L’ADHD, Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder (sintomatologia da deficit dell’attenzione e iperattività) è un disturbo neurologico molto conosciuto e diffuso negli Stati Uniti e, negli ultimi anni, se ne sta parlando molto anche in Italia. Negli Usa si manifesta da decenni ed è comunemente controllato con farmaci, dopo l’accertamento medico, e con psicoterapia cognitiva per i ragazzi e visite educative per i loro genitori, i quali imparano come migliorare il comportamento dei loro figli. L’ADHD è un “disordine neurologico” di causa biologica e genetica, ed essendo di origine biologica la sua diagnosi è fatta con un metodo scientifico.
Abbiamo intervistato il dott. Steven Aletkin, clinico neuropsicologo specializzato nel trattamento dell’ADHD.

Dr. Steven Aletkin
Il dott. Aletkin dice che questa sindrome si può presentare in soggetti di tutti tipi e livello intellettivo, e persino i bambini brillanti e dotati di talento ne possono essere affetti. Non è una malattia ma è una sindrome che spesso si presenta insieme con altri problemi d’apprendimento, comportamentali, emotivi e dello sviluppo. Questi problemi includono un vasto elenco di disturbi d’apprendimento, in particolare: problemi con la lettura, scrittura, ortografia, matematica, disturbi del linguaggio, condotta, provocatorio, d’umore e d’ansia.
Secondo il dott. Aletkin, gli alunni affetti dall’ADHD, che non ricevono un trattamento adeguato e appropriato, hanno una maggiore probabilità di bocciatura, abbandonano precocemente la scuola, incorrono in fallimenti scolastici, e incontrano difficoltà di adattamento sociale in famiglia e sul lavoro anche da adulti.
Cosa c’entra l’ADHD con la scuola e l’apprendimento dell’italiano?
In realtà c’entra molto perché di solito i primi a suggerire una diagnosi di ADHD sono gli insegnanti. In fatti questi studenti: hanno difficoltà a mantenere la concentrazione, sono incapaci di prestare attenzione ai dettagli e completare le attività in classe, o fanno troppi errori per la disattenzione. In più, gli studenti con ADHD ascoltano e seguono le istruzioni con fatica, hanno difficoltà organizzative, e perciò non possono fare compiti che richiedono impegno mentale sostenuto. Altri problemi: si distraggono facilmente, giocano con le mani e i piedi, si agitano sulla sedia perché hanno difficoltà a stare fermi e seduti; corrono e agiscono come se fossero spinti da un motore, parlano troppo e rispondono precipitosamente prima che le domande siano completate. Infine, hanno difficoltà ad aspettare o rispettare i turni e interrompono e s’intromettono spesso nei discorsi altrui.
In una delle mie classi di terza media ne ho tre identificati sotto la federale 504, la quale indica che gli studenti sono intelligenti e non hanno problemi di apprendimento, ma hanno l’ADHD. Uno dei tre studenti, di cui cito sopra, non sta un minuto seduto e parla in continuazione, gli altri due non si alzano dalla sedia ma parlano ad alta voce e con i compagni che sono seduti lontano da loro. Naturalmente, trattandosi di ragazzi di terza media, alcuni dei loro compagni li trovano divertenti. Per esperienza professionale posso dire che due o tre studenti con ADHD in una classe di 22-25 studenti rendono l’insegnamento e l’apprendimento degli altri studenti molto difficile. Il docente consuma come minimo il 20-25% del tempo della lezione a gestire e controllare il comportamento degli studenti. Questi studenti, essendo valutati e registrati nei moduli 504 (codice legale per i diritti dello studente), hanno diritto a sedersi in prima fila e vicino all’insegnante per essere sorvegliati durante la lezione. Ci sono giornate che non li posso tenere in classe e devo mandarli dal consulente scolastico o dal vicepreside.
Negli USA questi studenti non hanno diritto al maestro di sostegno se l’ADHD si presenta da sola senza altri problemi di apprendimento, quindi questi studenti sono nelle classi regolari, registrati come studenti sotto la“504”, un regolamento federale che da diritto agli studenti con ADHD di ricevere un tempo prolungato del 25% quando devono dare un esame, in più il privilegio del posto dove si devono sedere. Il docente deve state molto attento a non violare la legge federale tenendosi sempre in contatto con il consulente scolastico e i loro genitori documentando tutto.
Che cosa deve fare un docente per gestire il comportamento di questi studenti?
Consiglio agli insegnanti di ridurre e semplificare le attività in classe e di usare insegnamenti visivi, perché questi studenti imparano meglio attraverso la stimolazione del canale visivo. L'utilizzo di lezioni che includono elementi visivi stimola le abilità dello studente e le sue capacità di memorizzazare i materiali e imparare meglio. Anche l’apprendimento cooperativo di gruppo aiuta gli studenti con ADHD motivandoli e coinvolgendoli nell’apprendimento attivo (ma evitare gruppi di più di tre studenti insieme). In parole semplice, il docente deve essere creativo con l’insegnamento, cambiando il suo stile frequentemente, differenziando la lezione e usando diverse strategie di gestione della classe.
Per leggere l’intervista in inglese.
Filomena Fuduli Sorrentino, insegna alla South Middle School, ECSD, Newburgh, NY. Nata e cresciuta in Italia, calabrese, vive a New York dal 1983. Diplomata alla scuola Magistrale in Italia, dopo aver studiato alla SUNY, si è laureata alla NYU- Steinhardt School of Culture, Education, and Human Development, con un BS e MA in Teaching Foreign Languages & Cultures. Dal 2003 insegna lingua e cultura italiana nelle scuole pubbliche a tempo pieno e nelle università come Adjunct Professor. È abilitata dallo Stato di New York all’insegnamento nelle scuole pubbliche delle lingue italiana 1-6 & 7-12, ESL K-12 e spagnola 1-6 & 7-12.