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“L’inattesa”. Angela Merkel, una biografia politica della donna più potente del mondo

Intervista alla giornalista Tonia Mastrobuoni, autrice di uno dei più preziosi resoconti politici della cancelliera tedesca e sull'eredità che lascia

Maria Sole AngelettibyMaria Sole Angeletti
“L’inattesa”. Angela Merkel, una biografia politica della donna più potente del mondo

La copertina del libro di Tonia Mastrobuoni: "L'Inattesa. Angela Merkel. Una biografia politica". (Mondadori).

Time: 8 mins read

Angela Merkel, è la cancelliera che trasforma la Germania nel Paese più potente d’Europa, è la donna che occupa per trent’anni il centro della scena politica tedesca. E “L’inattesa. Angela Merkel. Una biografia politica”, edita da Mondadori, è il titolo dell’ultimo libro, di Tonia Mastrobuoni, corrispondente di Repubblica a Berlino. Scrittrice fluente e precisa, che cerca di svelare il mistero della Merkel penetrando nella sua vita riservata e taciturna attraverso i fili di un resoconto politico ineccepibile, lo stesso che contraddistingue la sua penna giornalistica. Quell’impenetrabilità merkeliana, che fa tutti indietreggiare, Tonia Mastrobuoni, l’ha saputa decifrare, capitolo dopo capitolo, in chiarezza, e il risultato è un capolavoro di discernimento e intuizione. Per chiunque cerchi una guida che aiuti a capire, a non dimenticare e a non smettere di pensare su quello che è stato e che sarà, ecco, questo libro è proprio questo. 

Tonia Mastrobuoni, corrispondente da Berlino per “la Repubblica”, cronista parlamentare e giornalista economica di “Reuters” e il “Riformista”. Nel 2018 ha vinto Premiolino. (Credit Pic: Wikimedia/Flavio Scalzo)

Qual è stato il momento più atteso e quale quello più inatteso nel raccontare 16 anni di vita del più grande talento politico dell’Europa? 

La copertina del libro di Tonia Mastrobuoni: “L’Inattesa. Angela Merkel. Una biografia politica”. (Mondadori).

“Quello più inatteso è stata l’intervista con Thomas de Maizière, che ha voluto parlare tantissimo degli aspetti privati di Angela Merkel e non me lo aspettavo. Mi ha raccontato che adora il vino rosso italiano, in particolare il Brunello di Montalcino, e nonostante le insistenze dei presidenti francesi – da Jacques Chirac, il primo che ha conosciuto- sulla bontà dei vini della Francia non si è mai fatta convincere. Un’altra chiave di interpretazione importante che mi ha dato è quella sui suoi vestiti che sono sempre uguali, una sorte di uniforme, che è qualcosa di geniale. Nel 1990, aveva un aspetto molto fricchettone, indossava degli orrendi gonnoni, con i capelli alla “Riccardo cuor di leone”, era abbastanza buffa ma irriducibile, non voleva adeguarsi ai canoni delle donne occidentali, fu una sua piccola forma di resistenza. Con il tempo adottò un suo stile sempre uguale, grazie a una stilista di Amburgo che le confeziona i vestiti su misura. La ragione è pratica: non ci si distrae mai a guardare come è vestita. Un altro aspetto personale che mi ha detto è l’imperativo di silenzio che vige nella sua cerchia stretta di amici (un grande storico dell’arte e pochi politici), che non possono confessarlo. C’è una sua maniacale cura della privacy. L’aspetto che invece mi ha meno sorpresa è tutta la fase politica più difficile del suo cancellierato: la crisi greca e la crisi dell’euro. Come cronista le ho vissute molto da vicino – mi occupavo da molti anni di banche centrali, seguivo la BCE, andavo tutti i mesi a Francoforte e oltre a seguire la Germania, mi affidarono la Grecia-  e tutte le impressioni che avevo mi sono state confermate dalle fonti che ho ascoltato. Merkel non ha capito la crisi finanziaria, per lei fu un disastro. Secondo me ai tedeschi mancano gli strumenti di comprensione della realtà economica: l’economia in Germania è l’esatto opposto dell’estremo pragmatismo americano, c’è sempre un approccio morale all’economia”. 

