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Arte e Design
December 5, 2017
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Marco Gallotta e l’arte di creare bellezza intagliando la carta

"Quando lavoro seguo l'istinto di liberare i disegni dal superfluo per trovare lo spiraglio che ne mostri la vera essenza"

Manuela CaracciolobyManuela Caracciolo
gallotta
Time: 5 mins read

L’espressione artistica ha mille sfaccettature e la si può trovare ovunque, in un  parco, in un disegno, in un ritaglio o nell’ allestimento di un locale.

Marco Gallotta, classe ‘73 di origini salernitane, che vive a New York dal 1990, ha trovato la sua in una tecnica antica e allo stesso tempo completamente nuova perché lui reinventata: l’arte di intagliare della carta. Proprio utilizzando questo metodo ha curato personalmente l’allestimento del nuovo ristorante Lucciola, tra la 90th e Amsterdam avenue, inaugurato pochi giorni fa e lanciato dai bolognesi Michele Casadei Massari, Alberto Ghezzi e Gianluca Capozzi, con i co-fondatori Erica Monti e Luca Filicori.

In un percorso cominciato fin da bambino a camminare tra musei ed esposizioni, Marco si è  affermato come fashion designer, prima nel mondo della moda con il diploma al Fashion istituite of Tecnology,  lavorando come figurinista. Poi, grazie ad una curiosità insaziabile verso tutto ciò che è creatività connessa con la figura umana, la manifattura e gli elementi naturali ha sperimentato l’arte in varie forme, dal water colors al print making. Il suo imprinting si è espresso nella paper cutting, tecnica antica nata in Giappone, e Marco l’ha scoperta per caso, sperimentando come è nel suo stile.

Marco Gallotta
Marco Gallotta con le sue opere

“Da sempre nelle mie opere ho messo al centro i ritratti e tutto ciò che ha a che fare con l’anatomia umana ma ho sempre anche avvertito l’istinto di liberare i miei disegni dal superfluo, scavare al loro interno, trovare uno spiraglio che mostri la vera essenza, che intacchi la superficie e apra nell’ osservatore una visione più profonda e densa di significato. Intagliando la carta ho percepito che il mio bisogno di scoperta era stato soddisfatto“ ci racconta.

E dopo aver messo la sua arte al servizio d’importanti brand come Vogue, Apple, Chanel e Nike nei suoi lavori, Marco si ispira a icone famose del mondo dello spettacolo con  ritratti di star internazionali come David Bowie, Freddie Mercury e Leonardo Di Caprio, per citare solo alcuni di quelli coi quali ha collaborato. La sua arte è riconosciuta al livello internazionale.

Parlaci nello specifico della tua tecnica.

“Uso qualsiasi tipo di carta, le fotografie, pagine di libri, vecchi manifesti di film, giornali e riviste, carta che trovo per caso. E poi la tratto. Il papercutting non è una tecnica recente, anzi, l’ho resa moderna, dandogli la mia visione. L’uso della cera e della fotografia la rende unica, è come spogliare la realtà all’apparenza e guardarci attraversi. Il mio strumento  è un bisturi e dietro il “taglio” e gli strati c’è una ricerca di purezza e di osmosi del soggetto con la natura.L’ ho utilizzata per i Fashion Ink usati da Vogue come arredo di un importante photoshoot del 2016 e la ormai celebre serie di bottiglie realizzata per Chanel”.

Le opere di Marco Gallotta
Le opere di Marco Gallotta

Come scegli i soggetti e perché hai dedicato parte delle tue opere a ritratti di personaggi famosi?

“Leonardo di Caprio è un attivista, impegnato anche nella salvaguardia dell’ambiente. Mi sono molto inspirato a lui, visto che nella mia arte la relazione uomo-natura è cruciale. I miei soggetti sono spesso un tutt’uno con la natura e i miei “tagli” sono ispirati dagli elementi del vento, acqua e fuoco. Il lavoro sull’immagine della star è “a strati”, 3 grandi e alcuni più piccoli. I soggetti che scelto per le mie opere sono accumunante dal fatto che ognuno di loro sta facendo cose positive per la comunità e per l’ambiente. Il ritratto di Bowie mi è stato commissionato da un privato,  poco prima della sua scomparsa. L’opera è stata spesso mostrata in quel periodo,  in tv o sui giornali, dandole una visibilità che non mi aspettavo. Ero allo stesso tempo orgoglioso, perché come fan del duca bianco per me è una icona di stile e ispirazione, ma allo stesso tempo addolorato per l’occasione in cui l’opera è  diventata popolare. Fra i ritratti più  celebri, c’è  quello che mi ha commissionato personalmente  Will Smith, che si è dimostrato molto soddisfatto del risultato. Oltre a lui ho scelto volti noti come Lady Gaga, Freddie Mercury, Obama, Spike Lee, Frida Khalo sempre con lo stesso criterio di cui sopra”.

Che messaggio vuoi trasmettere con le tue opere ?

