l'italiano perfetto o senza un accento regionale, ma è pur vero che non possiamo mettere, sullo stesso piano, il dialetto della Sicilia e quello della Toscana. Quali sono i vantaggi e gli svantaggi per gli studenti che desiderano studiare l’italiano in Sicilia?
Sono felice che mi abbia posto questa domanda perché mi permette di chiarire alcuni luoghi comuni e stereotipi di vario genere. Innanzi tutto, i linguisti sanno bene che la distinzione fra “lingua” e “dialetto” è puramente politica e serve a circoscrivere geograficamente e/o antropologicamente una lingua minoritaria rispetto a una lingua maggioritaria o lingua ufficiale dello Stato.
Ciò detto, in Italia si vive in una situazione di bilinguismo diffuso: da una parte il cosiddetto italiano standard e parallelamente il dialetto regionale (il siciliano, il veneto, il napoletano, il lombardo, l’abruzzese, il romagnolo, il pugliese, il genovese, ecc., tra l’altro la definizione/restrizione del concetto di dialetto può essere tanto regionale, quanto provinciale che cittadina).
Nell’uso pragmatico della lingua, l’uso del dialetto è più diffuso fra le classi meno colte, e/o meno abbiente o ristretto a un uso familiare-colloquiale-umoristico. Non vi è dubbio che l’italiano standard parlato in Sicilia, ha lo stesso valore e/o portata dell’italiano standard parlato in altre parti d’Italia (a certificarlo anche la popolarità di personaggi televisivi “siciliani” di grande impatto comunicativo, da Pippo Baudo a Fiorello, che la lingua italiana la masticano piuttosto bene…).
Se poi volessimo fare anche un po’ di storia della lingua italiana, chi si occupa di linguistica e di letteratura italiana ben conosce l’influenza che i poeti arabi siciliani (Ibn Hamdis fra tutti) e la Scuola Siciliana della Corte di Federico II (Cielo d’Alcamo, Jacopo da Lentini,ecc) hanno avuto sugli Stilnovisti e su Dante Alighieri («Il volgare siciliano si attribuisce fama superiore a tutti gli altri per queste ragioni: che tutto quanto gli Italiani producono in fatto di poesia si chiama siciliano; e che troviamo che molti maestri nativi dell'isola hanno cantato con solennità» scrive Dante nel De Vulgari Eloquentia), così come il pubblico dei lettori sa bene che la Sicilia annovera due Premi Nobel per la Letteratura (Luigi Pirandello e Salvatore Quasimodo) e sa che il Verismo e la sua corrente è pressoché tutta siciliana.

Lezione in giardino
E ci sono poi i tanti altri scrittori famosi siciliani del dopoguerra…
Esattamente. Chi si occupa di linguistica e di letteratura italiana conosce bene il valore letterario degli scrittori siciliani del dopo-guerra da Sciascia e Vittorini, da Brancati a Consolo, da Bufalino a Camilleri, anche se pochi, forse, conoscono ancora quelli degli eccellenti contemporanei, da Piazzese a Buttafuoco, da Perroni alla Seminara, dalla Torregrossa a Viola Di Grado. Insomma, poche regioni italiane possono annoverare un tale patrimonio letterario. Nonostante ciò ci si continua a chiedere se in Sicilia si parli italiano…
Forse perchè il siciliano è difficile da comprendere?
Gli altri dialetti italiani sono altrettanto “incomprensibili” quanto lo è il dialetto siciliano. Prendiamo, solo ad esempio, un testo in genovese dell’immenso Fabrizio De André, “A Cumba”. La comprensione del genovese è forse più semplice del siciliano? O la comprensione del veneziano, del bergamasco, dell’emiliano o, persino, del toscano parlato in certi borghi di campagna (e lo dico per conoscenza diretta avendo vissuto per 5 anni in Toscana) è più semplice?! Evidentemente no, ma il problema lo ci si pone solo quando si parla di studio in Sicilia. A nessuno verrebbe in mente di obiettare su un soggiorno studio a Genova, o Venezia o Bologna… Certo, se si fa riferimento a certe forse caricaturali di dialetto siciliano (vedi ultima pubblicità radiofonica di prodotti agricoli Solarelli ) esso risulta fastidioso (anche e soprattutto a un orecchio siciliano) oltre che ridicolo per un linguista. Infatti, da un punto di vista filologico, far usare a un siciliano il passato remoto quando parla in italiano standard è una delle cose più stupide che si possa fare (purtroppo, tesi ignorantemente avvalorata anche da una certa scuola di glotto-didatti di italiano per stranieri). Il dialetto siciliano ha solo una forma di passato perfetto (il passato remoto) come il latino, da cui discende come la maggior parte dei dialetti italiani. Ma, in questo caso si fa riferimento al dialetto non all’italiano in uso in Sicilia, come caricaturalmente si usa fare. Tra l’altro, ad un osservatore di fatti linguistici non dovrebbe sfuggire che, soprattutto per le classi meno colte, coniugare un passato prossimo è molto più semplice che coniugare un passato remoto. Come per uno studente straniero. Purtroppo, però, continuiamo ad assistere a parodie dell’uso dell’italiano parlato in Sicilia farcite di passati remoti (vedi, ultima, la pubblicità su citata).
