Centinaia di eventi: nuovi distretti che vanno ad alimentare il Fuorisalone, nuovi showroom, nuovi marchi, una pioggia di architetti e designer catapultati qui, installazioni, invitation e preview (anche pre-preview, che fa tanto figo). Milano è come se fosse esplosa per la Design Week della ripartenza: se fino a qualche mese fa si paventava il rischio della scarsa affluenza, ora è il contrario. La situazione traffico pedonale è da bollino nero, si prevedono code davanti ai negozi e alle gallerie anche per effetto dei controlli del green pass e del contingentamento dei locali. Così, in attesa che tutto finalmente avvenga (la Milano Design Week apre ufficialmente il 4, il supersalone alla Fiera di Rho il 5, dall’11 settembre liberi tutti) ho pensato di andare a sbirciare tra le novità di prodotto per offrire anche qui una preview ai lettori de La Voce di New York. Una scelta personalissima e parziale, per forza di cose, ma da qualche parte bisognerà pur cominciare.

E cominciamo da Edra, marchio di alta gamma con sede in Toscana, che produce divani e poltrone, soprattutto, ma anche tavoli sedie letti armadi. Da sempre fuori dal coro, l’azienda unisce l’eccellenza artigiana a un’attenzione particolare ad artisti che diventano così anche progettisti: da Masanori Umeda a Fernando e Humberto Campana, da Francesco Binfaré a Jacopo Foggini. Ed è proprio Foggini, artista che da sempre lavora il policarbonato, a offrire un prodotto fresco – liquido come l’acqua eppure solido su cui sedersi – per questa collezione outdoor (ma anche no) davvero particolare. Tavoli, sedie, poltrone, panca e lettino realizzati con stecche di policarbonato puro: si chiama A’mare, un gioco di parole che, ammiccando al gergo napoletano, contiene anche il termine amare. La forma dell’acqua, prendendo in prestito il titolo del romanzo di Andrea Camilleri. Il resto della collezione è esposto nel nuovo showroom, nel barocco Palazzo Durini nel cuore di Milano.

Sempre nell’outdoor scopriamo il debutto di un marchio storico come Poltrona Frau: progetto elegante, materiali e finiture come ci si aspetta, per la Boundless Collection disegnata da tre diversi designer: Roberto Lazzeroni, Ludovica e Roberto Palomba e Kensaku Oshiro. Tutto con lo scopo di trasferire il concetto di senza tempo e di accuratezza dei dettagli in materiali (legno, tessuti, metalli) destinati a stare all’aperto.

Philippe Starck firma un inedito progetto di boiserie, che diventa anche parete attrezzata, per Bottega Ghianda: ovvero, il design di Starck, che conosciamo dagli anni Ottanta, che si è espresso per lo più in termini di industrial design, ora assume la ricercata eleganza del fatto a mano, e da mani super-esperte, sotto la guida di Romeo Sozzi (di cui ho scritto il 24 aprile scorso) che di Bottega Ghianda è il proprietario. Ecco, per intenderci: Ghianda era il cognome di Pierluigi Ghianda, ovvero uno dei più grandi ebanisti del secolo scorso e quella tradizione sapiente, lenta, meticolosa, ora contagia Philippe Starck. Interessante.

Cambiamo discorso per parlare di un materiale come Alcantara che da anni, in una joint con il Maxxi di Roma, si propone alla creatività di artisti e designer. Lo fa anche in occasione della MDW per una mostra al Superstudio Più di via Tortona: selezionato da Giulio Cappellini – sublime talent scout, cacciatore di ingegni nascosti – questo materiale è stato consegnato nelle mani di Paola Navone che ha pensato di utilizzarlo per tappezzare la Vespa e il progetto viene ben descritto così: “Icona pop e simbolo del made in Italy, per il progetto Dolce Vita firmato da Paola Navone, la Vespa si veste del Tricolore grazie a una inedita interpretazione della sella e ai pois, in Alcantara® bianca, che rivestono l’intera superficie. Un omaggio all’Italia e ai suoi colori: vacanze romane, sulla due ruote più famosa al mondo”. Ci sta.

Sostenibilità vo cercando. E trovando anche troppo, verrebbe da aggiungere. Ma in questo caso il progetto è convincente: si tratta della riedizione di un famoso divano di Ditre, marchio del Gruppo Calligaris (che di recente ha acquisito il brand olandese FatBoy), che viene proposto in chiave green. Si chiama Sanders Universe ed è un long seller, ora affidato nelle mani di un eco-stilista, Tiziano Guardini, che ha reinventato tutti i materiali che lo compongono per dare vita al primo divano interamente eco-friendly.
Guardini ha utilizzato una particolare imbottitura animal free come alternativa alla piuma d’oca. L’intera struttura ed il basamento sono in metallo derivato dal recupero di materiali ferrosi. Il molleggio della seduta è stato fatto con doghe in fibra di vetro riciclato e PET sempre riciclato. Per la cuscinatura, al posto della classica gommapiuma, sono stati usati lattice naturale e fibra di cocco unite tra loro tramite dei collanti ricavati dal caucciù. I cuscini sono a loro volta avvolti in un’imbottitura che deriva dalla lavorazione di fibre di poliestere riciclate, ottenuta attraverso il recupero di bottiglie di plastica, tramite un processo totalmente tracciabile e sostenibile. Vale la pena di andarcisi a sedere sopra.

Infine, l’anteprima di un sistema di illuminazione che gioca con la luce. Lo propone BIG, ovvero Bjarke Ingels Group, architetto danese classe 1974 considerato alla stregua di un nuovo Le Corbusier.
Il prodotto è di Artemide e si chiama Linea. Mi ha ricordato il gioco di neon fatto da Lucio Fontana per la IX Triennale di Milano del 1951 e oggi appeso al soffitto del Museo del Novecento. Quello è un unicum, Linea puoi portartela a casa e divertirti a farla correre su soffitti e pareti. Dopo 70 anni qualche soddisfazione la tecnologia ce la regala.