The New York Times, uno dei più autorevoli quotidiani non solo d’America, da tempo ha avviato nel suo Times Center (situato su 42nd Street all'angolo con Eight Avenue) una serie di riflessioni su importanti aspetti della vita socio economica futura. Il 20 ed 21 luglio leader mondiali si sono ritrovati ad discutere sul tema Cities for tomorrow. La conferenza, organizzata da The New York Times e sponsorizzata da CitiGroup, Rockefeller Foundation, Delta Airlines, Presidio Graduate School, ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Bjarke Ingels fondatore e creative director di BIG. Bjarke Ingels ha progettato 2 World Trade Center, VIA 57 West e alcuni dei mega edifici che definiranno la New York dei prossimi anni.
Ingels, in conversazione con Michael Kimmelmann, chief architecture critic di The New York Times ha illustrato la sua visione della città che prevede un maggiore contatto tra le persone e la possibilità di usufruire di maggiori spazi verdi malgrado la considerevole densità di popolazione. Ma soprattutto, ha sottolineato Ingels, la città di domani avrà come fulcro creativo la capacità del brain power quale elemento del successo: in altre parole una maggiore partecipazioni dei cittadini alla vivibilità e creatività della città stessa.
Tuttavia le città sono organi complessi e necessitano di attenzione e progetti multipli per renderle sicure, attrattive, vivibili e creative, resilienti alle catastrofi naturali. Questi temi sono stati trattati da esperti del settore, tra cui William Bratton, capo della polizia di New York che ha sottolineato l’importanza dei dati nelle nuove strategie di lotta al crimine. Essi sono strettamente connessi alla salute pubblica. Insomma, a detta di William Bratton le nuove frontiere dei social media possono aiutare a ridurre il crimine.
Fred Wilson, managing partner di Union Square Ventures ha illustrato i piani per creare a New York un grande centro IT, in competizione con la Silicon Valley. Per attuare tale progetto è necessario il ruolo delle Università e dei Centri di ricerca e la loro apertura a capitali privati.
Anthony Foxx, già sindaco di Raleigh North Carolina ed attualmente ministro dei Trasporti nella amministrazione Obama, ha sottolineato, senza parafrasi o giustificazioni, il pessimo stato del trasporto ferroviario USA, fermo a suo dire ad una legislazione risalente ai tempi della presidenza Eisenhower ed intralciata continuamente dai veti politici dei governatori. Esempio, a dire del ministro Foxx, il veto del governatore del New Jersey Christie sulla costruzione di un nuovo tunnel attraverso l’Hudson River.
Di opinione ed esperienza diversa è stato l’intervento di Janette Sadik-Khan principal di Bloomberg Associates e tra le artefici del programma di bike sharing lanciato dalla amministrazione Bloomberg. Janette Sadik-Khan si è concentrata sulla necessità di decongestionare le città e le aree urbane dal traffico automobilistico puntando su un diverso utilizzo degli spazi di traffico urbano. Sia attraverso percorsi ciclabili sia attraverso la creazione di aree di circolazione solo per mezzi pubblici. Programma già messo in campo dall’amministrazione Bloomberg.
Judith Rodin, presidente della Rockefeller Foundation alla conferenza Cities of Tomorrow
Di notevole importanza anche il problema della edilizia popolare o public housing. Sul tema è intervento Julian Castro, già sindaco di San Antonio (Texas) ed attualmente ministro dello Sviluppo urbano nell’amministrazione Obama. Castro ha sottolineato l’importanza di una collaborazione pubblico-privato sia nell'edilizia popolare che nella rinascita di aree urbane depresse.
Judith Rodin, presidente della Rockefeller Foundation si è a lungo soffermata sul tema della città resiliente: città capaci di far fronte ad improvvise emergenze ambientali ed umanitarie ed attuare piani di rapido e lungo intervento per salvaguardare sia la vita dei residenti che la struttura urbana della città stessa. Rodin ha illustrato il piano approntato dalla Fondazione Rockefeller denominato Resilience Cities che mira a mettere in rete 100 tra le maggiori città del globo per confrontarsi e studiare strategie e metodologie di pronto intervento in caso di calamità naturali, incluse quelle dovute ad attacchi terroristici. Per questo programma la Fondazione Rockefeller ha allocato un fondo di 164 milioni di dollari per formare esperti in un nuovo profilo professionale denominato CRO (Chief Resilience Officer). Ad oggi hanno aderito al programma della Fondazione Rockefeller 66 città nei cinque continenti. Entro la primavera del 2016 le città diverranno 100 e gli esperti selezionati si confronteranno periodicamente sui temi della sicurezza urbana.
Intanto la conferenza dedicata alle città di domani prospetta città inclusive, creative, attente alla sicurezza ma soprattutto grande polo attrattivo di talenti da ogni angolo del mondo. E le statistiche parlano chiaro. Entro il 2050 il 70% della popolazione mondiale vivrà nelle città. Non a caso la nostra epoca è stata definita dalla Fondazione Rockefeller “the century of the city”.
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