Da dove nasce allora il pregiudizio anche linguistico?
Non vi è dubbio che il Cinema e, in particolare, il cinema di Germi fra tutti, ha inciso enormemente sulla formazione dello stereotipo Sicilia: terra brulla e gialla, contadini con la coppola, delitti d’onore e di mafia, donne in nero e col velo. Uno spaccato veristico e veritiero della società dell’immediato dopoguerra. Ma uno spaccato che coincideva con la situazione di povertà, miseria ed arretratezza di molte zone di Italia, costrette anch’esse all’emigrazione (Veneto, Piemonte, Abbruzzo e Molise, ecc). L’accento del Cinema su questa situazione socio-economica era giustificata dalla necessità “politica” da parte del neo-realismo e del posto neo-realismo di evidenziare la necessità di sviluppo e progresso anche delle classi meno abbienti, le stesse che erano state oggetto di forti ondate migratorie. A tal proposito e a onor del vero, lo stereotipo del siciliano incapace di parlare in italiano si è poi rafforzato negli USA nelle comunità italiane. Anche qui, con osservazione più obiettiva, bisognerebbe dire e riconoscere che quegli emigranti, parlanti quasi esclusivamente in dialetto, provenivano in gran parte dalle classi povere e analfabete e, quindi, limitate nell’esprimersi in italiano standard o, tantomeno, aulico. Se a ciò, per finire, includiamo che una vera e ampia diffusione dell’italiano standard avvenne in Italia solo negli anni ’60 grazie, soprattutto, alla diffusione più capillare di radio e televisione, il quadro è completo e un po’ più complesso e veritiero sulla situazione socio-linguistica dell’italiano standard in tutta Italia e della sua diffusione.
Lei riesce a comprendere altri dialetti oltre al siciliano?

Alessandro Adorno
Per motivi di formazione e professionali ho viaggiato molto in Italia e posso assicurare che tutti i dialetti italiani sono tanto incomprensibili quanto lo è quello siciliano. Ciò che dovremmo imparare a riconoscere è che in Italia, in tutte le regioni d’Italia, gli italiani vivono in una situazione diffusa di bilinguismo dialetto/italiano standard e che la “bontà” o la “qualità” dell’italiano usato dipende più dalla condizione sociale del parlante (più è elevata la condizione sociale più il tasso di scolarizzazione aumenta e con esso la qualità della lingua in uso). Da questo punto di vista, a Taormina, città borghese, artistica e di professionisti, la qualità linguistica della struttura sociale non è diversa né inferiore a quella del resto d’Italia.
Uno straniero deve prima conoscere la storia della lingua italiana, come la poesia siciliana, e le divisioni geografiche e politiche che resero il passaggio dai dialetti alla lingua ufficiale? Raggiungerà effettivamente il suo obiettivo di studio della lingua italiana trovandosi in Sicilia?
No, certamente uno studente straniero non deve conoscere la storia della lingua italiana per studiare italiano in Sicilia o in qualsiasi altra destinazione in Italia così come uno studente italiano che voglia imparare l’inglese non deve essere un esperto di filologia germanica o di Shakespeare. Onestamente, non vedo perché uno studente non potrebbe raggiungere l’obiettivo di apprendere l’italiano in Sicilia al netto di pregiudizi, stereotipi e luoghi comuni assolutamente oppugnabili alla luce di quanto precedente scritto. Può uno studente imparare l’inglese a Londra o a Manchester o deve andare per forza a Oxbridge? Se studia a Londra imparerà il cockney?! Può studiare inglese a NY o rischia di imparare lo slang del Bronx? Può studiare a SF o LA o imparerà spanglish?! Non vi è dubbio che un soggiorno-linguistico in immersione totale vale più di qualsiasi altro corso fatto in maniera estensiva nel proprio paese, a scuola come all’università. Testimone di ciò sono i commenti che gli studenti che frequentano i nostri corsi ci lasciano prima di partire.
