Brooklyn. Oggi. La sveglia suona alle sei e quarantacinque, un suono piatto e ripetitivo. Dalla finestra aperta filtra luce dorata. Raven Leilani – palpebre pesanti e testa confusa – apre gli occhi e spegne la sveglia. Sposta le lenzuola, scende dal letto ed esce sul balcone a piedi nudi.
Il sonno pastoso viene spazzato via dall’aria fresca del mattino. Cinque file di auto si fermano ai semafori rossi mentre una folla di persone esce di colpo dalla metro e cammina veloce nella prima luce del sole. Vanno tutti di fretta, come se fossero in ritardo per qualche evento. Vanno tutti a lavorare.
Raven Leilani appoggia i gomiti sulle grate del balcone. Il lavoro è sempre stata una costante della sua vita, come la scrittura. Dopo che si è laureata nel 2012 ha accettato un impiego come specialista di immagini su Ancestry.com, poi come redattrice in una rivista per un progetto top secret per il Dipartimento della Difesa e infine come addetta alle consegne di Postmates. Anche se lavorava tanto, non ha mai smesso di scrivere, anzi si è lasciata ispirare da tutto quello che le ruotava intorno: il lavoro al Dipartimento della Difesa ha influenzato il racconto Hard Water mentre la sua difficoltà nel respirare si è trasformata in Breathing Exercise, pubblicato sulla Yale Review. Ha scritto anche poesie, la prima su Granta, basata su una conversazione avuta con sua madre, una devota avventista del settimo giorno.
Nel 2017 si è iscritta al MFA della New York University dove ha studiato con scrittori come Jonathan Safran Foer e, la sua mentore Zadie Smith (“mi ha dato il permesso di essere libera sulla pagina”, ha detto Leilani in un intervista al Buzzfeed).
Il lavoro è stata una parte fondamentale anche a New York, lei, infatti, per permettersi di studiare in una delle città più costose del mondo, ha cercato e ottenuto un impiego presso l’editore Macmillan. E, anche qui, ha continuato a scrivere. “Scrivevo sul retro delle ricevute o in bozze di posta elettronica, perfino all’interno dell’HTML degli e-book, a tutti sembrava che stessi facendo delle correzioni”, ha dichiarato al New York Time, “ma stavo scrivendo Chiaroscuro (in originale Luster, in Italia edito da Feltrinelli, traduzione di Ilaria Piperno e Stella Sacchini) .
Chiaroscuro è il suo romanzo d’esordio. Pubblicato nel 2020, racconta la storia di Edie, una donna nera sulla ventina che vive a New York e lavora come assistente editoriale. La protagonista incontra Eric, un uomo bianco sulla quarantina che ha un matrimonio aperto. Eric e sua moglie hanno una figlia adottiva di dodici anni, Akila, anche lei nera. Edie inizia una relazione sessuale con Eric e si trasferisce nel New Jersey per vivere con la sua famiglia dopo essere stata licenziata.
“Volevo scrivere di una donna nera che è ostinata, affamata e che fa cazzate”, ha detto Leilani “Non volevo che fosse un personaggio incontaminato e morale.” Chiaroscuro ha ricevuto recensioni molto positive. Kirkus Reviews ha descritto il libro come “Acuto, strano, propellente e molto divertente”. Publishers Weekly ha affermato: “L’abilità di Edie di gestire le complicate relazioni con i Walker mostra la maestria delle sfumature di Leilani e la narrazione è perspicace, divertente ed emotivamente carica”. Zadie Smith – relatrice della tesi di Leilani – ha scritto un articolo su Harper’s Bazaar indicando che “nessuna categoria – come la scrittura femminile o dei millennial o afroamericana – poteva esprimere o contenere il libro che stavo leggendo”. Chiaroscuro infatti sfugge a una facile categorizzazione: è un libro sull’ essere giovane, essere neri, essere donne, essere depresse, sentirsi sole, avere traumi latenti, fare sesso. Non è nemmeno un romanzo che si inserisce nella tradizione delle recenti storie su donne ventenni disamorate che arrancano nel nostro inferno capitalista, perché quello che colpisce di questo romanzo è la qualità della scrittura stessa.
Nel romanzo si trovano frasi come “Ci sono momenti in cui interagisco con i bambini e ricordo con affetto il mio aborto” o anche “‘Sono un libro aperto’, dico, e intanto penso a tutti gli uomini che hanno trovato questo libro illeggibile. Con questi uomini ho commesso alcuni errori. Appena provavano ad andarsene da casa mia, mi buttavo per terra, aggrappandomi alle loro ginocchia. Gli correvo dietro in corridoio con un flacone di Listerine in mano, dicendo, ‘Sono un libro da ombrellone, posso sbarazzarmi di questo stile complicato, per favore, correggerò quel che c’è da correggere’“.

Oppure “’Puoi essere te stessa con me, lo sai,’ dice, e faccio una gran fatica a non scoppiargli a ridere in faccia. ‘Grazie’, dico, anche se so che non è vero. Vuole che io sia me stessa come potrebbe essere sé stesso un leopardo in uno zoo di città. Inerte, in attesa di cibo. Non libera e allo stato brado, con i legamenti paradontali ben allenati”.
Il romanzo ha avuto un grosso successo ed è stato tradotto in più di dieci lingue. Recentemente HBO ha acquisito i diritti per crearne una serie tv con Tessa Thompson come protagonista.
Raven Leilani stacca gli avambracci dal balcone di casa sua. Proprio come nella vita privata, anche in quella dei suoi personaggi il lavoro è un elemento fondamentale. “Per me era importante”- ha detto – “avere un libro in cui i personaggi abbiano un lavoro, abbiano qualcosa da fare e di cui si preoccupano”.
Il sole adesso si riflette tra un palazzo e l’altro della strada, come danzando. Proprio come una magia, pensa Raven Leilani. “Magia” è una parola così astratta ma è proprio quella che aveva usato per l’intervista al The New York Times per definire la sua vita di adesso. Grazie al successo di Chiaroscuro, la scrittura e il lavoro si sono fusi in unica cosa. Adesso scrive tutto il giorno e non ha più bisogno di trovare un impiego per mantenersi. Cosa può essere, se non una magia, vivere in questo modo per una donna nera di trentadue anni come lei?