La mostra Leonardo da Vinci 1452-1519. Il disegno del mondo rappresenta la più grande esposizione realizzata in Italia dedicata all’eclettico toscano, di adozione milanese. Le opere esposte a Palazzo Reale, fino al 19 luglio, esplorano la complessa figura di Leonardo – pittore, disegnatore, scienziato, musicista, inventore – attraverso dodici sezioni in cui si potranno ammirare i suoi codici originali, alcuni estratti del celeberrimo Codice Atlantico e un cospicuo numero di opere d’arte: disegni, manoscritti, sculture, incunaboli e cinquecentine provenienti dai più celebri Musei e Biblioteche del Mondo.
Sono significativi anche i quadri presenti, il San Girolamo della Pinacoteca Vaticana, la Madonna Dreyfuss della National Gallery of Art di Washington, il Musico conservato alla Pinacoteca Ambrosiana, e la Scapiliata della Galleria Nazionale di Parma. Il Museo del Louvre ha prestato ben tre dipinti per l’occasione: Belle Ferronière, Annunciazione, San Giovanni Battista.
Tuttavia una grande assente è La dama con l’ermellino che inizialmente sembrava sarebbe stata prestata dal Museo Czartoryski di Cracovia, che fino al 31 ottobre 2015 (perciò sarà presente per l’intera durata di Expo), è la protagonista virtuale dell’esposizione Leonardo3 – Il mondo di Leonardo negli spazi delle Sale del Re in piazza della Scala a Milano. L’opera leonardesca, viene ricostruita in 3D e muove lo sguardo, sbadiglia annoiata, accarezza e bacia il suo piccolo animale da compagnia, attraverso un semplice tocco sullo schermo.

Leonardo da Vinci, Ritratto di dama (La Belle FerronnieĚre)
La dama con l’ermellino è probabilmente l’unico dipinto di Leonardo ad appartenere ad un privato, il principe Adam Karol Czartoryski, custode di un’eccezionale raccolta che fu iniziata duecento anni fa da una sua antenata, Izabela Czartoryska e continuata da tutti i membri della famiglia. Il quadro che ritrae la sedicenne Cecilia Gallerani, fa parte dei quattro ritratti femminili di Leonardo da Vinci, tra cui La Gioconda, Ginevra de’Benci e Belle Ferronnière. Quest’ultima (ovvero Lucrezia Crivelli) e La dama con l’ermellino furono le amanti di Ludovico Sforza, duca di Milano, che chiamò l’eclettico artista Toscano a lavorare presso la sua corte.
La storia di Cecilia Gallerani da sempre ha attirato l’interesse di storici dell’arte, dal momento che pur facendo parte della corte di Ludovico il Moro non sembra essere vestita come una nobildonna, nonostante la pettinatura coazone che riprendeva la moda spagnola che furoreggiava all’epoca. Infatti la sobrietà del costume della dama, lontana dalla magnificenza e dalla ostentazione di altri ritratti femminili in ambito sforzesco, secondo alcuni critici potrebbe riflettere il rapporto rinascimentale tra abbigliamento e status sociale, poiché Cecilia Gallerani non era di famiglia nobile. Il padre, Fazio, ebbe diversi incarichi presso la corte milanese, anche come ambasciatore a Firenze e Lucca; sua madre, Margherita Busti, fu la figlia di un illustre giurista, motivo per cui probabilmente Ludovico iI Moro preferì unire la sua casata a quella di Beatrice d’Este. Ma questo non gli impedì di avere un figlio da Cecilia Gallerani, che nacque non molto dopo la realizzazione del dipinto Leonardesco.

Leonardo da Vinci, Pianta di Milano, Codice Atlantico
Secondo alcuni l’ermellino – che allora era il tradizionale animale domestico dell’aristocrazia – non fu scelto a caso, visto che simboleggiava la gravidanza, oltre che la purezza e la moderazione. Il ritratto potrebbe essere interpretato come un pegno d’amore per la giovane amata e il futuro nascituro Cesare, giacché l’ermellino che la donna stringe allude a Ludovico Sforza, insignito dell’Ordine dell’Ermellino, e al cognome della dama, dato che ermellino in greco si dice galée.
Ma l’aspetto rivoluzionario dal punto di vista pittorico di La dama con l’ermellino è l’elemento del movimento, poiché il soggetto è colto nel moto di rotazione alla sua sinistra e rappresenta una delle molte innovazioni di Leonardo da Vinci: lo sguardo della donna non è rivolto né in avanti, né verso lo spettatore, ma verso una terza parte, oltre la cornice del quadro. Il poeta di corte di Ludovico Il Moro, Bernardo Bellincioni, fu il primo a proporre che Cecilia fosse pronta ad interloquire con qualcuno al di là del quadro nel seguente sonetto del 1493:
Sopra il ritratto di Madonna Cecilia, qual fece Leonardo
Di che ti adiri? A chi invidia hai Natura
Al Vinci che ha ritratto una tua stella:
Cecilia! sì bellissima oggi è quella
Che a suoi begli occhi el sol par ombra oscura.
L'onore è tuo, sebben con sua pittura
La fa che par che ascolti e non favella:
Pensa quanto sarà più viva e bella,
Più a te fia gloria in ogni età futura.
Ringraziar dunque Ludovico or puoi
E l'ingegno e la man di Leonardo,
Che a' posteri di te voglia far parte.
Chi lei vedrà così, benché sia tardo, –
Vederla viva, dirà: Basti a noi
Comprender or quel eh' è natura et arte.
Indubbiamente ancora oggi, La dama con l’ermellino oltre a mostrare l'esperienza di Leonardo nella pittura della forma umana, intriga per la storia dell’animatrice di uno dei salotti più colti d’Europa, rinomata per la sua conoscenza del latino e della musica, nonché per le sue doti letterarie e la soavità della voce.
Da qualche tempo si vocifera che potrebbe sostituire La Gioconda come icona di Leonardo da Vinci, essendo anche più magra e giovane e avvicinandosi quindi al gusto contemporaneo. Forse potrebbe dircelo lei, visto che nei sotterranei di Villa Medici del Vascello, (la splendida dimora dove Cecilia Gallerani trascorse la seconda parte della sua vita con suo marito, il conte Ludovico Carminati), il Gruppo Hesperya di Brescia, che si occupa di indagini nel campo paranormale, ha registrato una flebile voce femminile. Ma qualora lo spirito della dama continuasse ad essere reticente nel manifestarsi, si potrebbe comunque rendere omaggio a La dama con l’ermellino nel suo luogo di sepoltura, la vecchia chiesa di San Giovanni, a pochi metri dalla villa situata nel paese di San Giovanni in Croce, in provincia di Cremona.