Alla Reggia della Venaria Reale è protagonista l’arte nelle sue più interessanti sfumature.
Come spesso accade negli ultimi anni nella residenza sabauda a pochi chilometri da Torino, che festeggia i 20 anni di presenza nella lista dei patrimoni dell’umanità, le esposizioni e gli eventi continuano ad attrarre visitatori da tutta Italia e dall’estero.
Questo grazie a percorsi espositivi innovativi e variegati che esplorano il mondo creativo attraverso epoche e tecniche, ospitando grandi nomi della cultura mondiale e storica.
Proprio in questo periodo nelle sale della Reggia si alternano le esibizioni delle opere di Caravaggio, Peter Lindbergh e Giovanni Boldini tra dipinti, autoritratti, fotografie, installazioni e innovazioni.

Cominciamo dalla Caravaggio experience in cui si propone l’opera utilizzando un approccio contemporaneo: l’uso di un sofisticato sistema di multi-proiezione a grandissime dimensioni, combinato con musiche suggestive e profumi con il fine di, immergere il visitatore a nell’ essenza visionaria del maestro del Seicento.
Negli spazi architettonici della Citroniera Juvarriana della Reggia di Venaria, si alternano spettacoli di proiezioni e musiche della durata complessiva di 50 minuti circa, in funzione contemporaneamente lungo tutto il percorso, senza interruzioni e a ciclo continuo, in cui sono evocate 57 opere del grande pittore.
L’installazione ripercorre i temi dell’intera produzione caravaggesca: la luce, il naturalismo, la teatralità, la violenza; e termina con un “viaggio” ideale attraverso i luoghi di Caravaggio, seguendo cronologicamente le fasi principali della sua incredibile esperienza di vita.
La mostra sarà visitabile fino all’11 febbraio 2018.
“I visitatori possono apprezzarne soltanto le riproduzioni ma- ha sottolineato lo storico dell’arte Claudio Strinati, curatore scientifico della mostra – questo è addirittura un vantaggio poiché, in molti casi, le opere sono poco visibili nelle loro collocazioni originali. In più questo innovativo modo di entrare nelle opere e nei loro allestimenti rende l’esposizione fruibile ad un pubblico più ampio, includendo soprattutto giovani e famiglie”.

Al primo piano si entra invece nelle atmosfere sofisticate della belle epoque con i dipinti di Giovanni Boldini, curata da Tiziano Panconi e Sergio Gaddi. Il fascino femminile, gli abiti sontuosi e fruscianti, i salotti alla moda ricreano il lusso dove arte, letteratura, moda, musica sono al centro della rinascita sociale e civile di cui il pittore è stato testimone attivo. Il percorso espositivo si sviluppa cronologicamente tematicamente allo stesso tempo dove si possono osservare 115 opere del pittore ferrarese e di altri artisti a lui contemporanei.
Protagonista indiscussa è la figura della donna dell’alta società, emancipata e sensuale che attraverso i ritratti e le istantanee dipinte con diverse tecniche ( dall’acquerello su carta, all’olio su tela, al carboncino) ne svela l’anima più intima e misteriosa.
La mostra non si ferma al momento internazionale dell’esperienza creativa di Boldini, che peraltro abbandona presto l’avanguardia italiana dei macchiaioli, ma attraverso alcune importanti opere di confronto presenta anche 26 opere di artisti vissuti in quegli anni, come Cristiano Banti, Vittorio Matteo Corcos, Giuseppe De Nittis, Antonio de La Gandara, Paul-César Helleu, Telemaco Signorini, Ettore Tito, Federigo Zandomeneghi.

Tra le opere più significative le celebri “La tenda rossa” (1904), “Signora che legge” (1875), “Ritratto di signora in bianco con guanti e ventaglio” (1889), “Signora bruna in abito da sera” (1892 ca.), “Ritratto di Madame G. Blumenthal” (1896) e, ospite d’onore – il capolavoro simbolo della Belle Époque: la grande tela dedicata a “Donna Franca Florio”, realizzata tra il 1901 e il 1924 – provengono dai principali musei internazionali.
Al piano ammezzato si entra in un nuovo ma forse più conosciuto universo femminile. Quello delle muse del cinema, della moda e della musica immortalate da uno dei fotografi contemporanei più significativi della nostra epoca Peter Lindbergh. Con “A different vision on fashion photography” cattura infatti la bellezza e anche i difetti che rendono iconici nomi come Naomi Campbell, Cindy Crawford, Kate Winslet a Charlotte Rampling. Modelle, attrici, ballerine, tutte fotografate con l’ abilità del bianco e nero che sfuma e acuisce allo stesso tempo i tratti dei volti, facendone emergere un’umanità che non si coglie semplicemente dalla copertina di una rivista.
Il grande fotografo di moda espone gli scatti eseguiti dal 1978 ad oggi in una mostra visitabile fino al 14 febbraio 2018.

Oltre al le immagini di personaggi noti è esposto anche materiale esclusivo: appunti personali, storyboard, elementi di allestimenti scenografici, polaroid, provini, spezzoni di film, gigantografie. e ogni sezione è arricchita da interviste video e una video-installazione interattiva. Da Isabella Rossellini, ambigua musa per le vie di New York alla leonessa Tina Turner con primissimi piani rubati ai suoi concerti, alla raffinata innocenza di Gwyneth Paltrow e il suo fascino d altro tempi alla bellezza acerba di Kate Moss all’ esplosiva Monica Bellucci all’avanguardistica scatto con Debbie Lee Carrington & Helena Christensen in California passando per altri volti noti catturati al massimo dell’ espressività.
Lindberg ha rivoluzionato il concetto di moda e bellezza all’interno di un mondo con codici estetici già fortemente consolidati. Il fotografo tedesco ha offerto con il suo lavoro una nuova interpretazione delle donne dopo il 1980, umanizzandole, senza prestare troppa attenzione ai vestiti: “Se si toglie la moda e l’artificio, si può vedere la persona reale”, dice.
La rassegna, ideata dal Kunsthal di Rotterdam, è curata da Thierry Maxime Loriot ed è organizzata dal Consorzio delle Residenze Sabaude.
Nata come nuova residenza di “piacere e di caccia” su ordine del duca Carlo Emanuele II che la fece edificare nella seconda metà del Seicento, la Reggia di Venaria oggi è soprannominata la “Reggia dei contemporanei”. Non solo perché è tra i primi posti come luogo di gradimento per gli italiani ma anche perché è diventata teatro di mostre, eventi e momenti di svago.