Men at work è il titolo della personale di Paola Citterio alla Picture Farm Gallery di Williamsburg e in effetti, tutta la mostra ruota attorno a degli oggetti d’uso, spesso utilizzati per lavori pesanti, prevalentemente maschili.
Strumenti di lavoro, tools, catene, oggetti di riuso raccolti in giro per la città, letteralmente cuciti tra loro da una lana lavorata con determinazione e pazienza fino a diventare un materiale fortissimo.
La tecnica usata per lavorare la lana è quella del feltro ad ago. Una tecnica ripetitiva che porta a uno stato quasi meditativo. “Ci metto dei mesi per arrivare al risultato finale e la maggior parte delle volte, quando inizio non so nemmeno dove andrò a finire, ma è proprio questo il punto. La parte più affascinante di questi lavori è il processo creativo che vi sta dietro. Un processo che implica un abbandono”. L’artista ha trovato una perfetta espressione del suo processo artistico nelle parole di John Keats: “It struck me, what quality went to form a (WO)Man of Achievement, especially in literature, and which Shakespeare possessed so enormously- I mean Negative Capability, that is when (WO)man is capable of being in uncertainties. Mysteries, doubts, without any irritable reaching after fact and reason.”. Insomma, Paola Citterio va in cerca della “negative capability” ovvero della capacità di sapersi abbandonare alle incertezze e lo fa, esplorando questioni di genere e di tradizione culturale che la toccano molto da vicino.
I toni del rosa con cui lei stessa tinge la lana prima di lavorarla, vanno a integrarsi con quelli cupi degli oggetti di (ri)uso che recupera in giro per New York, materiali pesantissimi e leggeri si sposano, attraverso nodi e legami. A livello simbolico, l’artista, ripercorre le sue origini familiari: un nonno fabbro e donne dedite alla casa e al cucito rivivono in lei che porta a galla una complessità di dialogo tra i generi di grande intensità, sempre con un filo di leggera ironia. Ne vengono fuori oggetti di rara grazia.
L’artista non impone significati aprioristici, lascia il pubblico libero di emozionarsi, di toccare con mano le opere e ricavarne un’impressione unica e personale. Ognuno è libero di interpretare l’arte di Paola Citterio come ritiene, quello che a lei preme è il processo stesso che l’ha portata a creare quegli oggetti che non è troppo diverso dal modo in cui prepara la crostata: una maniera di rappresentare la tradizione da cui viene fuori qualcosa di nuovo e attuale.
Quello che è certo è che gli oggetti d’uso e da lavoro raccolti da Paola Citterio, assumono nuovi significati e una nuova dignità. Diventano oggetti nuovi che ricordano gli stereotipi del passato, per andare oltre, guardando a un nuovo mondo più complesso, basato sull’integrazione. L’artista, abbatte così vecchi stereotipi di genere, creando nuovi legami tra il passato e il presente – e di legami veri e propri si tratta – e dando vita alla possibilità di formare nuovi archetipi più sinceri, basati sull’incertezza. L’incertezza, dunque come valore, da perseguire per raggiungere un equilibrio più sincero, nell’arte come nella vita.
Le opere di Paola Citterio saranno in mostra fino all’8 maggio, se volete avere il piacere di incontrare l’artista, andate durante il fine settimana. Paola Citterio è infatti presente il sabato e la domenica dalle 11 alle 5 e se sarete fortunati potrete anche assaggiare una fetta della sua crostata.