È un genere cinematografico, quello dell’horror, che ha attraversato la storia del cinema con alti e bassi, sottovalutazioni e ritorni di fiamma da parte del pubblico e della critica e che negli ultimi anni sta riscoprendo una forte attrazione trasversale del pubblico nelle sale (soprattutto i più giovani) aiutata non solo dalla qualità di molti lavori ma anche dal successo di vari festival internazionali (tra questi lo Screamfest Horror Film Festival che si tiene a Los Angeles ed è definito come il “Sundance dell’orrore” e l’italiano TOHorror Fantastic Film, solitamente in ottobre a Torino).
Negli ultimi anni abbiamo imparato a considerare l’horror non più come un genere secondario, ma come un genere con un suo legittimo valore artistico, perché risponde sempre di riflesso, e a suo modo, a ciò che di male accade nel mondo e riflette le nostre ansie.
La paura, declinata in tre film, corre in concorso anche al 77.mo Festival di Cannes con La ragazza con l’ago di Magnus von Horn, The Shrouds, di David Cronenberg e The Substance di Coralie Fargeat che si annuncia ineditamente spaventoso.

Il film di Magnus von Horn – regista e sceneggiatore svedese vincitore della sezione Quinzaine des Réalisateurs a Cannes nel 2015 – porta sulla Croisette una storia ispirata dalla serial killer danese Dagmar Overbye, anche detta creatrice di angeli, che, dal 1913 al 1920, ha ucciso tra i nove e i venticinque bambini, incluso uno dei suoi. La donna fu poi condannata a morte nel 1921. Nel film (in bianco e nero), ci troviamo a Copenaghen, dove la giovane incinta Karoline (Vic Carmen Sonne ) assiste, come infermiera, una donna anziana di nome Dagmar (Trine Dyrholm). Quest’ultima gestisce, all’ombra di un negozio di dolciumi, un’agenzia di adozione clandestina di bambini che aiuta le madri indigenti a collocare i loro neonati indesiderati in case adottive. Karoline si avvicina a Dagmar, ma si trova presto di fronte ad una realtà da incubo in cui è entrata involontariamente: l’anziana donna ucciderà ben quindici bambini, strangolandoli, annegandoli o bruciandoli nel fuoco del camino. Ma il film non si concentra solo sull’orrore del fatto, ma anche sulla vita melodrammatica di Karoline: povera donna che prima vive in una soffitta poi incontra un uomo molto ricco che si rivela però un codardo quando la mette incinta, e infine vede tornare un marito creduto scomparso in guerra diventato un mostro senza faccia. “Con questo film – ha detto Magnus Von Horn – volevo esplorare la possibilità di essere buoni all’inferno”.
The Substance, di Coralie Fargeat , è un film di genere horror molto cruento. “Indossate le protezioni, perché alla fine c’è un sacco di sangue sullo schermo: sembra di entrarci dentro!”, ha detto il giornalista e delegato generale di Cannes 2024 Thierry Frémaux presentando il festival. E ha poi aggiunto: “Quando si fanno film di genere, bisogna essere grandi registi per farli funzionare e questo è il caso di Coralie Fargeat”. La grande sorpresa sta comunque nel fatto che raramente un film horror diretto da una donna – per di più non rinomata – si è fatto largo nel concorso principale di un festival importante internazionalmente.
La quarantottenne regista francese, sceneggiatrice e regista di due cortometraggi ammirati dalla critica, vanta nel lungometraggio solo la sua opera prima Revenge (2017): film violentissimo e molto apprezzato dai cultori del genere. Con The Substance – un approccio femminista al body horror – Fargeat fa il salto nel mondo del cinema internazionale, e in lingua inglese, con un horror che riflette sui pericoli nel voler essere la versione migliore di se stessi, migliore in tutto: mette una di fronte all’altra la provocatrice Margaret Qualley (presente a Cannes anche nel film di Lanthimos Kinds of Kindness) e una Demi Moore (in grande spolvero, stando a chi l’ha già visto) alla caccia di un rilancio. Con la Sostanza, puoi generare un altro te: più giovane, più bello, più perfetto: ma una settimana sola per ognuno dei tre aspetti. Un equilibrio perfetto di sette giorni ciascuno… Facile, vero? D’altronde, se rispetti l’equilibrio… cosa potrebbe andare storto? Nel cast anche Dennis Quaid e Hugo Diego Garcia.
Il maestro indiscusso del genere horror, ovvero il regista canadese David Cronenberg, porta sulla Croisette un altro capitolo della sua fascinazione verso la morte con un thriller dalle tinte horror: The Shrouds. Dopo Crimini del futuro, Cronenberg ritorna al materiale di fantascienza e alle sceneggiature autoprodotte e spesso complesse.
Protagonista Vincent Cassel nei panni di Karsh, uomo d’affari molto creativo, rimasto da poco vedovo, che, non arrendendosi al fatto di non poter più avere alcun legame con la moglie, decide di costruire un dispositivo che permetta di connettersi con i propri cari defunti. Questo strumento, installato per la prima volta nel cimitero da lui gestito, consente ai clienti di osservare la decomposizione dei loro defunti in tempo reale. Ma quando diverse tombe vengono vandalizzate, inclusa quella della moglie, il mistero del colpevole e del movente spingeranno Karsh a rivalutare la sua vita, il matrimonio e la fedeltà alla memoria. Nel cast anche Diane Kruger, Guy Pearce, Sandrine Holt, Al Sapienza e Elizabeth Saunders.