Angela Merkel è stata il secondo cancelliere più longevo nella storia del dopoguerra, dai tempi di Otto von Bismarck, il leader fondatore della nazione. Tuttavia, 16 anni sono tanti, pensa “che abbia trovato il momento giusto per lasciare la politica”?

“Lei è la prima cancelliera che ha lasciato senza essere in qualche modo cacciata dal voto e in questo è stata un esempio estremamente positivo. Ha occupato tutto il centro della scena politica tedesca, per 16 anni, e adesso si stava esaurendo un ciclo, i tedeschi erano stanchi; se ne è andata in un momento perfetto -chiusa la crisi finanziaria, allentata la tensione dei migranti-  dove la Germania sta bene, lascia un paese solido come lei. Altri quattro anni sarebbero stati troppi, anche se li avrebbe potuti fare brillantemente, è una leader che si adegua a tutto. L’unica cosa che ci mancherà tanto è il suo rapporto con alcuni grandi protagonisti della scena internazionale”. 

Angela Merkel, Cancelliera federale della Germania dal 22 novembre 2005 all’8 dicembre 2021. ( Credit Pic: Wikimedia)

Ha sempre avuto un’abilità unica nel saper comunicare con i paesi dell’Est, basta ricordare come ha affrontato e destreggiato l’autocrazia di Putin. La sua ereditarietà è così solida da far si che la sua assenza continuerà a essere una presenza condizionante? 

“È molto difficile capire chi potrà sostituirla nel suo rapporto con Putin, che negli ultimi anni lo ha impostato sul bastone e la carota. Aveva anche cercato di riallacciare un dialogo con la Russia, riammetterla al tavolo del G7, rifare i vertici interrotti dalla crisi ucraina, e questo in sostanza significava mantenere un filo, con l’intento di tenere al guinzaglio corto Putin. Lei poi è stata durissima sul profilo dei diritti umani. Quando hanno cercato di avvelenare Navalnyj, che era in Russia, lo ha fatto arrivare e curare a Berlino, salvandogli la vita. Pochi mesi dopo che divenne cancelliera andò in Russia e in un incontro con le associazioni dei diritti umani -organizzato dall’ambasciatore- le dissero che il cancelliere Gerhard Schröder non lo avevano mai visto. Fu la prima a parlare con loro. Così come Nord Stream 2, per lei è sempre stata una leva per mantenere sotto controllo Putin, e adesso è evidente che cosa sta portando l’esasperazione dei rapporti tra UE e Russia. È una leader che ci mancherà e c’è solo da augurarsi che gli europei abbiano imparato la sua lezione”. 

“Credo nel governare nel mezzo della vita e nel modo più sensato possibile, e di farlo fino all’ultimo giorno della mia responsabilità”. Ci è riuscita?

“Si. Anni fa feci un pezzo sull’agenda di Angela Merkel e mi sentii male, perché io non ho mai visto un leader politico con un’agenda come la sua, è mostruosa ed è mostruoso che sia riuscita a farlo. Dopo una mattinata in una fabbrica del Brandenburgo, prendeva l’aereo diretto a Bruxelles per un vertice di 8 ore, e la sera in albergo, ogni tanto, si sedeva con dei giornalisti a bere vino e chiacchierare fino alle 3 di notte, per poi svegliarsi alle 7 del mattino e finire il vertice. È maniacale, e adorata dagli sherpa degli altri primi ministri, perché sanno che è preparata quanto loro e non quanto i suoi omologhi (meno preparati di lei)”. 