“L’arte è la mia passione da sempre. C’è in me un bisogno profondo di fare arte. La metto a disposizione di associazioni caritatevoli che combattono contro lo sfruttamento e il traffico di essere umani, specialmente bambini e bambine costretti alla prostituzione e spesso organizzo workshop diretti ai ragazzi, per creare “awareness”, consapevolezza e riflessione critica. Sono in stretto contatto ad esempio con l’attività di Somaly Mam, una donna cambogiana molto coraggiosa che è scappata dal suo paese ed ha creato una fondazione statunitense che si occupa di tutelare le bambine asiatiche, schiave del turismo sessuale, accogliendole in strutture dove posso essere istruite e curate, imparando anche un mesfiere per poter avere una vita normale”.

Ritratto di Leonardo Di Caprio
Ritratto di Leonardo Di Caprio

Raccontaci la tua relazione con la città di New York e con l’Italia.

“Sto cercando di creare un ponte tra New York e l’Italia. A ottobre sono stato invitato a Salerno per un personale incentrata sulla ricerca dell’ibridazione dei linguaggi, dove intaglio, disegno, pittura, fotografia e collage si fondono legandosi, in parallelo, al dibattito contemporaneo sulle contaminazioni culturali. La mia relazione con New York è profonda, anche se non è sempre facile da vivere. La città è velocissima e costosissima. Rimani indietro se non stai al passo. E’ competitiva, bisogna sempre essere pronti a combattere, soprattutto nell’ambito dell’Arte e ti dà tanto a livello di energia: io traggo inspirazione da ogni aspetto della città. Mi affascina camminare per strada, da un quartiere all’altro, osservare le architetture e le persone che lo popolano. La “diversity” è sicuramente la cosa che mi ispira di più ed esistono angoli di verde nascosti molto affascinanti, dive ritrovo la congiunzione con il verde, la calma”.

Guidaci alla scoperta del nuovo ristorante lucciola di cui hai curato l’allestimemto. A cosa ti sei ispirato per il concept?

“Nella sua atmosfera e nel suo concept si ispira al film “Festa di Laurea”, direttoda Pupi Avati , e riflette la nostalgica e romantica di Bologna che Avati ha raffigurato. In particolare viene richiamata la sua famosa scena in cortile dove l’ illuminazione ricordava le lucciole.E guarda caso, Lucciola si trova lungo la strada per Central Park, una zona con più alta concentrazione di lucciole della città. Ho creato  della carta da parati e delle opere d’arte; i materiali degli arredi sono legno, metallo, vetro… definirei lo stile come un industrial, urban eclectic.

Il ristorante Lucciola tra la 90th street e Amsterdam avenue

Per Lucciola ho realizzato il concept artistico (wallpaper, logo e pezzi originali). L’idea e’ che tutti gli insetti vogliono essere “cool” come le lucciole e per questo libellule, api, falene e farfalle volano con una lampadina. Durante la serata di inaugurazione ho proprio “liberato le lucciole dalla gabbia”, letteralmente ! Il ristorante è dedicato all’attore, Nik Novecento, che ha incarnato, nelle pellicole di Avati, i valori di Bologna, con la sua passione, anima, coraggio e gentilezza.

con la tecnica del papercutting
La carta da parati realizzata con la tecnica del papercutting
Abbiamo ricevuto anche una  affettuosa email di compliementi ed incoraggiamento da Antonio e Pupi Avati! Cristina Guidoni e Marina Vanni, founders and creative directors della StudioEmporioHome di Savigno, Bologna, hanno contribuito personalmente venendo a NY per i lavori e hanno creato per noi la madre Lucciola dedicata appunto ad accendere e mantenere acceso il ricordo di Nik Novecento ! Uno dei soci, Luca Filicori della prestigiosa Filicori e Zecchini di Bologna come noi ci ha creato una postazione di caffetteria modernissima”.

 

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Manuela Caracciolo

Manuela Caracciolo

Manuela Caracciolo, fin da bambina ha coltivato la passione per tutto ciò che è creazione ed espressione artistica. Dopo avere frequentato l’Istituto Europeo di Design a Torino e si diploma nel 2001 al Corso di Fashion & Textile Design, lavora per alcuni anni come stilista e graphic designer. Amante della creatività anche nel campo letterario, rispolvera la sua antica passione per la scrittura. E’ giornalista e reporter dal 2007 e collabora con il giornale locale Gazzetta d’Asti e altri fogli locali e con i magazines americani America24 del gruppo il Sole24ore e La Voce di New York scrivendo articoli di costume, arte e cultura. Si occupa di comunicazione per varie realtà associative nell’ambito dell’arte, della cultura , dell’enogastronomia. Ha partecipato e vinto numerosi riconoscimenti letterari con racconti e poesie e ha pubblicato nel 2011 una raccolta di racconti “Storie sole” per Carta e Penna edizioni . A gennaio 2017 è stato pubblicato il suo primo romanzo "Quella notte a Merciful street" edito da Trenta Editore.

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