Avete notato una certa propensione all'italiano da parte di studenti di una specifica madrelingua e, viceversa, studenti che provengono da determinati paesi per i quali apprendere l'italiano sia più difficile?
Certamente tedeschi, svizzeri, olandesi, scandinavi, spagnoli, francesi, russi nutrono un amore ancestrale per la nostra lingua, la nostra cultura il nostro life-style (…beati loro…). Naturalmente, i madrelingua, di lingue romanze, sono avvantaggiati nei tempi dell’apprendimento rispetto a un giapponese, a un arabo, a un russo o a un madrelingua di lingue germaniche.
Gli studenti della scuola Babilonia dove trovano alloggio a Taormina? E oltre allo studio della lingua, quali altre attività svolgono organizzate dalla scuola?
I nostri studenti hanno diverse scelte per alloggiare. Si va dal famoso home-stay (alloggio in famiglia, in B&B o in mezza pensione o in pensione completa) agli appartamenti da condividere fra studenti, dai mini-appartamenti indipendenti alle pensioni o hotel di varie categorie.
La nostra scuola ogni giorno organizza un’attività socio-culturale differente per gli studenti che partecipano ai nostri corsi. Si va dalla visione di film italiani con sottotitoli in italiano ed assistiti da un nostro insegnante ai seminari su diversi temi legati alla società, alla cultura, alla storia, alla politica italiana, dalle visite guidate nelle città d’arte alle passeggiate in natura, dai pomeriggi gastronomici alle degustazioni di vini e formaggi.
Inoltre, il Centro di lingua e cultura italiana “Babilonia” è anche Centro Culturale aperto alla cittadinanza e ai tanti visitatori di Taormina e spesso organizza presentazioni letterarie con scrittori contemporanei (vedi sopra), esposizioni di pittura e fotografia, concerti classici e jazz. Questi eventi culturali sono aperti al pubblico e sono, per i nostri studenti, un’occasione di incontrare “gli italiani” in una situazione reale e in un contesto autentico, diversamente da quanto accade in altri programmi o altre destinazioni in cui l’unica occasione di contatto con i nativi è spesso limitata al bar e/o alla discoteca.
Avevano mai pensato a un rapporto di collaborazione con altre scuole d’italiano sia in Italia sia all'estero?
Sì, la nostra collaborazione con scuole e università in Italia e all’estero è piuttosto intensa. Il Centro di lingua e cultura italiana Babilonia collabora con l’Università per stranieri di Perugia (siamo sede ufficiale per gli esami della Certificazione CELI) e con l’Università “Ca Foscari” di Venezia per la quale siamo Centro di Tirocinio per il Master ITALS.
Inoltre Babilonia è membro dell’ASILS (Associazione delle Scuole di Italiano come Lingua Seconda), della quale il sottoscritto ha avuto l’onore e il privilegio di esserne il presidente per due mandati più vari mandati come consigliere, è membro di Eduitalia ed è attivo all’interno dell’AATI-American Association for Italian Teachers (di cui attualmente e immeritatamente sono membro dell’Executive Board). Babilonia è anche riconosciuta in Svezia dall’Agenzia Nazionale per l’Educazione (CSN) e in Germania per il Bildungsurlaub in tutti i Landes. In passato abbiamo anche partecipato a programmi europei in collaborazione con varie Università e Scuole europee.
Per finire, abbiamo relazioni accademiche con università in USA e Russia che ospitiamo nel nostro Centro e per le quali organizziamo corsi a fini accademici.
Che metodologia didattica è utilizzata nei corsi d’italiano? L’apprendimento si basa attraverso una diretta comunicazione tra docenti-studenti?
Dal 1992, il Centro di lingua e cultura italiana Babilonia si occupa d’insegnamento dell’italiano LS e L2. Il programma, dei nostri corsi d’italiano, parte da un approccio comunicativo inteso ad attivare i processi di apprendimento ed acquisizione nelle quattro abilità linguistiche (ascolto, parlato, lettura e scrittura), secondo l’ipotesi dell’acquisizione-apprendimento dei comunicativisti, da Krashen in poi, secondo cui vi sono due sistemi per sviluppare la competenza di una lingua: acquisizione (livello subcosciente) e apprendimento (livello cosciente-razionale). La didattica all’interno dei nostri corsi tiene in considerazione anche le Teorie dell’Intelligenza Multipla di Gardner per cui gli insegnanti presentano in classe attività atte a soddisfare modi diversi di apprendimento.

