Dopo anni di ritardi dovuti alla mancanza di fondi, è arrivata al Metropolitan Museum di New York la più grande donazione mai ricevuta che permetterà di rinnovare l’ala dedicata all’arte moderna e contemporanea.
È stata una coppia, formata da un archeologo e storica dell’arte, a donare ben $125 milioni che verranno dedicati al progetto. Si chiamano Oscar L. Tang e Agnes Hsu‐Tang gli angeli custodi del Met. L’ala rinnovata manterrà il loro nome per almeno cinquanta anni dal suo completamento.
Tang è un membro del comitato del museo da oltre 30 anni, il primo di origini asiatiche, ed è stato spinto alla donazione per via della confusa configurazione dell’ala dedicata a Lila Acheson Wallace, criticata fin dal suo allestimento nel 1987.
Il costo previsto per la ristrutturazione, che aggiungerà 25.000 m² di gallerie al museo, è di $500 circa, sebbene ancora non sia stato annunciato l’architetto a cui verrà messa in carico. Un primo disegno di David Chipperfield, famoso per il suo stile modernista e brutalista, richiedeva invece un budget di $800 milioni.
Il Presidente del museo, Daniel H. Weiss, non sembra però preoccupato all’idea di dover raccogliere il resto dei fondi, commentando con il New York Times: “Le nostre finanze sono molto stabili.” Il Met potrebbe però dover chiedere aiuto alla città di New York, a cui appartiene l’edificio.
L’anno scorso, infatti, il museo ha perso $150 milioni di dollari in introiti per via della pandemia, rifacendosi grazie a raccolte fondi, tagli nelle spese e aumenti del costo dei biglietti.
Oltre ai pezzi esposti fino ad ora, la nuova ala permetterà di dare spazio alle 79 opere cubiste donate al museo da Leonard A. Lauder nel 2013.
Nei decenni passati, Tang non ha solo finanziato mostre, estensioni ed acquisizioni, ma ha anche donato al museo diverse opere, tra cui 20 dipinti cinesi risalenti tra il decimo ed il diciottesimo secolo.
“Il Met ha l’occasione speciale di diventare più internazionale nel contesto moderno e contemporaneo,” ha detto Tang parlando con il New York Times. “Nel campo dell’arte non c’è un focus sufficiente su questo. Vogliamo aiutare il museo a muoversi in quella direzione, oltre il canone occidentale.”