Più che una mostra, è una insolita pre-mostra quella che il Museo Metropolitan di New York offre a partire da oggi ai suoi frequentatori alla vigilia dell’estate. Si intitola “Devotion to Drawing – the Karen B. Cohen Collection if Eugène Delacroix”, definizione abbastanza complessa ma da cui si desume che vengono presentati i disegni di Delacroix, finora praticamente ignoti al pubblico, dopodiché il 17 settembre si aprirà la mostra vera e propria, intitolata molto più semplicemente “Delacroix” e che costituirà, con oltre 150 dipinti quasi tutti a olio, una delle più importanti retrospettive dell’opera di questo grande pittore francese (1798-1863).

Senza voler penetrare nei segreti di uno dei più grandi musei del mondo, sembra che la logica di questa divisione in due parti consegua semplicemente al fatto che il disegno, da quello che l’estetica francese chiama le cosiddette “premières pensées” (primi pensieri) in poi, precede generalmente l’opera finita; per di più, la rassegna che ne viene presentata è posseduta in questo caso da una delle principali figure del consiglio d’amministrazione del museo, la signora Cohen, merita quindi il maggior risalto possibile. Questo in contrasto con l’opinione dello stesso Delacroix, il quale, nella sua vita, non aveva mai presentato al pubblico i suoi disegni preparatori, tanto che quando morì non si sapeva nemmeno che esistessero. Furono trovati tra le sue carte e ce n’erano a centinaia.

La selezione che ne viene presentata adesso consiste di un centinaio di pezzi, la maggior parte schizzi a inchiostro su carta qualsiasi ma anche matrici per stampe e illustrazione di libri e riviste, nonché acquerelli e tempere. L’interesse, piuttosto specialistico, deriva dal fatto che essendo Delacroix uno dei più movimentati, immaginosi e spiritosi artisti del romanticismo francese, soddisfa i suoi innumerevoli estimatori capire la genesi di lavori che sono rimaste nella storia dell’arte, tra cui, nel caso specifico, dipinti celeberrimi come ‘La libertà che guida il popolo’, quadro eseguito durante o alla vigilia della seconda rivoluzione francese (1830), ‘Il massacro di Chios’ (1824), ‘Il sultano del Marocco e il suo entourage’ (1845). Anche disegnini relativi alla cronaca, artistica o politica, del tempo sono divertenti, come una caricatura del maestro Rossini che era praticamente emigrato a Parigi, e un’altra, feroce, del pittore Ingres, quasi contemporaneo di Delacroix e da questo odiato perché si era inizialmente opposto alla sua elezione tra i cosiddetti ‘Immortels’, gli accademici di Francia. La pre-mostra attuale rimarrà aperta fino al 12 novembre.