La Prof. Filomena Fuduli Sorrentino a Taormina
Oggi, contrariamente a un consolidato orientamento più tradizionale e duro a morire all’interno di certi syllabus accademici, è un sapere ampiamente condiviso fra i glotto-linguisti quello di distinguere una fase di apprendimento (fase razionale-cosciente) e una di acquisizione (fase subcosciente) nello studio una lingua straniera. Basterebbe solo pensare a come un madrelingua impara la propria lingua cioè solo a livello di acquisizione in fase subcosciente! Sarebbe facile sfidare chiunque a dire che non sapesse usare presente, passato, futuro, condizionale, articoli, preposizioni, ecc, prima di arrivare al primo giorno di scuola elementare. E come siamo arrivati a un tale livello avanzato di competenza linguistica se comparata a certi syllabus? Solo in fase subcosciente (acquisizione). Di certo, né mamma né papà ci hanno fatto studiare le “regole di grammatica” prima che frequentassimo la scuola!
Il Centro di lingua e cultura Babilonia ha quindi, da sempre, voluto riequilibrare questa distorsione presente in molti percorsi didattici più tradizionali e bilanciare le esperienze di apprendimento con quelle di acquisizione.
Il corso standard è quindi diviso in due parti: la sessione di analisi del linguaggio e la sessione di attività comunicative.
Tutte le attività della sessione di analisi del linguaggio attivano i processi di apprendimento (livello cosciente-razionale) e hanno come obiettivo comprendere meglio come funziona la nostra lingua, esplorarne i “meccanismi” che la governano. Le attività di analisi del linguaggio comprendono la produzione orale e scritta controllata e le attività analitiche (morfo-sintattiche, semantico-lessicali, funzionali) di ascolto e lettura.
Tutte le attività della sessione di attività comunicative attivano i processi di acquisizione (livello subcosciente) e comprendono la comprensione olistica di ascolti e letture (attraverso, ad esempio, attività di ascolto o di lettura ripetute) ed attività di produzione orale e scritta libere, al fine di aumentare le competenze comunicative dello studente.
Quindi i vostri corsi e diplomi sono anche riconosciuti a livello internazionale?
I nostri corsi sono strutturati per essere conformi agli standard europei fissati dalla ALTE (Association of Language Testers in Europe) e dal Consiglio d’Europa ed in particolare al QCER – Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue.
Le forme e le strutture morfo-sintattiche e/o lessicali sono presentate in maniera induttiva, senza alcuna anticipazione quindi da parte degli insegnanti delle forme e delle strutture che saranno prese in esame durante la lezione in modo da stimolare prima una riflessione e la formulazione di ipotesi da parte degli studenti ed arrivare poi alla “soluzione di un problema” (o alla “scoperta” di un nuovo elemento grammaticale, sintattico o lessicale) attraverso la verifica con gli altri studenti delle proprie ipotesi (lavori fra pari o in plenum) e quindi solo alla fine di un processo di analisi e riflessione. Una filosofia di insegnamento che prevede, quindi, lo studente al centro del suo processo di apprendimento e che non prevede mai un’anticipazione all’inizio di una lezione fatta in maniera frontale dall’insegnante (tipologia di insegnamento che prevede il docente come protagonista della lezione). Le forme e le strutture morfo-sintattiche, e/o lessicali, sono presentate e analizzate in ordine e frequenza d’uso e della loro complessità. Il materiale didattico è presentato sotto forma di testi autentici (quotidiani, articoli da riviste, dialoghi estratti da film o cassette, radio, cinema, TV, lettere, brevi storie, ecc…) e materiale auto prodotto dai docenti di Babilonia. Il progresso nell’apprendimento e l’analisi dei processi d’acquisizione degli studenti vengono costantemente monitorati dai docenti durante una riunione didattica settimanale in cui tutti gli insegnanti si riuniscono per discutere quanto avvenuto nelle classi, le attività e i percorsi didattici attivati e le sperimentazioni svolte, al fine di garantire ad ogni studente un corretto svolgimento delle fasi di apprendimento e acquisizione ed una classe idonea alle proprie competenze linguistiche.
