Negli splendidi spazi della Fondazione Magnani Rocca è ospitata una mostra di grande suggestione che analizza, attraverso l’ascesa dall’Inferno al Paradiso attraverso il Purgatorio, personaggi, ambientazioni e vicende tratte dalla «Divina Commedia» con le opere d’arte di Gustave Doré, Francesco Scaramuzza e Amos Nattini. Il percorso è suggestionato ancor di più dalle musiche che accompagnano lo spettatore, quelle di Franz Liszt, loro contemporaneo, con note drammatiche per Inferno e Purgatorio fino al culmine delle sale dedicate al Paradiso con il suo “Magnificat”.
In questo modo l’intento del fondatore della Fondazione, Luigi Magnani, trova una corrispondenza nell’unire, accostare e contrapporre varie discipline artistiche, dalla musica all’illustrazione. La «Divina Commedia » ha da sempre attratto gli artisti che ne hanno descritto e raffigurato i passaggi più suggestivi e famosi, romantici o drammatici, attraverso le più varie discipline artistiche ma soprattutto attraverso le arti figurative; ben prestandosi a questo tipo di raffigurazione non è quindi un caso che la mostra analizzi proprio l’illustrazione attraverso questi tre grandi nomi. Essi ritraggono incubi, angosce ed estasi conducendo il visitatore dalle tenebre infernali alla luce paradisiaca attraverso le sale espositive.
Francesco Scaramuzza (Sissa presso Parma 1803 – Parma 1886) affresca la Sala di Dante della Biblioteca Palatina di Parma – che entra nel percorso della mostra essendo eccezionalmente aperta al pubblico – oltre al Tempietto petrarchesco di Selvapiana e a una sala del Museo d’antichità di Parma; tra le sue più felici e riuscite opere è l’illustrazione della «Divina Commedia» soprattutto per l’eccezionale capacità e sensibilità nel rendere le scene dantesche e sono ben 243 i grandi disegni a penna (73 per l’Inferno, 120 per il Purgatorio, 50 per il Paradiso) dedicate alla grande opera.
L’illustrazione della «Divina Commedia» di Gustave Doré (Strasburgo 1832-1883) è invece forse la più conosciuta e famosa soprattutto grazie anche alla naturale inflessione dell’artista per la raffigurazione di testi letterari; fu l’illustratore di grandi poeti come Milton, Rabelais, Balzac, La Fontaine, Cervantes, illustrò la «Bibbia» e Ariosto sia come pittore che come incisore.
Spesso si è tentato un confronto tra i due artisti, quasi sempre a favore di Dorè, anche se sicuramente fu il parmense Scaramazza ad aver meglio colto e interpretato il messaggio dantesco.
Abbandonando l’Ottocento, la mostra fa un salto nel secolo successivo analizzando la produzione di un altro grande interprete di Dante, Amos Nattini (Genova 1892 – Parma 1985); a partire dal 1919, incoraggiato da Gabriele D’Annunzio, egli realizza una maestosa serie di cento tavole che costituiscono l’illustrazione d’una speciale edizione della «Divina Commedia» che vennero esposte a Parigi, Nizza e L’Aja, riscuotendo ovunque un grandissimo successo; il grande tratto innovativo di questa serie è l’uso del colore, capace di evocare al meglio, attraverso il segno, le atmosfere e le ambientazioni dantesche. Questa mostra è decisamente una bella per passeggiare attraverso la «Divina Commedia» e godere dei suoi maggiori personaggi e intrepretazioni.
[DIVINA COMMEDIA. Le visioni di Doré, Scaramuzza, Nattini, Mamiano di Traversatolo (Parma), Fondazione Magnani Roccainfo: http://www.magnanirocca.it]