Mentre l’universo cinematografico Marvel continua ad espandersi tra alti e bassi, anche Sony continua il suo percorso nei cinecomics. Dopo ben quattro anni di gestazione (tra sceneggiatura, scelta del cast, riprese e produzione tecnica), arriva finalmente sugli schemi americani Madame Web, debutto nel lungometraggio della prolifica regista inglese televisiva S.J. Clarkson (The Defenders, Orange is the new Black, e Anatomia di uno scandalo), che ha scritto la sceneggiatura insieme a Claire Parker.
Un film che possiamo definire “tutto al femminile”, visto che l’ottimo cast prevede Dakota Johnson (Cinquanta sfumature di grigio, Suspiria) nel ruolo della protagonista Cassandra-Cassie Web, accanto a tre giovani studentesse liceali future Spider-woman: Sydney Sweeney (Tutti tranne te e serie tv Euphoria, qui nel ruolo di Julia), Celeste O’Connor (Mattie) e Isabela Merced (Anya): condividono con Cassie l’esperienza di essere ragazze abbandonate e costrette a prendersi cura di sé stesse. Il cattivo di turno è Ezechiel Sims, interpretato da Tahar Rahim (The Mauritanian). In scena appaiono anche Adam Scott ed Emma Roberts, nei panni, rispettivamente, di Ben Parker, collega di Cassandra, e di Mary Parker, sua moglie.
Madame Web è il quarto lungometraggio dell’universo condiviso di Spider-Man (SSU) di Sony ed è preceduto da Venom (2018), Venom: La furia di Carnage (2021) e il fallimentare Morbius (2022). Madame Web è il primo adattamento a fumetti della Sony che presenta una donna nel ruolo principale.
Detto questo, veniamo all’analisi del film. Siamo a New York, nel 2003, la paramedica Cassandra Web, dopo essere precipitata nell’Hudson durante un intervento di salvataggio, scopre di essere dotata di superpoteri quali la chiaroveggenza e la capacità di percepire situazioni remote attraverso i suoi sensi extrasensoriali. È così che diventa Madame Web e quando incontra Julia, Anya e Mattie, tre ragazze straordinarie, le aiuta a difendersi dalla terribile minaccia di Ezechiel che vuole ucciderle, poiché è per lui l’unico modo per salvare la propria vita.
Al di là del suo lavoro come paramedica, sono poche le informazioni di base, “umane”, fornite dal film su Cassandra, se non che le piacciono American Idol e il cibo cinese ma non ama “tutto ciò che sa di famiglia”. Inoltre, la sceneggiatura non dice niente sul come sia tornata negli Stati Uniti dall’Amazzonia, dove era nata poco prima che la madre, aracnologa (Jill Hennessy, serie tv Law&Order e Crossing Jordan), morisse dopo essere stata pugnalata a morte dal collega Ezechiel, il quale voleva solo per sé il ragno magico con proprietà curative trovato dalla mamma di Cassandra (Kerry Bishé): lasciatosi mordere ha ottenuto riflessi da ragno e capacità di arrampicarsi sui muri – proprio come Spider-Man. Ezechiel è chiaroveggente ma la sua unica visione del futuro è quella della sua stessa morte!
Tutti sanno quanto in un film di supereroi il “cattivo” è parte centrale nel mantenere il pubblico in tensione, ma purtroppo per lui la sceneggiatura offre per lo più dialoghi generici, talvolta imbarazzanti nella loro vacuità, e informazioni solo basilari, il che non aiuta a rinvigorire una trama piuttosto sciatta, con personaggi poco sviluppati.
La sceneggiatura ha comunque alcune idee intelligenti, tra cui un’esplorazione di come il periodo successivo all’11 settembre ha visto i cittadini statunitensi rinunciare al loro diritto alla privacy a causa della sorveglianza governativa.
Quello che fondamentalmente manca a Madame Web è un vero nucleo emotivo: lo spettatore non viene mai “catturato nel vortice” della vicenda, non aiutato da un ritmo altalenante che impedisce che il film diventi eccitante. Insomma, film non brutto ma solo sufficiente.
Per quanto riguarda gli effetti speciali e il montaggio del film, è chiara l’intenzione di usarli per cercare di creare nello spettatore quel senso di disordine che lo aiuti a mettersi nei panni di Cassandra: a lei che sta scoprendo tante cose a ritmo accelerato fa così da compagno un montaggio che nel suo ritmo, fatto anche di scene improvvisamente tagliate metta il pubblico in difficoltà nello stesso modo. Interessante, nuova idea, peccato però che il tutto non è accompagnato visivamente da effetti speciali coinvolgenti, perché troppo computerizzati e, per certi versi, ovvi.
Ottima Dakota Johnson nei panni di Cassandra Web, un’eroina riluttante che deve prendersi cura di un gruppo di persone che davvero non vuole: strano, data la sua scelta di lavoro quale paramedica, ma funziona comunque grazie alla sua recitazione. A volte è una commedia rabbiosa su un trentenne antisociale a cui non interessa la seccatura di essere un eroe: ed è qui che Johnson brilla. Niente del film funzionerebbe senza lei che, con il suo senso dell’umorismo secco, trasforma quella che potrebbe essere una storia piuttosto sciocca in una storia invece con una vera posta in gioco a livello umano.
Di positivo c’è anche il fatto che Madame Web è senz’altro migliore di Morbius e dei due film di Venom della Sony e offre davvero qualcosa di molto diverso dagli altri film Marvel e Spider-Man.
Di positivo c’è anche il fatto che è uno di quei rari film di supereroi che puoi guardare senza aver mai visto un altro film.
Un’ultima riflessione. Madame Web è sempre stata un’eroina atipica, comparendo in diverse storie dell’Arrampicamuri, ma non ha mai avuto particolare rilievo nella storyline generale dell’Uomo Ragno. Non di quello dei fumetti, almeno. Per coloro che sono cresciuti negli anni Novanta, invece, Madame Web è uno dei comprimari più importanti del cartone animato Spider-Man–L’Uomo Ragno, all’interno del quale svolge il ruolo di mentore nei confronti di Peter Parker.