La più importante fiera d’arte belga, tra le più antiche e famose nel mondo, ha riaperto in presenza le sue porte, dopo la pausa forzata causata dalla pandemia, con 115 espositori arrivati da 15 paesi (oltre che dal Belgio, da Germania, Austria, Emirati Arabi Uniti, Francia, Ungheria, Italia, Giappone, Lussemburgo, Monaco, Spagna, Svizzera, Paesi Bassi, Regno Unito e USA), registrando subito un boom di visitatori e vendite.
Non era un risultato scontato dato che è cambiato il periodo, in giugno quando normalmente la manifestazione si svolge a fine gennaio, e il luogo espositivo adesso è in periferia, nella piana di Brussels Expo. Ma la formula della fiera, che volutamente non è specializzata in alcuna epoca o stile, e l’altissima qualità delle opere esposte, frutto di un rigoroso lavoro di selezione degli antiquari e gallerie d’arte ammessi a partecipare, hanno fatto subito capire che anche la 67a edizione di BRAFA sarebbe stata un successo.
Su 15.000 mq, 15.000 opere in mostra, di tutte le epoche con 20 le specialità presenti: dall’archeologia all’arte contemporanea, dall’arredo d’epoca al design, dall’arte tribale ai gioielli, ai libri rari e ai fumetti, agli arazzi e alla vetreria. Una fiera da visitare anche come un museo temporaneo, che racchiude 5.000 anni di storia, dove l’arte italiana è ben rappresentata.
Il tutto nel quadro di un allestimento quest’anno firmato dall’artista belga Arne Quinze, l’ospite d’onore 2022, che è diventato famoso nel mondo nel 2006 per la sua scultura Uchronia, un alto assemblaggio di sottili assi di legno, al festival Burning Man a Black Rock City nel Nevada. Poi sono seguiti altri innovativi lavori in tutto il mondo.
Nel 2011, ad esempio, Arne Quinze ha disegnato la prima scultura digitale della International Virtual Art Gallery, le Rock Strangers, rocce scarlatte sulla Statua della Libertà a New York, solo per citarne un altro suo lavoro che ha un riferimento con gli Stati Uniti. Per la BRAFA, Arne Quinze ha ideato una grande moquette ecologica che collega con eleganti tocchi di colore i diversi spazi, e i quadri floreali dell’artista, composizioni che si fanno subito notare per vivacità di colori e bellezza, una vera gioia per gli occhi, declinati in tante variazioni diverse, sono stati subito tra i più venduti, ben 14 opere, da parte della galleria belga Maruani Mercier, per un valore totale di oltre un milione di euro.

Tra i pezzi di maggiore valore in fiera quest’anno – accanto ad alcuni Picasso, Rembrandt, Chagall, Cézanne, Mirò e Dalì – un dipinto del 1966 di Jean Dubuffet, Pendule IV, presentato dalla Opera Gallery di Ginevra e quotato oltre 2,4 milioni di euro.
BRAFA è da sempre una fiera importante, in particolare, pure per l’arte africana, data la presenza nella capitale belga di alcune fra le più importanti gallerie specializzate di settore, ma tra queste si è fatta notare quest’anno anche la galleria milanese Dalton Somaré, specializzata in arte tribale, che ha venduto una figura guardiana dei Kota del Gabon della prima metà XIX secolo intorno ai 70mila euro. Invece, tra gli oggetti di arte nativa americana ha suscitato ammirazione un copricapo datato 1900 circa, imponente, magnificamente realizzato con piume, perline, crine di cavallo e stoffa proposto dalla galleria londinese Finch & Co. specializzata in collezioni etnografiche.
Molto interesse hanno suscitato anche i colorati dipinti dell’afroamericano Khalif Thair Thompson, venticinquenne di New York, visibile nello stand della lussemburghese Zidoun-Bossuyt Gallery insieme ad opere, tra l’altro, del pure giovane e già ben quotato Summer Wheat di Oklahoma City, accanto ad alcuni lavori contemporanei del congolese Eddy Kamuanga.
La galleria dell’Upper East Side di Manhattan, la Rosenberg & Co., specializzata invece in artisti impressionisti, moderni e contemporanei, presenta una donna, la francese Marguerite Louppe, che ha saputo sintetizzare purismo, cubismo e post-impressionismo esplorando la risonanza di linee, geometrie e motivi nelle forme quotidiane e nell’architettura della campagna in cui viveva. Ma in mostra nello stand della galleria Rosenberg & Co anche diverse opere italiane: i bei bronzo “Il cardinale seduto” e “La testa giapponese” di Giacomo Manzù, nonché dipinti di Giacomo Balla e Giulio D’Anna.
Questo solo per citare alcune delle opere proposte, si è trattato anche quest’edizione veramente di una fiera ricchissima. Quanto sia importante il mercato dell’arte a Bruxelles e forte la presenza di raffinati collezionisti innanzitutto locali – si dice, non a caso, che il belga è un collezionista nato – che fanno da polo di attrazione a tutti gli altri dal mondo, lo dimostra il fatto che la galleria piemontese Chiale Fine Art di Racconigi, ad esempio, ha deciso adesso di aprire pure un’altra sede, dopo quella di Parigi, proprio nella capitale belga. L’appuntamento è ora al 2023, dal 29 gennaio al 5 febbraio, si ritornerà quindi al solito periodo dell’anno, ma si resterà nella nuova grande sede di Brussels Expo e gli organizzatori hanno già fatto sapere che il numero delle gallerie selezionate il prossimo anno potrà quindi essere maggiore con una presenza di gallerie estere ancora più accentuata.