Nonostante le grandi difficoltà che l’Italia sta attraversando in questo periodo – e i nuovi insiediamenti politici – in ogni angolo del paese, puntuale è arrivato il carnevale, come monito per ricordarci che la vita va osservata nelle sue numerose sfaccettature e ironie.
Ed è soprattutto la citta di Venezia, nella sua fragile bellezza ed eleganza, a ricordarci l’importanza di gettare una maschera sui nostri trionfi come sulle nostre miserie umane. Un esercizio allegorico per creare distanza dalle difficoltà collettive e private, e risorgere? Con questo auspicio ha avuto luogo anche quest’anno il Carnevale di Venezia.
Qui a Venezia tutto sa di maschera perché è la citta stessa ad indossare un vestito carnevalesco, sin dagli albori. Cosa si nasconde dietro la sua sublime bellezza se non un passato di grandi difficoltà della vita paludare? Eppure, come per magia, Venezia ha da sempre rappresentato il prodotto di uno scherzo della natura manipolata dalla genialità tecnica e artistica dell’uomo. L’arte, di cui Venezia si riveste e si addobba, rappresenta la sua stessa maschera che, con simbologie e allegorie, è uno dei veicoli comunicativi privilegiati.
Ed è proprio questo che La VOCE è venuta a scoprire nella galleria d’arte il Castello 925 nel sestriere Castello, area Giardini. Luca Caldironi, il curatore della galleria, ha allestito in occasione del carnevale 2014 una mostra per riflettere sulla relazione tra l’illusione e il mascheramento.
A tal proposito La VOCE ha chiesto a Caldironi, che ha prestato il suo sapere professionale come psichiatra al servizio dell’arte, favorendone la divulgazione arricchita da una capacità interpetativa peculiare: "Come vede lei il rapporto fra arte e carnevale?". La sua risposta: "A mio avviso, Venezia si presta per definizione alla commedia dell'arte. In questo periodo carnivalesco, i 'campi' (le nostre piazze e piazzette), nell’ospitare le maschere, offrono una opportunità di comunicazione, scambi e accoglienza del diverso. Questa esperienza permette che alcuni aspetti che appartengono agli altri possano essere acquisiti per arricchire parti di noi stessi. Entrambi, arte e carnevale, favoriscono trasformazioni grazie alla loro peculiarità di coumunicare con la parte interna di noi stessi."
In questo periodo la galleria Castello 925 presenta, con i lavori di giovani artisti contemporanei, come Elise Church, Luca Coser and Joe Kupillas, una rassegna dal titolo La Poetica della Profondità nei Collages. Gli artisti attraverso l’uso di collage creano immagini a due dimenzioni il cui effetto è la formazione all’interno della mente dell’osservatore di una nuova immagine più complessa. Uno scherzo "carnevalesco" del rapporto tra visone ed immaginazione. Come il messaggio delle maschere carnevalesche, siano esse bonarie, maligne,fantastiche, gentili, stanno a ricordarci che dietro l‘immagine si nasconde la terza dimenzione: lo spessore di altre realtà.
Nella stessa galleria abbiamo ammirato le pitture di Zheng Jiang, un giovane artista cinese, che rievocano episodi della vita trascorsa all’interno delle mura domestiche. Le narrazioni dei contenuti artistici rappresentati su tela vengono filtrati dalla vetratura decorativa di cui l’autore dota tutti i suoi quadri. Con questa tecnica lo spettatore diventa protagonista nell’atto di osservare, mentre il suo sguardo filtra leggermente ed entra nell’intimità delle stanze. I colori tenui e sfumati, le dolci e soffici pennnellate usate dall’artista inducono l’osservatore a creare immagini arricchite dall’abilità illusoria; come a ricordarci che non sempre i ricordi sono fedeli e rappresentativi della realtà. Ad offrire invece un’idea di illusione attraverso l’uso delle tre dimensioni, l’artista cinese Zhu Rixin che, sostituendo la tela con un lenzuolo di cuoio, dipinge, crea collage e incide su di esso una “mappa dei suoi desideri e illusioni”. La mappa è, in realtà, la riproduzione in scala di una regione della Cina; area devastata sia da problemi ecologici sia dal rischio di conflitti internazionali dovuti alla vicinanza con isole contese dal limitrofo Giappone. Un chiaro monito a favore di un intervento per il ripristino di una salutare ecologia ma nelllo stesso tempo un monito contro ogni intervento militare.
Al termine della nostra visita alla galleria abbiamo chiesto al curatore della mostra se l’arte possa offrire un contributo positivo in questo momento politico critico per l’Italia. “Difficile da dire – ci ha risposto – ma certamente l’arte è un importante aspetto della cultura italiana ed è una ricchezza culturale che ci contraddistingue nel panorama internazionale. E' importante saper valutare questi aspetti che ci rendono unici e impareggiabli poiché l’arte potrebbe apportare un consitente contributo economico se sapientemente gestita”.