Il club del libro più folle di sempre. Arriva giovedì 11 nelle sale italiane (venerdì 12 in quelle americane) Book Club-Il capitolo successivo, seguito del divertente, ben confezionato Book Club-Tutto può succedere del 2018 (costato 14 milioni di dollari, 104 invece quelli incassati!): anche questo è diretto da Bill Holderman e da lui scritto con Erin Simms.
Ritroviamo anche lo stesso affiatato gruppo di amiche di tarda età (ma ancora esuberanti e amanti della vita) formato da Vivian (Jane Fonda), Sharon (Candice Bergen), Diane (Diane Keaton) e Carol (Mary Steenburgen). Se nel film del 2018 a gettare nel caos la vita delle quattro attempate amiche era stata la lettura della trilogia di Cinquanta Sfumature di grigio di E.L. James (che diede il via alle loro riflessioni sul romanticismo e il sesso), anche qui sono i libri a farle riflettere sul che fare prossimamente: si tratta di Normal People, della scrittrice irlandese Sally Rooney (la relazione tra due giovani universitari al vaglio dell’età che avanza e del desiderio) e di L’Alchimista, di Paulo Coelho (l’odissea dello scrittore portoghese alla scoperta di sé e nel quale si ravvisano temi come la messa in discussione del destino e l’affermazione del proprio io sul fato).

Dopo il deprimente lockdown, che ha costretto il loro club a tante fredde riunioni via Zoom, Vivian, Sharon, Diane e Carol comprendono che devono continuare a imparare cose nuove e desiderare nuove esperienze e avventure, con il rischio anche di sbagliare e commettere errori: decidono così di realizzare finalmente, prima che sia troppo tardi, il sogno di un viaggio di sole donne, in Italia. Ma quella che doveva essere una vacanza rilassante si trasforma ben presto in un’avventura in giro per l’Europa, quando qualcosa inizia ad andare storto e vengono rivelati alcuni segreti.
La vacanza in Italia dà a ciascuna di loro l’opportunità di riconnettersi con il passato e mettere in discussione il futuro, di chiudere il cerchio su alcune cose ancora in sospeso e aprire il cuore a ciò che arriverà (compresa una notte in prigione).
Nel cast del film anche Andy Garcia, Giancarlo Giannini, Don Johnson, Vincent Riotta, Ugo Dighero, Giampiero Judica, Francesco Serpico, Giovanni Esposito.
Purtroppo, Book Club-Il capitolo successivo ha di piacevole solo la magistrale recitazione e l’incredibile sintonia tra le quattro star femminili, capaci di distrarre lo spettatore meno accorto da una sceneggiatura molto convenzionale, senza veri momenti di ilarità e soprattutto non esente da diversi cliché negativi sull’Italia e gli italiani che danno una rappresentazione del Bel Paese da cartolina!
Il messaggio del film è chiaro: si può essere felici a qualsiasi età. Non è mai troppo tardi per viaggiare, spassarsela, sposarsi e vivere, perché è solo quando ci si impone dei divieti, facendo della propria età anagrafica un limite, che si diventa davvero vecchi. Discorso iniziato nel primo film e che trova la sua conclusione nel secondo.
Sì, d’accordo, ma al cinema si può essere felici solo se la sceneggiatura è vivace, ricca di emozioni coinvolgenti e non costruita su scenette, doppi sensi (talvolta di poco gusto) e battute per lo più banali. Poche quelle ad effetto: come quando, alle amiche che le chiedono cosa ne pensi di un viaggio in Italia, Sharon (l’ottima Candice Bergen, l’unica quasi divertente) risponde: “Amo qualsiasi cosa sia un rudere più antico di quanto sia io”.

Molti i momenti prevedibili e le gag banali – bagagli rubati, occhiatacce a statue iconiche di persone nude, lo scambiare un uomo attraente in uniforme per uno spogliarellista, l’intera gamma di stupidi turisti americani – sono intervallati da preziose intuizioni su cosa significa invecchiare, soprattutto per una donna. Potremmo dire che il film è una testimonianza d’amore verso quattro grandi star del cinema e un doveroso omaggio all’amicizia femminile, spesso più solida di quella maschile.
Conclusione. Book Club-Il capitolo successivo è un film discreto, con un difetto di base: è troppo zuccheroso. Tanto da risultare alla fine quasi posticcio, artificiale. Il film mantiene il cuore di Book Club-Tutto può succedere solo nella chimica del suo quartetto femminile.
Qualcosa di positivo? La messa in discussione della tradizione del matrimonio: il fattore decisivo non è l’età dei due possibili sposi, ma il loro temperamento e personalità.
Altro punto di merito. Le caotiche vicende del viaggio forniscono una ragione per gli scontri delle quattro donne con un capo della polizia, buffamente inutile, interpretato da Giancarlo Giannini, che già si scontrò con Candice Bergen in Una notte piena di pioggia, romantico dramma, del 1978, diretto da Lina Wertmüller.