“Non tutti gli italodiscendenti parlano la nostra lingua ma si sentono comunque italiani. Questo bacino rappresenta un grande potenziale per il nostro paese, è una risorsa che finora è stata trascurata ma che merita maggiore attenzione politica, culturale e istituzionale.” -Mario Giro, sottosegretario agli Affari Esteri.
La settimana dedicata alla lingua italiana è un evento che promuove lo studio della nostra lingua nel mondo. L’evento organizzato ogni anno dalla rete culturale e diplomatica della Farnesina, si svolge durante la terza settimana di ottobre con conferenze, mostre, spettacoli, incontri con scrittori, con spettacoli e incontri politici. Il sottosegretario agli Affari Esteri, Mario Giro, in un recente intervista per la rivista italiana di geopolitica Limes, parla del potere della lingua italiana.
Condivido la citazione di Mario Giro, che ho incluso in quest’articolo, e confermo che è proprio vero che non tutti gli italo-discendenti che vivono all’estero parlano italiano, e questi ne soffrono molto per non poter parlare la lingua italiana. Senza dubbio è anche vero, come dice Mario Giro, che questi italo-discendenti si sentono e si identificano come italiani anche se sono di quarta generazione. Come docente incontro moltissimi discendenti italiani di terza e quarta generazione e questi mi raccontano di come sono stati privati di parlare italiano quando erano ragazzi e di come sono stati forzati a parlare solamente l’inglese per evitare discriminazioni a scuola, e per potersi integrare velocemente con il resto della comunità. A New York venticinque anni fa, i miei amici che vivevano qui e avevano figli della stessa età dei miei figli non insegnavano l’italiano ai loro figli ma solo l’inglese, (anche se loro erano nati in Italia). Quando chiedevo il perché non parlavano italiano con i loro figli mi rispondevano che se lo avessero fatto poi i loro figli avrebbero avuto problemi a scuola.
Oggi si promuove la lingua italiana in tutto il mondo per lo stesso motivo per il quale si proibiva il suo insegnamento decine di anni fa anche nelle famiglie. Cioè, si promuove la lingua italiana affinché l’Italia si possa identificare e valorizzare con il resto del mondo, e così, poter far apprezzare anche il nostro patrimonio culturale. Ultimamente, i politici italiani si sono resi conto che se vogliono dar potere e far apprezzare la cultura italiana nel mondo devono promuovere lo studio della lingua italiana all’estero, e per promuoverla devono investire molti soldi. Capitalizzare sullo studio dell’italiano è un ottimo investimento per l’Italia se programmato e gestito bene. Tuttavia se i soldi saranno spesi solo nelle scuole private, l’investimento non avrà molto profitto per l’Italia. Cioè, i politici non si devono basare solamente sul risultato che ottengono nelle scuole private, ma si devono concentrare a ottenere successo nelle scuole pubbliche, anche se questo richiede molto più impegno da parte loro, e molto più lavoro dalle persone responsabili per la sviluppo della nostra lingua all’estero. I politici e i diplomatici devono imparare e capire il sistema delle scuole pubbliche all’estero, cosa non facile perché è un sistema scolastico gestito in modo molto diverso da quello italiano.
Mario Giro dice: “I sette licei italiani all'estero sono considerati tra le migliori scuole dei rispettivi paesi.” Su quest’argomento non sono in sintonia con il sottosegretario agli Affari Esteri. Questi licei di cui parla Mario Giro sono aperti a un gruppo di studenti provenienti da famiglie privilegiate, quindi non tutti quelli che volessero attendere uno di questi licei potrebbero iscriversi. In fatti, per frequentare questi licei bisogna pagare, e profumatamente! Per esempio, La Scuola d’Italia Guglielmo Marconi costa agli studenti che la frequentano $22,600 ogni anno, anche se alcuni di loro ricevono una borsa di studio e pagano di meno. Allo stesso tempo molti si domandano: se gli studenti pagano tanto per frequentare una di queste scuole italiane, i soldi che arrivano dall’Italia dove finiscono?
Nell’intervista Mario Giro afferma che la lingua italiana è la quarta lingua studiata al mondo, e questo noi l'abbiamo letto su moltissimi quotidiani. Comunque, i dati non sono mai stati resi pubblici e non si sa chi sono e da dove provengono gli studenti che studiano la lingua italiana. Non si sa se questi studenti siano adulti o studenti di scuole medie e liceali, oppure studenti universitari. Non si sa se quest’aumento sia nelle scuole private sparse per il mondo, oppure è un aumento nelle scuole pubbliche. Molti miei lettori mi hanno scritto privatamente domandandomi se è vero che la lingua italiana è la quarta lingua più studiata al mondo e se ci sono i dati per provarla. Io non posso dare risposte accurate perché non lo so per certezza. Secondo le mie ricerche non ho potuto trovare dati che provino che la lingua italiana sia la quarta lingua più studiata al mondo.
Se lo studio dell’italiano è in aumento nelle scuole pubbliche, è pregevole, sia per la nostra lingua e sia per la cultura e l’economia italiana, ma se questi dati sono basati in maggior parte sulle scuole private, e quelle sovvenzionate dal governo italiano all’estero, non sono validi perché è nelle scuole pubbliche che bisogna far aumentare lo studio della nostra lingua. Infatti, sono le scuole pubbliche che rappresentano le diverse culture del mondo e non quelle private, le quali rappresentano l'omogeneità e sono 1% della popolazione.
In politica la lingua è sempre stata usata per il suo potere. Il potere della lingua è stato un metodo strategico usato in Italia dallo scrittore Gabriele D’Annunzio, il quale utilizzava la lingua (un linguaggio di parole scelte) per suscitare attesa ed entusiasmo nella nuova generazione. Benito Mussolini, anche lui con la dittatura fascista parlava una lingua profondamente piena di manipolazione persuasiva. Di linguaggio e potere se ne parla anche nella filosofia, dei tempi antichi, in Socrate e Platone contro i Sofisti. Perciò, dobbiamo renderci conto che le lingue e il nostro linguaggio, sono un ottimo strumento da usare in modi diversi. Ai miei studenti ricordo sempre che imparare una lingua e importante perché sono strumenti molto utili, e le lingue sono anche chiavi che aprono molte porte per arrivare al successo desiderato.
Termino dicendo che la nostra lingua italiana è un patrimonio per l’Italia e per gli italiani, e la lingua e la cultura devono andare a braccetto. Non si può promuovere la lingua senza la cultura o la cultura senza la lingua, perchè nel linguaggio la cultura è incorporata. Chi insegna la lingua deve conoscere benissimo anche la cultura italiana.
Filomena Fuduli Sorrentino, insegna alla South Middle School, ECSD, Newburgh, NY. Nata e cresciuta in Italia, calabrese, vive a New York dal 1983. Diplomata alla scuola Magistrale in Italia, dopo aver studiato alla SUNY, si è laureata alla NYU- Steinhardt School of Culture, Education, and Human Development, con un BS e MA in Teaching Foreign Languages & Cultures. Dal 2003 insegna lingua e cultura italiana nelle scuole pubbliche a tempo pieno e nelle università come Adjunct Professor. È abilitata dallo Stato di New York all’insegnamento nelle scuole pubbliche delle lingue italiana 1-6 & 7-12, ESL K-12 e spagnola 1-6 & 7-12.