Il presidente russo Vladimir Putin accoglie la cancelliera Angela Merkel con un mazzo di fiori durante il loro incontro al Cremlino di Mosca il 20 agosto 2021. ( Credit Pic. Wikimedia)

Due anni fa, quando ha avuto attacchi di tremore incontrollato, sembrava che non ce l’avrebbe fatta ad arrivare alla fine del suo mandato. Tuttavia, se l’è cavata. Nonostante ha condiviso con Bismarck il soprannome di cancelliere di ferro, quelle immagini erano tutt’altro che di ferro ma della fragilità umana. Un pragmatismo vigile con tutte le debolezze lucchettate, ma quante fragilità ci sono state nella sua controllata furbizia politica?  

“Furbizie ce ne sono state tantissime. Lei è un genio tattico: è riuscita a scongiurare il putsch, nel 2002, che voleva impedirle di diventare cancelliera, e lo evitò quando propose Edmund Stoiber come candidato e sbaragliò i complottisti. Sempre in quegli anni lei non voleva come presidente della Repubblica, Wolfgang Schäuble, perché non accettava che lui potesse farle ombra, e preparò un complotto raffinatissimo: fece leva sull’indignazione liberale, che Schäuble fosse coinvolto, dello scandalo dei fondi neri della Cdu – suo unico punto debole e carta che tiene segreta fino all’ultimo fingendo di sostenerlo- per poi imporre come suo candidato, Horst Köhler, dopo aver proposto una rosa di tre nomi e fingendo che fosse la sua quarta scelta. Sapeva benissimo che gli altri sarebbero stati scartati. In questo è stata una formidabile giocatrice di scacchi e temporeggiare è una delle cose in cui eccelle. Annette Schavan -una delle sue migliori amiche- mi raccontò che quando i ministri si spazientivano, durante le riunioni di governo, perché tergiversava su un argomento, lei gli ricordava i 45 minuti e loro sapevano a cosa si riferiva: la famosa lezione di nuoto dove, Angela Merkel, rimase per 45 minuti su un trampolino, di tre metri, perché non riusciva a saltare e si buttò solo quando suonò la campanella. Questo suo atteggiamento snervava, ma era uno strumento politico importante”. 

La cancelliera tedesca Angela Merkel con il presidente USA Joe Biden alla Casa Bianca durante una recente visita (da youtube)

Le vie di fuga personali di Merkel sono l’immersione nei libri e nella natura. Un’ispirazione è stata Marie Curie, il cui credo Merkel ha adottato per se stessa: “Niente nella vita è da temere, è solo da capire”. C’è qualche sua decisione che ancora non è riuscita bene a comprendere di quella che è stata la sua storia politica?

“Forse la più clamorosa, quella di Fukushima. Lei era una nuclearista convinta, pensava che la tecnologia fosse straordinaria e cambiò idea, di fatto segnando l’uscita della Germania dal nucleare. Perché? Per le elezioni che c’erano a Württemberg dove potevano vincere i verdi? Lei ha sempre detto di essersi convinta che fosse necessario uscire dal nucleare quando ha visto un paese ad altissima tecnologia come il Giappone fare quella fine”.

Angela Merkel e Annette Schavan, politica tedesca, che dal 22 novembre 2005 al 13 febbraio 2013 ricoperse la carica di Ministra dell’Istruzione e della ricerca nel governo dell’ex cancelliera. ( Credit Pic: Wikimedia)

Nel corso di un incontro con gli studenti del Trinity College a Dublino, Angela Merkel ha risposto ad alcune domande sui libri che considera fondamentali nella propria vita. Al primo posto ha citato la Bibbia, poi i I fratelli Karamazov, di Fëdor Dostoevskij. Ecco, se dovesse trascorrere un pomeriggio a conversare con lei di letteratura, da dove inizierebbe?

