Christopher Nolan è sceso dal monte Olimpo dei registi per dirigere un altro film “imperdibile”, Oppenheimer. Dopotutto, come scrittore, regista e produttore, è uno degli autori di maggior successo che lavorano nel cinema con blockbuster del valore dei classici di Spielberg o Kubrick, tra cui Tenet, Dunkirk, Interstellar, Inception, Memento e la trilogia del Cavaliere Oscuro (alias Batman) che hanno incassato più di 5 miliardi di dollari al botteghino mondiale e sono stati premiati con 11 Oscar e 36 nomination, tra cui due come miglior film.
Non sorprende quindi la tanta, spasmodica attesa sul suo dodicesimo film, nelle sale americane il 21 luglio e il 23 agosto in quelle italiane.
Se c’è una cosa che ci si può aspettare da un nuovo film di Christopher Nolan, è l’imprevedibile. Dopo aver affrontato tutto, supereroi, spie, viaggi nel tempo, sogni dentro i sogni fino ai confini più remoti dello spazio, il regista, cinque volte candidato all’Oscar, si avventura in un nuovo cambio di passo della sua filmografia: il biopic.
E’ infatti un film sulla vita di J. Robert Oppenheimer, il brillante fisico statunitense autore di importanti contributi nel campo della meccanica quantistica e supervisore del Progetto Manhattan, il programma militare statunitense top secret con cui un team nutritissimo di fisici americani e scienziati profughi europei ideò nel deserto di Los Alamos, nel New Mexico, il primo prototipo di bomba atomica, denominato Gadget. Il medesimo gruppo di studiosi passò poi a costruire i primi due ordigni a uso bellico, chiamati Little Boy e Fat Man, rispettivamente sganciati su Hiroshima e Nagasaki nell’agosto del 1945.
Il film è costruito su Robert Oppenheimer, il padre della bomba atomica. Il trionfo e la tragedia di uno scienziato, biografia scritta nel 2006 da Kai Bird e Martin J. Sherwin e vincitrice del Premio Pulitzer, ma Christopher Nolan ha visto nella storia del personaggio la possibilità di farne – sue parole – anche “un thriller che porta il pubblico nell’avvincente storia paradossale di un uomo enigmatico che deve rischiare di distruggere il mondo per poterlo salvare. E’ una storia piena di paradossi e dilemmi storici più di qualsiasi storia che conosco”.
E sul fisico Oppenheimer, “non vogliamo giudicarlo, vogliamo essere lui, vogliamo essere coinvolti nella sua vita, vedere il mondo attraverso i suoi occhi. Nel cinema non abbiamo spesso l’opportunità di approfondire questi momenti particolari. Sappiamo esattamente perché facciamo le cose? Oppenheimer era una forma estrema di quello che facciamo tutti“.
Il film, girato sia in IMAX 65mm che in pellicola di grande formato e che include, per la prima volta in assoluto, sezioni in fotografia analogica IMAX in bianco e nero, segna anche un punto di rottura tra Nolan e la Warner Bros. che di fatto chiude una collaborazione che in tutti questi anni era invece sembrata molto solida: il divorzio è avvenuto per via di alcune differenze concettuali legate alla distribuzione, decisa dalla Warner Bros. nonostante il parere contrario del regista, del film Tenet in sala e in streaming durante la pandemia.
Numerosi studi, tra cui Sony, Paramount, Apple, si sono impegnati in una guerra per ottenere la produzione e la distribuzione di Oppenheimer. La Universal ha acconsentito alle condizioni di Nolan, che includevano il controllo creativo totale e una finestra teatrale tradizionale, e alla fine ha vinto.
Nel ruolo principale di Oppenheimer c’è un attore feticcio di Nolan, l’irlandese Cillian Murphy, con lui fin dai tempi di Batman Begins, del 2005. A fargli da contorno un cast davvero eccezionale in tanti ruoli (molti hanno detto sì a Nolan, anche solo per piccole scene, perché consapevoli del suo valore): tra i tanti, c’è Florence Pugh nel ruolo di Jean Tatlock, psichiatra americana, giornalista comunista del Western Worker e compagna di Oppenheimer, morta suicida nel 1944 a soli 29 anni; poi Rami Malek (il Feddy Mercury di Bohemian Rapsody vincitore dell’Oscar), veste i panni di uno scienziato; Emily Blunt è la moglie, Kitty Oppenheimer; Matt Damon interpreta il tenente Leslie Groves, direttore del Progetto Manhattan: Robert Downey Jr è Lewis Strauss, l’uomo che fu a capo della Atomic Energy Commission; il regista Benny Safdie verste i panni di Edward Teller, il fisico ungherese-americano conosciuto come il padre della bomba all’idrogeno e che è stato anche un membro del Progetto Manhattan. Nel film c’è anche la figura di Enrico Fermi, il fisico italiano, creatore del primo reattore nucleare: è interpretato dall’attore Danny Deferrari.

E veniamo ai costi. La grande storia ha avuto bisogno di grandi talenti e una sceneggiatura di 180 pagine per un film costato 180 milioni di dollari invece dei 100 inizialmente previsti. Quali fattori hanno contribuito a un valore simile? In primo luogo il cast stellare; in secondo luogo, l’utilizzo di telecamere IMAX da 70 mm; infine, la scelta di Nolan di non usare immagini create al computer /alias CGI nel film per ricreare l’esplosione nucleare.
La durata di Oppenheimer non sarà certo un problema per i fan di Nolan, che oramai sono abituati a starsene seduti sulla poltrona delle sale cinematografiche per film “chilometrici”, ma il dodicesimo lungometraggio del regista inglese supera tutti i limiti precedenti con le sue 3 ore: ormai è questa la tendenza dei film blockbuster! Purtroppo, aggiungo.
per rafforzare l’autenticità della narrazione cinematografica, il film è stato girato proprio a Los Alamos e Christopher Nolan ha usato come comparse molti veri scienziati.
In un’intervista rilasciata al settimanale Entertainment Weekly, Nolan ha detto: “Avevamo bisogno di un gruppo di comparse che reagisse, e improvvisasse, e stavamo ricevendo una sorta di discorsi spontanei, molto eruditi. Capita di stare su set nei quali sei circondato da molte comparse e loro più o meno pensano al pranzo, queste invece pensavano alle implicazioni geopolitiche delle armi nucleari e ne sapevano molto al riguardo. In realtà è stato un grande promemoria ogni giorno del tipo: dobbiamo essere concentrati, dobbiamo essere fedeli alla storia e conoscere davvero ciò che stiamo facendo”.
Riuscirà Oppenheimer a mantenere le promesse al box office? La qualità dei progetti precedenti di Nolan lascia ben sperare. Ma quale sarà la reazione del pubblico? Nolan, durante un’intervista con il magazine Wired, dopo alcune proiezioni private, a proposito di questa domanda ha messo in guardia gli spettatori affermando: “Alcune persone sono uscite dalla sala assolutamente devastate. Non riuscivano a parlare. C’è un elemento di paura insito nella storia e nelle fondamenta del film: ma l’amore per i personaggi e le relazioni umane presenti lo rendono il film più forte che abbia mai fatto”.
Ultima nota. Oppenheimer era un genio che aveva un carattere controverso e imprevedibile. Si impegnò molto in quello sforzo mentale e fisico che gli costò dolori e ripensamenti: dopo essere stato il creatore dell’immenso fungo che ha cambiato il mondo per sempre, divenne sostenitore della messa al bando degli ordigni nucleari e di una scienza guidata da principi morali. Insomma, il film di Nolan si preannuncia come fautore di una riflessione sui tempi che stiamo vivendo.