Quanti studenti avete in media per classe?
Il numero massimo di studenti è di 10 per classe, anche se spesso il numero medio di studenti per classe è di 4-6 studenti. Il ridotto numero di studenti in classe favorisce il coinvolgimento e la comunicazione attiva da parte degli studenti e dà ad ogni studente maggiori opportunità di essere protagonista della lezione. Durante il corso, ogni settimana, vi è una rotazione degli insegnanti per dare allo studente l’opportunità di ascoltare voci diverse, ritmi ed intonazioni diversi e di poter avere a che fare con personalità e stili differenti nel corso del soggiorno linguistico. Il programma dei nostri corsi di italiano è diviso in 6 differenti livelli di competenza: dal livello per Principianti Assoluti ai livelli Avanzati. Gli studenti possono iscriversi ad un corso per un numero di settimane a loro scelta, a seconda della loro disponibilità di tempo e della loro volontà. Il primo giorno di scuola, lo studente deve fare un test di valutazione di ingresso (scritto ed orale) dal cui esito dipende l’inserimento in una classe di livello appropriato.
Ma che atteggiamento vi aspettate in classe dagli studenti?
Una lingua per noi non è il risultato di una serie di regole grammaticali ma lo specchio di una cultura e di un modo di vedere e interpretare il mondo circostante e l’apprendimento di una lingua non è quindi un processo meccanico. E’ un impegno che coinvolge la sfera personale, intellettuale e psicologica di ciascuno. Il fatto puro e semplice che uno studente sia venuto a conoscenza/contatto con un determinato elemento grammaticale, in maniera passiva, non è per noi indice di maturazione/acquisizione linguistica e quindi di possibilità di avanzamento all’interno del percorso didattico. Gli studenti che non abbiano ancora maturato (acquisito) le strutture prese in analisi durante il corso saranno invitati a ripetere il livello o a ritardare per il tempo necessario l’avanzamento nel successivo livello per continuare l’analisi di particolari strutture non ancora acquisite. L’avanzamento avviene solo in base alle competenze attive dello studente. Dato che il nostro programma si sviluppa partendo da un approccio comunicativo, il materiale e le attività utilizzati nelle classi sono ampi e variegati ed è raro che uno studente possa ripetere le stesse attività utilizzando lo stesso materiale. Questa è una conditio sine qua non con la quale programmiamo le nostre attività e gestiamo le nostre classi e i nostri corsi.
Così come è, per noi, conditio sine qua non l’uso di materiali autentici in classe al fine di mettere lo studente immediatamente in contatto con la lingua autentica e non con una lingua artificiale, semplificata ad uso degli studenti stranieri, lingua che non troverà mai uscendo da scuola, nelle strade, in TV o sui giornali. I nostri studenti traggono grande vantaggio dall’uso di testi autentici perché essi agevolano un migliore e più efficace inserimento nella realtà linguistica fuori dalla scuola, nella vita e nella società reale.
Taormina è culla dell’antica civiltà greco-romana, oggi è conosciuta non solo per la sua cultura e la sua posizione geografica, ma anche per la sua gastronomia. La Scuola Babilonia offre corsi di cucina, questi sono basati solo sulla gastronomia regionale italiana oppure sono una combinazione di lingua e cucina siciliana.
La Sicilia, più che Taormina, è la culla della civiltà greca che enormemente (diremmo totalmente) influenzò la civiltà romana (ecco perché Goethe ricorda a coloro che pensano a Roma e al periodo romano come fondazione della futura Italia che “L’Italia, senza la Sicilia, non lascia alcuna immagine nell’anima: qui è la chiave di tutto”). La Sicilia, isola al centro del Mediterraneo, snodo geo-politico essenziale da controllare quando il commercio “internazionale” avveniva all’interno del Mediterraneo, è sempre stata preda di coloro che intendevano esercitare la loro influenza e la loro potenza all’interno del Mediterraneo controllandone i traffici ed è per questo che la Sicilia si può considerare il primo esempio di Melting Pot, un’isola, un territorio, dove civiltà diverse (incluso le tre religioni monoteiste) hanno convissuto pacificamente per millenni. Ed è ovvio che queste diverse popolazioni, queste diverse civiltà, abbiamo portato con sé usi e costumi differenti, incluse la cucina e la gastronomia.
