La sala è gremita di studenti venuti a “Pordenonelegge” per ascoltare Giulio Guidorizzi che presenta il suo Ulisse, l’ultimo degli eroi (Einaudi). Un ragazzo dietro di me chiede a voce alta: “Ma è Troia questa?” Mi giro: “Questa è l’Odissea che racconta cosa successe a Ulisse dopo la partenza da Troia. Ma quanti anni avete?” “Sedici”. “E che scuola frequentate?” “Il liceo scientifico”. “Non avete fatto alle medie l’Iliade e l’Odissea?” “Sì, ma in modo approssimativo, da una antologia”.
Questi ragazzi mi fanno pena. Cosa apprendono a scuola se non imparano i valori universali del mito? Essi scavalcano il tempo senza bisogno di essere attualizzati in maniera banale, perché trasmettono la passione della vita. Aristotele diceva: più invecchio e più amo il mito.
“Come fa Penelope a non cadere in tentazione aspettando per vent’anni Ulisse?” chiede un ragazzo. “Si può dedicare una vita a un uomo o a una donna eccezionale – risponde Guidorizzi. – Perché legarsi a un mediocre quando hai sperimentato una vera grande passione anche se breve? Pure aspettare è passione e la sua è aspettare Ulisse”.
In questa riscrittura dell’Odissea sono le donne di Ulisse a raccontare il mistero di quest’uomo affascinante che entra nella loro vita all’improvviso. Un personaggio con lati luminosi e lati oscuri. È curioso, seduce, inganna, uccide, si dispera, piange. È l’ultimo degli eroi perché è semplicemente un uomo. Le donne regolarmente si innamorano di lui. E ognuna lo vede in maniera differente. Ma Ulisse in testa ha una donna sola: Penelope. Lo scrittore ha voluto dare vigore alla personalità di questa donna che costruisce una vita su qualcuno che non c’è o non c’è ancora e del quale difende il valore. Penelope è astuta quanto Ulisse: tesse e distrugge la tela perché, quando sarà ultimata, dovrà scegliere il futuro marito tra i Proci, uomini che non stima e che la tengono pressoché in ostaggio a Itaca. Preferisce rimanere sola, essere libera.
Tesse nella tela la vita di Ulisse e poi la interrompe, quasi fosse lei a non volere che ritorni. Il desiderio è ciò che si attende. Sogna il suo uomo e lo ricama come piace a lei. Con il passare degli anni ama il suo uomo sognato e teme la delusione del suo ritorno.
Cos’è stato Ulisse per le varie donne che ha incontrato?

Circe la maga sente il proprio potere venir meno: “Quest’uomo nel mio letto nudo io potrei trasformare in un istante, come tutti gli altri, in un maiale. Invece no, non voglio”. Calypso accoglie il naufrago, lo cura, si amano appassionatamente, ma egli va ogni giorno sulla riva a piangere Itaca, la sua isola/donna irraggiungibile. Cerca di trattenerlo promettendogli l’immortalità. Non riesce a capire perché non voglia rimanere con lei: “Sono più bella di Penelope e posso fermare il tempo per te. Noi dei non conosciamo la paura di sentire il tempo che fugge via. Non sperimentiamo la legge del mutamento a cui voi umani siete sottoposti: un amico può diventare un nemico e chi ti ama può smettere di amarti”. Ulisse le risponde: “Io non voglio essere immortale, voglio ritornare da Penelope, sarà invecchiata, ma è la mia vita”. Eppure rimane con la dea sette anni… La giovane Nausicaa prova per la prima volta la sensazione di essere attratta da un uomo mentre ascolta le sue parole carezzevoli. Le Sirene tentano di sedurlo promettendogli la conoscenza: “Non credere alle bugie che sono state inventate su di noi: non uccidiamo nessuno, amiamo soltanto”. Ma quando i compagni gli chiederanno cosa hanno detto, risponderà: “È il mio segreto”.
L’aver separato il sesso e l’amore dal focolare ha reso la vita di Ulisse un viaggio infinito alla ricerca del piacere. Infatti da Itaca ripartirà.
Un eroe borghese.