Il New Museum di New York ha inaugurato la prima mostra in America dell’artista inglese Lubaina Himid dal titolo “Work from Underneath”.
Himid, di origini inglesi e tanzaniane è stata tra i primi artisti di colore attivi in Inghilterra negli anni ‘80 e ‘90. Diplomata in Scenografia al Wimbledon College of Art e poi in Storia e Cultura al Royal College di Londra, è attualmente un’insegnante di arte contemporanea all’Università del Lancashire e un’artista talentuosa che ha vinto il prestigioso Turner Prize nel 2018.
Dall’alto dei suoi trentacinque anni di carriera, Himid dimostra la sua passione per le storie degli emarginati e continua a criticare il colonialismo e l’industria della schiavitù ma soprattutto la poca “visibilità” delle persone di colore nel mondo dell’arte e dei media.
L’esposizione comprende dipinti, installazioni e due progetti audio di cui uno riproduce il rumore del mare e crea una voluta suggestione appena si esce dagli ascensori del quarto piano. Lo spettatore viene accolto in uno spazio vasto e si ritrova di fronte un’installazione fatta di assi di legno instabili come in un gioco di domino, da quadri dai colori vivaci, e da un suono incessante di onde scroscianti contro pareti di legno, forse di una barca o più barche.
Questa installazione di assi è il lavoro più grande della mostra e si chiama Old boat/New Money: sono trentadue assi di legno dipinte e appoggiate alla parete e richiamano l’idea di un cantiere navale ma anche quella del commercio marittimo e del traffico degli schiavi del periodo coloniale.
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Nelle parole di Himid “Con questo lavoro voglio arrivare al cuore di una specifica memoria collettiva. Queste assi che possono collassare da un momento all’altro sono anche stabili e verticali, come un’onda. Sono grigie perché sono fragili e le conchiglie disegnate sulla punta simboleggiano il denaro. In epoca coloniale erano usate come valuta dagli Europei che compravano gli schiavi, inoltre sono molto belle da tenere in mano e sono simbolo di femminilità”.
Il titolo della mostra “Work from Underneath” fa riferimento alle istruzioni nei manuali di sicurezza che Himid usa come fossero i versi di una poesia: si chiamano “Metal Handkerchiefs” (Fazzoletti di metallo) e sono nove disegni su lastre di metallo che sembrano incassati alle pareti e che raffigurano chiodi, ganci, giraviti, nastri, corde, scalpelli…
Dall’altro lato della sala, due grandi dipinti dai colori vivaci ritraggono uomini e donne nel loro quotidiano, si tratta di sei sarti (sua madre era una designer di tessuti, è un mondo che conosce; seppure nella sua rappresentazione non ci sono donne) e tre architetti, donne. Tratti comuni di questi due lavori sono i personaggi vestiti molto bene e con cura e le finestre da cui si scorge un mare grigio.
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Il mare e il suo ruolo nella storia inglese, sono temi ricorrenti nei lavori di Himid così come il colore grigio. Nelle sue parole: “ Il grigio è il colore del paese (l’Inghilterra), il cielo è spesso grigio, il mare è grigio, ci sono pochissimi posti sulla costa inglese dove il mare è blu e pochissimi giorni in cui il cielo è blu. Essere un’artista inglese significa saper padroneggiare il colore grigio”.
Quando le chiedono cosa è cambiato nel mondo dell’arte dai suoi anni d’esordio, lei ricorda che negli anni ‘80 nel Regno Unito i suoi lavori o dei suoi contemporanei venivano esibiti nei musei di storia o di antropologia piuttosto che nelle gallerie d’arte.
“Con i miei lavori qualcuno si accorse che i miei dipinti sarebbero stati meglio “in conversazione” con altri dipinti, invece che con altri oggetti. Il mio lavoro non è cambiato ma il contesto in cui viene visto si” conclude Himid.
La mostra chiude il 6 Ottobre 2019, per maggiori informazioni cliccare qui.