Grande fermento tra paparazzi, addetti ai lavori e semplici amanti del cinema, per la terza giornata del 76.mo Festival di Cannes che prevede l’omaggio, la standing ovation della Croisette ad Harrison Ford. A quindici anni dall’apertura del Festival di Cannes, l’archeologo più famoso del mondo torna a Cannes, per il lancio del film Disney – fuori concorso – Indiana Jones e il quadrante del destino. Il quinto capitolo della lunga saga d’avventura è il primo film della serie non diretto da Steven Spielberg ma da James Mangold (Cop Land, Logan, Kate & Leopold, Ford v Ferrari) ed è l’ultima volta – come dichiarato dall’attore stesso – che l’ottantenne Harrison Ford interpreterà il personaggio.
Spielberg e George Lucas sono i produttori principali di questo film la cui trama è stata tenuta nascosta più strettamente di quella di una mummia! Dal trailer si evince comunque che in una lunga sequenza flashback nella quale il dottor Jones affronta ex nazisti è stata usata la tecnologia anti-invecchiamento VFX per farlo apparire intorno all’età che aveva – 35 anni – in I predatori dell’arca perduta. Ford ha rivelato, all’inizio di quest’anno, che l’intelligenza artificiale è stata utilizzata per setacciare tutta la sua filmografia in modo che il suo volto invecchiato fosse il suo vero volto strappato dai filmati d’archivio della Lucasfilm.

Indiana Jones e il quadrante del destino è ambientato nel 1969: durante la corsa allo spazio Indiana Jones lavora per impedire il riemergere del nazismo. La sequenza di apertura si svolge nel 1944, da qui la necessità di “invecchiare” Ford.
Cosa aspettarsi? “Un ottimo lavoro”, parola di Spielberg che ha già potuto vedere il film, assieme a James Mangold, in una proiezione privata organizzata dalla Disney. Al recente Time 100 Summit e Gala a chi gli chiedeva cosa avesse provato nel vedere un film di Indiana Jones non diretto da lui ha risposto: “E’ davvero un buon film. Sono davvero orgoglioso del lavoro di Jim. Quando si sono accese le luci, mi sono rivolto al gruppo e ho detto ‘Accidenti! Pensavo di essere l’unico a sapere come fare un film di Indiana Jones”.
Il cast di supporto comprende Phoebe Waller-Bridge, Mads Mikkelsen e Antonio Banderas. Il quarto capitolo della saga, Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, del 2008 e diretto da Spielberg, ha incassato 790 milioni di dollari in tutto il mondo.
Harrison Ford ha confermato alla rivista Total Film che non apparirà proprio più nei panni dell’archeologo, nemmeno nella serie televisiva “Indiana Jones”, attualmente in sviluppo iniziale su Disney+.

Altro film non in concorso, ma ugualmente tanto atteso è Perdidos en la noche, quinto lungometraggio dl regista messicano Amat Escalante. Il regista non è nuovo a Cannes, avendo presentato il suo primo film, Sangre, nella sezione Un Certain Regard nel 2005, vincendo il premio FIPRESCI. È tornato anche nel 2010 con Los Bastardos e nel 2013 ha vinto il premio per la miglior regia con Heli, un dramma sull’impatto sociale del traffico di droga in Messico.
Perdidos en la Noche è stato scritto dal regista – noto per l’inserimento di attori non professionisti nei suoi film – in collaborazione con il fratello Martín e Paulina Mendoza. Il film segue la storia di Paloma, un’insegnante e attivista che protesta contro l’industria mineraria locale. Poco dopo, scompare senza lasciare traccia. Cinque anni dopo, il figlio ventenne Emiliano, animato da un forte senso della giustizia, cerca il responsabile.
E veniamo ai due film in concorso.

Black Flies, diretto da Jean-Stéphane Sauvaire (A Prayer Before Dawn) – una delle sette registe in gara quest’anno a Cannes – vede nel cast il due volte premio Oscar Sean Penn e Tye Sheridan (Ready Player One di Steven Spielberg), i quali sono anche tra i co-produttori del lungometraggio. Accanto a Penn e Sheridan, il film è interpretato da Michael Pitt (Funny Games), Katherine Waterston (Animali fantastici e dove trovarli) e Mike Tyson (Una notte da leoni).
Black Files, un thriller viscerale e propulsivo basato sull’omonimo romanzo di Shannon Burke, segue Ollie Cross (Sheridan), un paramedico emergente che trascorre notti adrenaliniche in ambulanza per i vigili del fuoco di New York City a Brownsville, Brooklyn, mentre trascorre giorni a studiare per gli esami di medicina in un tugurio di Chinatown. Lavorando al fianco dell’esperto primo soccorritore Gene Rutkovsky (Penn), Cross scopre in prima persona il caos e il timore reverenziale di un lavoro che passa dallo straziante al sincero, e occasionalmente si estende all’ambiguità etica.
Altro film in gara per la Palma d’oro è Jeunesse (Youth) del cinese Wang Bing, regista molto apprezzato. Il suo docu-film ci porta nella città di Zhili, 150 km da Shanghai. I giovani che si riversano in questa città, dedicata alla produzione tessile, provengono da tutte le regioni rurali lungo il fiume Yangtze. Hanno tutti vent’anni, condividono i dormitori e mangiano nei corridoi. Lavorano instancabilmente per crescere un giorno un figlio, comprare una casa o allestire il proprio laboratorio. Con il passare delle stagioni, amicizie e storie d’amore si intrecciano e si sviluppano in un contesto di fallimenti e pressioni familiari.
Wang Bing, come dicevo, è un regista acclamato che ha vinto al Festival di Locarno il Pardo d’oro per Madame Fang nel 2017. Ha partecipato anche al Festival di Cannes nel 2007 con Fengming, Chronicle of a Chinese Woman, presentato fuori concorso, e con The State of the World e Brutality Factory alla Quinzaine des Réalisateurs dello stesso anno.