Dalla Città al Cosmo. Un progetto artistico, culturale e sostenibile inaugurato il 22 aprile, giornata mondiale per la Terra.
Una Call to Action rivolta a tutti gli artisti di New York, chiamati a contribuire alla creazione di opere uniche donando il loro scarti di carta dal 25 al 28 aprile.
L’idea è nata dall’artista toscana Angelica Bergamini, dal 2005 a New York City e la galleria Ground Floor di Brooklyn.
La raccolta del materiale cartaceo ha creato l’occasione per comporre una serie di sculture di carta che dal 17 maggio fino al 21 maggio saranno esposte nello spazio di Fifth street.

Tematica a cui l’artista viareggina Angelica è molto sensibile, al punto che, annuncia, “Sarà una mostra composta da due serie distinte di opere, “New York” e “Originem”, ispirate una alla Grande Mela, l’altra al Cosmo. Due paesaggi differenti – dal particolare all’universale – da quello personale dell’ emigrazione, al paesaggio delle origini primordiali che ci unisce tutti».
“Originem è un insieme di mixed media ispirati al Cosmo, realizzati con i resti di vari tipi di carta fotografica per stampa digitale, su cui avevo realizzato dei test per “Whispers from the Cosmos”, la mia personale del 2018.Test che ho comunque conservato, sapendo che avrei trovato la maniera di riutilizzarli”.
La serie dedicata a New York, è stata realizzate con le carte date dagli artisti che hanno risposto alla open call, organizzata con la galleria, attraverso la quale si chiedeva di donare ad Angelica qualsiasi pezzo di carta che per loro fosse ormai “trash”.
“Ogni lavoro – spiega Angelica – porterà sia il mio nome, sia di chi ha donato la carta. L’idea è formare una comunità, stabilire connessioni ponendo al centro la tutela dell’ambiente, seguendo il concetto di Riusa, Ricicla, Riduci. Sul retro di ogni lavoro ho serigrafato le prime due pagine di Silent Spring di Rachel Carson, testo pubblicato nel 1962, e divenuto un pilastro del movimento ambientalista moderno. Inoltre parte del ricavato delle vendite sarà donato a www.350.org una delle principali organizzazioni internazionali di mobilitazione contro il cambiamento climatico”.
L’idea del dono, dello scambio, dell’interazione tra persone è molto presente nell’epoca attuale :”È necessario allargare la nostra visione, contemplando le nostre origine cosmiche che sono al di la di ogni confine di razza e religione. Solo facendo ciò riusciremo a percepire quel rapporto di reciproca dipendenza che esiste sia in natura che nella società; quell’inter-indipendenza che parla di unità piuttosto che divisione”.
Gli elementi grafici delle creazioni sono principalmente due: il cerchio, inteso come simbolo di unione, collegato al il ciclo perenne della vita.
E i rettangoli, che per Angelica sono intesi sia come grattacieli dello skyline, che come finestre aperte sul mondo.
“Questa città ti porta ad avere un visione molto più ampia del mondo, basta guardarsi intorno per capire quanti individui, ognuno con storie e origini differenti mantengono viva una comunità”.
La Grande Mela è stata sicuramente un grande input per Angelica, che ricorda i primi giorni trascorsi qui nel 2005.
“La mia prima è nata proprio nel 2005, quando accettata una proposta di mostra con una galleria di Dumbo, proprio con il progetto New York”, decisi di tornare in questa città. Il paesaggio nei mie quadri stava cambiando. La linea del mio orizzonte si era ribaltata, da orizzontale, viste le mie radici italiane così legate al mare, alla verticalità dei grattacieli di New York realizzati con carte conservate da ciò che avevo scartato dai miei precedenti lavori. Dopo le prime esperienze ottenni buone proposte e un anno dopo entrai negli Stati Uniti con il visto da artista. Qui ho trovato una comunità viva, accogliente, con cui creare legami professionali e non solo”.

E arriviamo al 2019, quando la prospettiva di Angelica è cambiata nuovamente, appunto dalla Città al Cosmo. È rimasta fedele al riuso dei materiali, stavolta portati da altri artisti come lei, per costruire insieme un discorso di ecologia, comunità e interconnessione.
Infatti il suo statement per la mostra apre con una frase dell’astrofisico americano Neil deGrasse Tyson: “We are all connected; To each other, biologically. To the earth, chemically. To the rest of the universe atomically”. Traduzione: “Siamo tutte/i connesse/i; l’un l’altra, biologicamente. Alla Terra, chimicamente. Al resto dell’universo, atomicamente”.
Angelica Bergamini (Viareggio, 1973)
Angelica Bergamini ha studiato pittura all’Accademia di Belle Arti di Firenze e alla Facoltà di Belle Arti di Granada (Spagna). Vincitrice di una borsa di studio presso il dipartimento di Audiovisivi del Centro de Arte Reina Sofia di Madrid, successivamente segue corsi in Inghilterra per approfondire tematiche legate al simbolismo e psicologia del colore.
Nel 2006 ottiene dagli Stati Uniti il visto d’artista con il quale decide di trasferirsi a NY. Qui crea una linea di arte da indossare (wearable art) ispirata alle sue sculture, acquistata dai bookshop di New Museum, La Triennale, White Box Gallery e pubblicata su Vogue gioiello e Glamour Italia.
Un suo intervento di site–specific art viene commissionato nel 2012 dall’hotel Hyatt Union Square di New York, diventando parte della collezione permanente.
Nel 2015 viene invitata a partecipare al progetto ‘Il volo e`una scrittura del corpo nel cielo – 9 artisti per una novella di C.Gagliardo’, pubblicata da Hacca Edizioni, un progetto curato da Pietro Gaglianò e Anna Cecilia Russo, mostrato al Salone Internazionale del Libro di Torino.
Negli ultimi anni ha iniziato ad utilizzare il video con il quale crea animazioni dei suoi mixed media su carta. Il suo ultimo video sara` presentato in Italia a giugno alla 55 a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro.
La sua recente personale presso la Ground Floor Gallery di New York è il suo messaggio in supporto all’ambiente.
I suoi lavori sono stati esposti e fanno parte di collezioni private in Usa, Europa, Israele e Cina. Dal 2006 vive e lavora a Brooklyn, NY.