Casa Italiana Zerilli-Marimò non si è mai fermata. Agosto ha solo rallentato un po’ il ritmo, ma ora è pronta per ricominciare la stagione. Il primo appuntamento è il 14 settembre con la proiezione alle 18:30 del film La grande guerra del Salento (2022, diretto da Marco Pollini con sottotitoli in inglese) e poi a seguire tutte le altre attività, gratuite e aperte al pubblico: conversazioni fra autori, giornalisti, registi, proiezioni di film e documentari.

Camminando fra le colonne dell’ingresso e i putti in marmo del patio interno, Stefano Albertini, direttore dal 1998, illustra il nuovo programma. “Per questo semestre, l’argomento centrale è il Novecento letterario, – spiega. – Lo tratteremo a modo nostro, quindi unendo diverse discipline, letteratura e cinema. Per esempio, presenteremo con Jenny McPhee e Franco Badasso la nuova traduzione di Menzogna e Sortilegio di Elsa Morante (9 novembre), ma faremo anche vedere un documentario sulla vita della scrittrice con il commento di Vanessa Roghi (16 ottobre)”.
A inaugurare il filone novecentesco, c’è l’evento del 27 settembre che mostra Cesare Pavese come traduttore e americanista e che conclude il Festival Pavese 2023, un appuntamento italiano che si svolge a Santo Stefano Belbo (città natale dell’autore) in occasione dell’anniversario della sua nascita. In particolare, per la prima volta verrà presentata una trentina di volumi di letteratura americana e inglese annotati e commentati proprio dall’autore, tutti inediti, donati da Fondazione Pavese. “È un segno di rivincita che vogliamo riconoscere all’autore. Pavese sognava l’America”, sorride Albertini.
Fra gli autori novecenteschi ci sono anche: Curzio Malaparte (due giorni di conferenze, 19 e 20 ottobre, organizzati in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura e il Center for Italian Modern Art) e Italo Calvino (tre giorni di incontri, 15, 16 e 17 novembre, a cui hanno partecipato Stonybook e l’Istituto Italiano di Cultura).
Sono state rinnovate anche le serie: “Forgotten Gems” curati da Antonio Monda, “Adventures in Italian Opera” con l’autore teatrale Fred Plotkin e “Addressing Style” guidate da Grazia D’Annunzio.
“Poi, Casa Italiana è impegnata nelle ‘produzioni’ – spiega Albertini. – Si tratta di contributi per promuovere la traduzione in inglese di classici o di libri italiani che non sono mai stati tradotti”. Fanno parte della collana “Lorenzo Da Ponte”, pubblicata dalla Universal Toronto Press e curata dal professore Luigi Ballerini, primo direttore di Casa Italiana. Per questa stagione, viene presentata il 21 settembre la versione inglese di La reina di Scotia, scritto originariamente da Federico Della Valle nel 1627. “Questa opera teatrale – continua Albertini – racconta in maniera fittizia le vicende di Maria regina di Scozia alla quale si ispirarono Friedrich Schiller per scrivere la sua tragedia Maria Stuart e, a sua volta, Gaetano Donizetti”.

Fra le chicche della nuova stagione, il 2 ottobre Casa Italiana presenta in anteprima inedita il documentario coprodotto Stonebreakers, dove Valerio Ciriaci, regista del documentario, riporta le tensioni, gli umori e gli ideali che si sono diffusi nell’estate 2020 quando il movimento della cancel culture è diventato molto popolare. Sulla stessa linea, Casa Italiana è impegnata nella produzione di una serie di video sui monumenti che legano la cultura italiana a questa città, come le statue di Colombo, Verdi, Vespucci, o i negozi alimentari a gestione familiare da più di cento anni, ma anche le chiese. L’obiettivo è lanciare una mappa interattiva su Google Maps che unisca tutti questi luoghi e li contestualizzi nel tempo e nello spazio. “Ci siamo chiesti: dell’identità degli italiani in America che cosa vogliamo sottolineare? – provoca Albertini. – La risposta è scontata: in passato abbiamo riconosciuto Cristoforo Colombo come il primo italiano ad avercela fatta. E lo abbiamo adottato come simbolo per celebrare la scoperta dell’America. Con il movimento della cancel culture, le sue statue in giro per gli Stati Uniti sono state abbattute. Ma per noi non si tratta di prendere una posizione politica. In quanto istituzione accademica, il nostro compito è quello di fornire tutti gli strumenti necessari per creare la propria opinione e sviluppare un senso critico”.
Prossimamente, verrà allestita all’interno di Casa Italiana, nei corridoi bianchi immacolati al piano terra, una mostra-memoriale che riguarda l’incendio dell’industria manifatturiera nel quale morirono quasi 150 persone, tutte giovani donne e migranti, fra cui tantissimi italiane ed ebree. “Avremo alcune foto d’epoca e l’unica macchina da cucire che è sopravvissuta nella tragedia” – dichiara Albertini. Prima d’ora non è mai stato fatto un monumento in onore delle vittime. Tempo fa, un comitato ha iniziato a chiedere fondi. Due architetti, Uri Wegman e Richard Joon Yoo, hanno vinto il bando e hanno iniziato a lavorare nella produzione di un nastro in acciaio che venisse esposto e appeso fuori dall’edificio e che fosse un calco di tutti i ricordi delle persone che sono morte nell’incendio. “Casa Italiana avrà l’onore di esibire l’originale del calco con tutti i ritagli e le pezze di partenza”, sostiene il direttore.

