Protagonista della storia narrata è l’autrice, Tessa Rosenfeld, che ripercorre anni della sua infanzia e giovinezza a dir poco movimentati e decisamente fuori dall’ordinario. Nata negli Stati Uniti, a Santa Monica, da padre americano, un self made man che viene a mancare quando lei ha appena due anni, e madre italo-russa, vive in perenne spostamento tra New York, l’Italia, la Francia di Parigi e Cap-Ferrat, sempre con le due donne che, nel bene e nel male, segnano questa vita straordinaria: la nonna Eugenia indomita aristocratica russa che vive di ricordi e, imperterrita, resta nei modi imperiosi e negli atteggiamenti fedele al mondo dello Tzar, e la madre Yolanda, una ex ballerina solista dei Balletti Russi di Montecarlo, bellissima, volubile, inquieta. Infine va a risiedere a Roma con loro.
Una triade di ‘anime slave’ come la nonna amava ripetere come un mantra perché potessero tutte e tre essere profondamente comprese di un destino che le vedeva diverse e superiori rispetto al resto del genere umano.
Loro, ribadisce la nonna, sono cosmopolite, di una razza che le rende superiori, amanti del bello, degli agi, portatrici di una nobiltà fors’anche decaduta ma impressa nel loro DNA e pertanto da conservare senza cedere a frequentazioni con gente ordinaria.
Tessa bambina e poi giovane donna fatica a fronteggiare sia Eugenia che Yolanda ma sono tutta la sua famiglia, una trimurti in perenne esilio, tra alti e bassi umorali ed economici, ma sempre altezzosamente consapevoli di essere “Anime Slave”.
La Nonna intima a Tessa: “Con chiunque, usa il lei e mai il tu”. “Anche con i bambini?”. “Soprattutto! E’ in queste minuzie che ci si differenzia”.
I personaggi maschili ci sono ma sono decisamente sullo sfondo: il padre di Tessa Rosenfeld, definito il Grande Assente, il nonno amato ma morto troppo presto d’infarto, un barone siciliano dalla nonna e da Tessa chiamato il Ratto che si è insediato nella loro vita e nelle loro case, nullafacente e borioso, forse manipolatore di Yolanda per biechi interessi economici visto che il Grande Assente, poi Grande Estinto ha lasciato una cospicua eredità.
Il libro abbraccia gli anni ’60 e ’70 del secolo scorso e segue le peregrinazioni delle tre anime slave tra New York e i Parioli, Sanremo e via Nomentana, Parigi e Venezia sempre con una scrittura piena di ritmo, brillante, decisamente e volutamente caustica, venata di un umorismo ruvido e aggraziato, anche negli episodi più sconcertanti, una scrittura alla Dorothy Parker. Riuscita per miracolo a sopravvivere tra le due folli donne della sua vita, Tessa Rosenfeld può permettersi di riesumare una esistenza straordinaria con humor e un fondo di dolce-amara tenerezza.
Tessa Rosenfeld inizia a creare disegnando, incoraggiata da Gio Ponti presso il quale compie uno stage a Milano. Ha esopsto i suoi “Ritratti Bianchi” a Parigi, Montecarlo e Dubai. Poi comincia a scrivere e i suoi racconti vengono pubblicati sul prestigioso settimanale statunitense Christian Science Monitor. Molti anni dopo, alla morte della madre, abbandona il disegno e si dedica completamente alla scrittura. Nel 2021 esce il suo primo romanzo Graffio e nel 2023 Anime Slave, entrambi per Linea Edizioni. Da dieci anni vive nel basso Salento con il marito Fabio Calenda e con Mordi e Fuggi, i suoi amatissimi cani.