Una terrazza da cui abbracciare con lo sguardo tutto il paesaggio circostante, nella sua bellezza, varietà e complessità: è questa l’idea suggerita dal titolo del libro commissionato dalla Quadriennale di Roma a quattro giovani curatori d’arte, per fare il punto sullo stato dell’arte in Italia dal 2000 al 2014.
Terrazza. Artisti, storie, luoghi in Italia negli anni zero è stato presentato con un bell’evento organizzato ieri al New Museum di New York: (Not only) Contemporary Art in Italy. 2000-2014.
Jas Gawronski, presidente della Quadriennale di Roma, ha ripercorso la storia e la mission della Quadriennale, un grande centro di documentazione dell’arte italiana del XX e XI secolo, che dal 1927 promuove l’arte contemporanea del nostro paese attraverso mostre (in gran parte ospitate dal Palazzo delle Esposizioni), e soprattutto attraverso un lavoro di ricerca, mappatura, archiviazione di volumi e documenti, e che negli anni ha ospitato oltre 600 artisti. L’ultima edizione della Quadriennale, nel 2012, è stata cancellata a causa di mancanza di fondi, 2.000.000 di euro che né il Comune di Roma né il Ministero per i Beni Culturali sono riusciti a reperire, una cifra irrisoria per l’arte pubblica e privata negli Stati Uniti (ma anche in altri paesi europei), in cui le politiche culturali e anche le istituzioni stesse sono ben più attente e attive quando si parla di creazione artistica, ruolo e promozione degli artisti. Ma questo, ahimè, lo sappiamo da tempo, lo vediamo ogni giorno nei tagli alla cultura che si perpetuano, nella mancanza di investimenti che è ormai endemica, ma soprattutto nella totale assenza di un’educazione civica che porti cittadini, istituzioni pubbliche e investitori privati a considerare l’arte espressione necessaria e irrinunciabile della società, che riflette e anticipa, la cui vitalità va incoraggiata e valorizzata come sintomo di un paese sano e moderno.

Costanza Passan, Massimo Gioni e Laura Barreca durante la presentazione al New Museum
“Eppure – fa notare Massimiliano Gioni, direttore artistico del New Museum – l’Italia si trova spesso sull’orlo del collasso, e in questa posizione sembra quasi trovare la sua vitalità”. In effetti la scena artistica italiana in questi anni è quanto mai interessante e vivace, “ed è anche per dare una continuità al nostro lavoro, nonostante la cancellazione della mostra del 2012 – spiega Gawronski – che abbiamo voluto proseguire l’attività della Quadriennale attraverso questa che non è solo una pubblicazione ma è in sé una mostra d’arte”.
Gli autori/curatori di Terrazza. Artisti, storie, luoghi in Italia negli anni zero sono Laura Barreca, Andrea Lissoni, Luca Lo Pinto e Costanza Passan. Il libro, edito da Marsilio, è stato presentato in quest’occasione da Laura Barreca e Costanza Passan, che ne hanno spiegato i principi e le scelte, nel mappare e raccontare di una scena artistica quanto mai complessa e multiforme. “L’intenzione non era quella di fare una storia dell’arte contemporanea italiana degli ultimi anni, bensì raccontare il caleidoscopio di opere e artisti, movimenti, spazi, riviste, luoghi di promozione e azione dell’arte, progetti curatoriali, che la compongono”.
Nelle parole dei curatori e nella selezione di immagini che hanno presentato all’evento al New Museum, emerge un dato fondamentale, comune a tutti gli artisti e le forme artistiche di questi ultimi anni, e cioè quello del ruolo sociale dell’artista, e della sua assunzione di responsabilità in anni così difficili per l’Italia da un punto di vista economico ma anche morale, nella frattura delle relazioni sociali, nella quasi totale assenza delle istituzioni. “L’assenza degli spazi per l’arte viene supplita dalle riviste – sottolinea Gioni – così come l’assenza della politica e delle istituzioni viene supplita dagli artisti con la loro azione, in varie forme, e assunzione responsabilità”. Come direttore della Fondazione Trussardi, Gioni conosce bene le dinamiche della politica e degli investimenti in ambito artistico, e vista la sua esperienza sia in Italia che negli Stati Uniti non può che notare che il paragone fra i due paesi è semplicemente impossibile. Ma nell’arte italiana in questi anni, come in tutto il paese del resto, si è imparato a fare di necessità virtù, ed ecco quindi che sono nate nuove forme, azioni, nuovi spazi e progetti, una nuova relazioni fra artisti e la società e anche fra l’artista e la sua stessa opera, come dimostrano numerosissimi esempi, tra cui Codalunga di Nico Vascellari, un’installazione che in effetti non è una semplice installazione ma quasi un alter ego dell’artista stesso, opera d’arte e device mobile che può essere usato da altri artisti, performer, musicisti; oppure maestri dell’arte concettuale come Cesare Pietroiusti e Alberto Garutti, tanto per citare solo alcuni nomi che sono oggi noti ed esemplificativi di lavori, ruoli e tendenze.

Costanza Passan, Massimo Gioni e Laura Barreca durante la presentazione al New Museum
Sessanta sono gli artisti selezionati in Terrazza, “non perché in Italia non ce ne siano altri, e anche interessanti, ma li abbiamo scelti per la loro ‘attitudine artistica’, artisti che non usano linguaggi tradizionali ma piuttosto linguaggi che chiameremmo generativi, che usano la tecnologia come contenuto e non solo come medium”, spiegano Laura Barreca e Costanza Passan. Due sono le opere presentate in quest’occasione dalle autrici: il video Techno Casa, di Riccardo Benassi, artista visivo che lavora sulla collisione/connessione fra mondo naturale e mondo artificiale, e un video di Goldschmied e Chiari (la cui mostra Untitled Portraits veniva inaugurata nelle stesse ore alla Kristen Lorello Gallery di New York), duo artistico che rielabora fatti della storia recente del nostro paese, in un’ottica di (ri)costruzione e racconto di un’identità, anche nazionale: il video presentato è su un fatto di cronaca nera che scosse l’Italia negli anni Cinquanta, la morte di Wilma Montesi, il cui cadavere futrovato sulla spiaggia di Capocotta.
Accanto agli artisti, il libro racconta i molti progetti curatoriali multimediali nati in questi anni, uno fra tutti Cura, le numerose fondazioni create da collezionisti privati che hanno aperto le proprie collezioni proprio per venire incontro alla mancanza di risorse e alla limitazione di accesso all’arte. E accanto a questi, laboratori permanenti, piattaforme per curatori d’arte, musei, le diverse esperienze portate avanti da collettivi e artisti nelle diverse città italiane.
Quello di Terrazza è uno sguardo il più completo possibile sulla scena artistica italiana di questi anni, una mappatura attenta e ragionata sullo stato dell’arte, un libro che informa, scopre, analizza illustra e racconta “(independent) STORIES and (non institutional) PLACES” di “un paese senza”, come scrive Alberto Arbasino, “un paese malgrado se stesso”, commenta sorridendo Massimiliano Gioni, che continua a creare, fare, immaginare, e soprattutto, almeno in ambito artistico, agire.
Sperando sempre, anche guardando l’Italia da qui, in un’azione collettiva sempre più allargata e consapevole.