“Inizierei da un altro scrittore, che lei ama molto, Thomas Brussig, che ha scritto quasi tutti i suoi libri sul muro. Si racconta di questo episodio sull’aereo dove lei rideva molto mentre leggeva un suo libro. Sulla Bibbia non oserei mai parlarci perché è talmente esperta che riconosce addirittura le diverse traduzioni del Vangelo. Andrea Riccardi -della Comunità di Sant’Egidio – che forse è l’italiano che lei ama di più, mi disse che ha una forma di fede molto privata: non prega mai al Duomo perché non vuole essere fotografata in un momento così intimo. Di Dostoevskij potremmo parlare per ore. Angela Merkel è una donna molto colta, che ha trascorso la sua giovinezza a leggere libri, romanzi, saggi, e sarebbe difficile coglierla il flagrante su un argomento che non sa. Per un periodo continuò anche la tradizione -iniziata da Schröder- di organizzare cene con architetti, scrittori e artisti”. 

È Iniziata l’era del dopo Merkel. Per la prima volta in 16 anni, la Germania ha un governo di centrosinistra e un nuovo cancelliere, Olaf Scholz. Cosa c’è da aspettarsi?

“Ci sarà una grande accelerazione sulle energie verdi e rinnovabili -la Germania come l’Europa si è posta obiettivi ambiziosi- ma anche un aumento del salario minimo e molte misure per rafforzare il sistema sociale, ci sarà una riforma del patto di stabilità, enormi investimenti nel digitale e lo sforzo di riportare in Europa tante produzioni che finora erano in Asia. Il grande punto interrogativo è come saranno le politiche migratorie, ma in base ai dati degli ultimi mesi c’è un enorme fabbisogno di manodopera specializzata. Non ci saranno grandi rivoluzioni ma piccole grandi modifiche che continueranno a mantenere la Germania stabile in Europa”. 

Angela Merkel saluta il ministero della Difesa durante il Grand Tattoo (Grosser Zapfenstreich), il cerimoniale di addio,a Berlino, 2 dicembre 2021.( Credit Pic: Odd Andersen)

Stesso rigore, stesso bisogno di controllo, stessa serietà, stessa mania nei dettagli, divoratori di carte, oratori modesti, poco carisma, tanta intelligenza. Diverse sono le affinità del neocancelliere Olaf Scholz con Angela Merkel eppure non ha pronunciato la formula “con l’aiuto di Dio”, una sostanziale diversità che da sola basta ad annullare tutte le somiglianze? 

“Assolutamente no. Va ricordato che la Germania forse ha avuto un carismatico di troppo. È una grandissima virtù che i tedeschi non abbiano bisogno di politici carismatici perché li ha protetti dai populisti di questi anni e i tedeschi votano in maniera più matura di altri paesi. Scholz ha puntato in campagna elettorale su una continuità con Merkel -ha fatto i cartelloni con scritto “io so fare la cancelliera”- anche se poi il suo sarà un governo più sociale e più verde. Quello che ha capito Scholz è che la Merkel aveva conquistato tanti voti verdi e socialdemocratici e lui se li è ripresi, in questo è stato molto intelligente”. 

German Chancellor Olaf Scholz says goodbye to former German Chancellor Angela Merkel after the official handing over ceremony of the Chancellery in Berlin, Germany, 08 December 2021 (ANSA/EPA/CLEMENS BILAN)

Dopo la commovente cerimonia di concedo, da giornalista che l’ha raccontata e poi da donna, in una frase, cosa si sente di dire ad Angela Merkel e cosa spera per il futuro governo “senza Dio” e “senza gonne fricchettone”? 

“Io spero che trovi la pace e la serenità per scrivere una grandiosa autobiografia, che aspettiamo tutti con grande ansia, e poi spero che non abbandoni la politica. La vedrei bene in un ruolo di primo piano in un’ organizzazione internazionale e questo lo auguro soprattutto per noi”. 

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Maria Sole Angeletti

Maria Sole Angeletti

Tra i libri di diritto ha capito che la sua vera passione sono le parole. Si occupa di New York, cultura e fa interviste. Content creator, social media director e autrice di podcast.

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