Da non perdere: due appuntamenti dedicati a Don Lorenzo Milani e Don Primo Mazzolari, concentrandosi su tematiche come educazione libera, obiezione di coscienza, guerra e pacifismo. “Sono state due figure rivoluzionarie – chiosa Albertini. – Uno a Barbiana, l’altro a Bozzolo, in due momenti storici diversi, hanno dedicato la loro vita ai poveri e all’educazione. Hanno denunciato la scuola classista, che serviva gli interessi di chi era già ricco e stava già bene. Entrambi sono stati perseguitati dalla Chiesa per il modo rigoroso con cui applicavano il Vangelo e qui in America non sono conosciuti”. Nel 2017, succede una cosa straordinaria: papa Francesco prende un aereo e nella stessa giornata va prima a Barbiana e poi a Bozzolo. “Con un gesto del genere, è come se volesse riabilitarli”, riprende Albertini. “Quindi per l’occasione abbiamo deciso di organizzare due incontri con Vanessa Rodi che ha scritto La lettera sovversiva sul primo e Diletta Pasetti che ha dedicato al secondo Un’obbedienza in piedi. Proietteremo anche un documentario prodotto da Ermanno Olmi nel 1967 per la Rai, che era stato perso negli archivi perché non era stato mandato in onda e che un giornalista è riuscito a recuperare”, conclude Albertini.

In ordine cronologico, ecco tutti gli eventi:
18 settembre: Conversazione fra Antonio Monda e John Patrick Shanley, autore di “Moonstruck”;
21 settembre: Presentazione della traduzione in inglese di “La Reina di Scozia” di Federico Della Valle;
27 settembre: Evento in collaborazione con Fondazione Pavese e con la partecipazione di Jhumpa Lahiri, Brian Moore, Rosemary Salomone e Iuri Moscardi;
28 settembre: “Food and Fashion” presentato da Grazia D’Annunzio con la partecipazione di alcuni insegnanti del Fashion Institute of Technology;
2 ottobre: Proiezione del documentario “Stonebreakers”, prodotto da Casa Italiana;
3 ottobre: “Adventures in Italian Opera” con l’autore teatrale Fred Plotkin in conversazione con Daniele Callegari, direttore d’orchestra;
6 ottobre: Visione del documentario “Milano: The Inside Story of Italian Fashion” (2023) con una breve presentazione di John Maggio;
16 ottobre: Proiezione del documentario su Elsa Morante insieme a Vanessa Roghi;
19 e 20 ottobre: Conferenze su Curzio Malaparte;
25 ottobre: Presentazione dell’autore Eraldo Affinati;
27 ottobre: Conversazione fra Antonio Monda e Molly Haskell, critica cinematografica;
2 novembre: Conversazione fra Antonio Monda e Michael Barker, copresidente e cofondatore di Sony Picture Classics;
9 novembre: Presentazione della nuova traduzione di “Menzogna e Sortilegio” di Elsa Morante insieme a Jenny McPhee e Franco Baldasso;
15, 16 e 17 novembre: Conferenze su Italo Calvino.
7 dicembre: Conversazione fra Antonio Monda e Maaza Mengiste, autrice.