Spazio ai giovani alla Casa Italiana NYU Zerilli-Marimò dove si é appena inaugurata la mostra 2014, Anadromous selves on escalators di Tao Kulczycki.
Italiano di origini polacche, nato in Francia e cresciuto in Svizzera, l'artista vive attualmente a New York, dove ha brillantemente concluso il suo MFA (Master of Fine Arts) al PRATT Institute di Brooklyn. Il direttore della Casa italiana, Stefano Albertini, ci racconta della grande attenzione che La Casa Italiana Italiana rivolge alla promozione dei giovani talenti presentando in mostra nei suoi spazi nel West Village, non solo grandi nomi della cultura italiana del Novecento quali Fontana, Capogrossi, Morandi, ma anche tanti giovani artisti. "In questo 2014 – ci dice Albertini – abbiamo già esposto due artisti italiani entrambi ventisettenni che pur avendo percorsi molto diversi tra di loro si accomunano per formazione, ma soprattutto per il rapporto sviluppato con ambiti culturali di respiro internazionale. Oggi i giovani italiani si formano tra l'Italia e le grandi capitali della cultura nel mondo senza mai tralasciare il rapporto identitario con la madre patria".
Kulczycki é un artista che si può definire concettuale e le sue opere hanno un alto contenuto evocativo e simbolico. Ciò che più colpisce di più di questo giovane artista é l'arguzia, l'ironia e lo spessore espressi nelle opere. Della mostra risulta evidente la scelta di non pubblicare il nome accanto all'opera, bensì di presentare il titolo nelle brochure accanto alle immagini. Si obbliga in questo modo il visitatore all'atto della ricerca della corrispondenza tra opera e titolo. Si genera così l'interazione che porta l'osservatore a scoprire i messaggi celati dall'alto contenuto ironico.
Tao Kulczycki ha ottenuto in Inghilterra un bachelor in Arts, Performance and Digital Media e, una volta a New York, ha completato il master in Fine Arts. Durante il percorso formativo il suo modo di fare scultura si è caratterizzato nel modificare gli oggetti scelti. Questi vengono assemblati creando un nuovo soggetto a cui viene attribuito un valore nuovo ed assoluto. Le opere raccontano la condizione umana attraverso metafore surreali. Colpisce l'opera scultorea Fukushima Nuclear Debris che, come ci dice l'artista, "denuncia l'immissione nell'oceano di migliaia di tonnellate di radioattività che da Fukushima partono per arrivare sino alle coste della California. Le particelle immesse nell'acqua viaggiano spinte dal vento".
La parola "anadromous", contenuta nel titolo della mostra, spiega l'artista nel video di presentazione dell'esposizione, descrive quel tipo di pesci, come il salmone, che risalgono i fiumi, nuotando contro corrrente. Molti esseri umani, al contrario, seguono la corrente e non riescono a raggiungere il loro vero io. E la ricerca dell'io, come unità e come divisione è il concetto che anima la mostra.
Le opere esposte sono realizzate utilizzando diversi materiali, tra cui il cemento, le fibre di vetro e l'alluminio. Sono esposte anche due fotografie che mostrano una sorta di spiazzamento delle opere stesse. La mostra resterà aperta fino all'8 aprile.
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