In Sicilia si possono annoverare almeno 3 cucine di influenze differenti: la cucina di influenza greca (ricca di ortaggi e pesce), la cucina di origine araba (al punto che il couscous, nelle provincie di Agrigento e Trapani, è piatto locale da millenni) e la cucina di influenza spagnola (a volte definita barocca, con quella “summa della storia” che è, ad esempio, la cioccolata piccante di Modica, creata all’epoca in cui gli Spagnoli dominavano in Sicilia e nell’America centrale, importando proprio da lì il peperoncino).
Dovremmo sempre ricordare, inoltre, che il primo “manuale di gastronomia”, H─ôdypatheia, letteralmente Poema del Buongustaio, fu scritto proprio da un siciliano, Archestrato di Gela, vissuto nel IV secolo avanti Cristo.
La ricchezza e l’eccellenza della produzione agricola (da sottolineare che tutta la produzione agricola siciliana è GMO Free cioè in Sicilia è vietata la coltivazione con OGM), dei formaggi, dei vini, dei dolci in Sicilia non può sfuggire all’interesse del visitatore straniero né tantomeno degli amanti della lingua e cultura italiana se è vero, come è vero, che “si viaggia anche con la pancia” ed è per questo che il Centro di lingua e cultura Babilonia organizza anche un corso di “cucina casalinga” o “cucina con la mamma” in cui non solo si imparano le ricette tipiche regionali ma si rimane a cena “in famiglia” dando l’opportunità ai nostri studenti di un contatto e un’esperienza diretti con la vita quotidiana di una famiglia italiana.
I viaggi studio sono un valido contributo per invogliare gli americani a rafforzare i rapporti con il sud dell’Italia attraverso un’immersione di lingua e cultura. Che consigli può dare agli aspiranti studenti per raggiungere effettivamente l’obiettivo da loro prestabilito?
Agli studenti degli Stati Uniti, così come a tutti gli studenti, consigliamo un’immersione totale nella lingua e cultura italiana. Sembra ovvio ma non lo è. Immersione totale significa abbandonare l’uso dell’inglese o delle altre lingue-ponte durante il soggiorno in Italia. Certo, lo sappiamo, è faticoso esprimersi poco e male in una lingua che non è la nostra, è faticoso combattere con sé stessi alla ricerca di frasi e parole per comunicare, è persino frustrante passare per idioti perché non ci si riesce ad esprimere ma non c’è altra via. Come sempre diciamo “Per imparare a nuotare bisogna tuffarsi in acqua altrimenti, coi libri, impariamo a nuotare solo in teoria”. E tuffarsi nel grande mare della lingua italiana significa prendere subito confidenza con giornali, riviste, televisione, musica, internet, ecc e non limitarsi all’apprendere mere regole di grammatica. Dico sempre ai nostri studenti che, anche se conoscessi tutte le regole di grammatica di una certa lingua e facessi per bene tutti gli esercizi relativi, questo non mi aiuterebbe a comprendere un film, a leggere un giornale e partecipare attivamente a una conversazione con parlanti nativi… E’ questo ciò in cui devono immergersi gli studenti in un soggiorno linguistico ed è quello che proponiamo al Centro di lingua e cultura Babilonia a Taormina. Se il motivo di un soggiorno all’estero fosse solo quello di imparare regole di grammatica, l’investimento sarebbe esageratamente oneroso. Potremmo ottenere lo stesso risultato (imparare asettiche regole di grammatica) a casa senza sobbarcarsi spese di viaggio, vitto, alloggio e retta per il corso. Quando uno studente straniero decide di venire in Italia per un soggiorno linguistico in immersione totale dovrebbe trovare occasioni per riflettere sulla lingua e fare esperienza diretta di lingua autentica.
Filomena Fuduli Sorrentino, insegna alla South Middle School, ECSD, Newburgh, NY. Nata e cresciuta in Italia, calabrese, vive a New York dal 1983. Diplomata alla scuola Magistrale in Italia, dopo aver studiato alla SUNY, si è laureata alla NYU- Steinhardt School of Culture, Education, and Human Development, con un BS e MA in Teaching Foreign Languages & Cultures. Dal 2003 insegna lingua e cultura italiana nelle scuole pubbliche a tempo pieno e nelle università come Adjunct Professor. È abilitata dallo Stato di New York all’insegnamento nelle scuole pubbliche delle lingue italiana 1-6 & 7-12, ESL K-12 e spagnola 1-6 & 7-12.