Un emozionante giro sulle montagne russe, pieno d’azione e musica; un’avvincente storia con al centro il simpatico, ma anche arrabbiatissimo, procione Rocket Raccoon; un film sull’amore famigliare e l’amicizia di un gruppo di sgangherati eroi galattici che si salvano all’ultimo con un guizzo geniale grazie alla accettazione dei loro limiti, ma anche della forza di essere “uno per tutti, tutti per uno”: eccovi Guardiani della Galassia 3, senza dubbio il miglior film della trilogia del regista James Gunn, da mercoledì 3 maggio nelle sale italiane e il 5 negli Usa.
E’ un’amorevole evviva finale per la famiglia più disordinata del Marvel Cinematic Universe (MCU), il film più divertente dai tempi di Endgame. Il terzo, ed ultimo, capitolo dei Guardiani ( il comandante Peter Quill – Chris Pratt, Gamora –Zoe Saldana, Nebula – Karen Gillan) ha al suo centro, dicevamo, Rocket Raccoon (doppiato da Bradley Cooper), il procione, amico dei Guardiani, fatto a pezzi e ricreato dall’Alto Evoluzionario (il cattivo di turno, il nigeriano Chukwudi Iwuji) con l’obiettivo di dare vita a creature geneticamente modificate.

Nel film sono presenti anche gli amici d’infanzia di Rocket – tre nuovi personaggi animati – che con lui hanno trascorso dolori e sofferenze: Lylla the Otter, Floor the Rabbit e Teefs the Walrus, molto importanti per capire l’evoluzione di Rocket. L’amicizia tra loro è una delle cose più potenti dell’intero film ed è lo stimolo alla ferrea volontà dei Guardiani della Galassia di salvare il loro amico, condannato a morire entro 48 ore. Salvarlo significa in realtà salvare la Galassia perché Rocket ha un chip di dati di vitale importanza impiantato dentro di lui.
Guardiani della Galassia 3 si propone come la parte finale di una parabola, di crescita e sviluppo di un gruppo, cominciata in una caverna del pianeta abbandonato di Morag (nel primo capitolo della trilogia e dove era conservata una delle “gemme dell’infinito”, quella fondamentale del potere: per impedire che finisse nelle mani sbagliate, si formò il primo gruppo di Guardiani guidati da Peter Quill, ndr).

Da reietti disperati e soli, i Guardiani si ritrovano come una vera e propria famiglia elettiva e capiscono quanto è importante accettare sé stessi e gli altri come sono, vedere la grandezza anche nei propri difetti: da questa consapevolezza nasce la forza per poter realizzare i propri sogni, poter camminare sulle proprie gambe. Insomma, quello che nessun eroe Marvel ha mai avuto! Bravo il regista!
L’equilibrio della sceneggiatura e regia di James Gunn permette al film di non avere alti e bassi, momenti vuoti, e ad ogni personaggio di avere il suo momento di gloria: ogni componente del gruppo trova con fierezza la sua vocazione ed utilità.
Interessante lo stile del regista nell’approccio visivo (nei flashback la fotografia sembra quella del suo Suicide Squad): finalmente, il design dei mondi e dei personaggi non è affidato (era ora!) solo agli effetti speciali computerizzati e i risultati sono per lo più reali, vividi e spettacolari. Altra grande, piacevole sorpresa è Drax il Distruttore (Dave Bautista): ruba la scena a tutti quando mostra finalmente la sua capacità comica.
Tutto riuscito nel film conclusivo della trilogia galattica? No. E’ decisamente troppo lungo (ad alleviare un po’ questo aspetto è comunque il fatto che visivamente non rallenta mai) e i troppi personaggi finiscono con il rendere meno fluida la comprensione della loro specificità. Piccoli nei, comunque, di un film dal grande impatto emotivo.
Guardiani della Galassia 3 mescola e calibra con sagacia i momenti di azione sfrenata con quelli distensivi e riflessivi, l’ironia tagliente e un po’ sboccata con momenti davvero toccanti, tra eroismo e cialtroneria.
Ovviamente, visti i precedenti, non manca la musica, come sempre invadente ma componente fondamentale per il film e per l’immaginario costruito dagli spettatori intorno a questi personaggi. L’uso appropriato di canzoni dei Radiohead, Earth Wind & Fire, Rainbow, Flaming Lips e The Beastie Boys (questi ultimi, martellanti, in una riuscita scena di combattimento) crea un bellissimo inno d’addio.
Sulle note di Badlands di Bruce Springsteen si conclude il viaggio dei Guardiani della Galassia sul grande schermo. Per la Marvel le avventure da vivere e raccontare saranno ancora tante, ma dovremo imparare a viverle senza Rocket, Gamora, Drax, Nebula, Santis, Groot e Star Lord al nostro fianco. I Guardiani continueranno sicuramente nel mondo del Marvel Cinematic Universe, ma senza il regista James Gunn, licenziato dalla Disney e prontamente trasferitosi in pianta stabile, dopo aver girato il film, ai DC Studios (casa di produzione della Warner Bros), dei quali ha assunto la guida insieme al produttore Peter Safran.
Grazie, comunque, James Gunn per le tante emozioni della trilogia!