Paolo Villaggio ci ha lasciati nell’estate 2017. Con una carriera durata oltre mezzo secolo, ci ha regalato personaggi unici ed una comicità paradossale. Prima di andarsene e nonostante la malattia, Paolo era voluto tornare sul set. Questa volta per calarsi nei panni di uno psicologo, un po’ Professor Kranz un po’ Fantozzi. Personaggio nato da un’idea del regista Valerio Zanoli, artista italiano da oltre vent’anni negli Usa, che ha voluto Paolo Villaggio nel suo ultimo film W gli Sposi – una commedia girata tra Atlanta (Georgia) e Roma (Italia), proprio per rendere omaggio a quella che è stata una tra le figure più importanti e versatili della nostra cultura.
Nel film, che finalmente trasmesso da Canale 5 il 20 dicembre, ci sono Iva Zanicchi, Marisa Laurito, Carlo Pistarino, Lando Buzzanca, Giulio Berruti, Gianfranco D’Angelo e Corinne Clery. Con la morte del comico e autore genovese, W gli Sposi è diventato il testamento cinematografico di Villaggio.
Ho incontrato Valerio Zanoli a Las Vegas, dove vive, per farmi raccontare del film e del suo incontro con Villaggio. “Paolo per me è sempre stato un mito, un personaggio da ammirare, fin da quando ero bambino. Tutti noi abbiamo amato i suoi personaggi.”
Come nasce il personaggio del professore psicologo?
“L’idea di averlo nella commedia W gli Sposi mi venne mentre mi trovavo a Cannes tre anni fa. Già si sapeva che Paolo non stava bene. Mi precipitai a Roma per parlare con suo figlio Piero e gli spiegai che volevo suo padre nel film che stavo girando. Piero mi disse che ero un pazzo e che le condizioni fisiche di suo padre non glielo avrebbero consentito. Paolo, invece, quando seppe della mia proposta fu contentissimo”.
Così Paolo Villaggio entra a far parte del cast.
“Nel giro di un mese abbiamo scritto la sceneggiatura. Paolo è uno psicologo, e il suo personaggio è a metà strada tra il Professor Kranz (ma più buono) e il ragionier Fantozzi. Quando parla ha uno spiccato accento tedesco. Insomma uno psicologo particolare, perfino nel taglio dei capelli”. Valerio Zanoli racconta che fu proprio Paolo Villaggio a scegliere di avere i capelli tagliati nella maniera originale che si vede nel film. La commedia racconta la storia di Maria (Zanicchi) e suo cognato Mario (Pistarino) che si recano negli Stati Uniti, in Georgia, per il matrimonio del figlio di lei. Una volta arrivati, i due, che vantano origini nobili, subiscono lo shock culturale di trovarsi in una società semplice e rurale, dove le persone lavorano i campi. Qui incontreranno Rosetta (Laurito), che gestisce un ristorante napoletano ed è la prossima consuocera del personaggio della Zanicchi”.
Com’è stato aver Paolo Villaggio sul set?
“Per me è stato un onore averlo nel mio film – ci dice Zanoli – come ho già detto, suo figlio Piero aveva paura che non potesse farcela, che si sarebbe stancato. Per me invece è stato un volerlo spronare. Portarlo sul set per fargli dimenticare la malattia. In alcune scene, a volte faceva fatica a recitare, ma è stato bravissimo e non voleva rinunciare. Ricordo che alla fine mi chiese, anzi insistette di voler esserci anche nel prossimo film che avrei girato. Quei giorni sul set è stato un Paolo Villaggio contento – continua il regista – ho il ricordo di una persona tenera, umile e disponibile che si lasciava guidare. Mi ha dato fiducia totale nel dirigerlo. Avere la consapevolezza che W gli Sposi è stato l’ultimo film in cui Paolo ha recitato rappresenta per me un onore ma anche una responsabilità. A fine film Paolo manda un saluto commovente al pubblico e ai protagonisti dandoci la sua ricetta della felicità. Una volta terminato di girare, mi sentii con Paolo per Natale, per farci gli auguri. Quella fu l’ultima volta che parlammo, poi purtroppo la malattia ebbe il sopravvento”.
Come in tutti i lavori di Valerio Zanoli, anche W gli Sposi contiene un messaggio per il pubblico, che, come ci spiega il regista, diventa evidente alla fine del film. “W gli Sposi è una commedia che spero faccia ridere mentre si mettono a confronto gli opposti di sempre: Il nord e sud, i ricchi e i poveri, la stessa figura del professor psicologo impersona i due caratteri antitetici del cattivo professor Kranz e l’umile Fantozzi”.
Valerio Zanoli, bergamasco di origini, dopo il trasferimento negli Usa si laurea presso la prestigiosa School of Cinema-TV of the University of Southern California. Nel 2009 esce il suo primo lavoro The Minis, con la partecipazione della leggenda del basket americano Dennis Rodman. L’anno seguente il regista torna con Hopeful Notes, distribuito da Pure Flix Entertainment, che viene premiato agli International Social Commitment Awards e con 5 su 5 doves dalla Dove Foundation. Il film è stato ripresentato nel mese di Novembre di quest’anno a Las Vegas in occasione di un evento organizzato dal centro culturale Casa Italiana di Las Vegas e il St. Jude Hospital per raccogliere fondi da destinare all’ospedale oncologico infantile. Una serata coerente con lo stile del regista, che da sempre si dedica ad attività sociali e ad aiutare persone in difficoltà, sia attraverso i suoi film che nella vita privata con iniziative personali.
In All You Can Dream del 2012 Valerio vuole la star della musica internazionale Anastacia. Il film venne presentato al Giffoni Film Festival, mentre l’esordio statunitense avvenne al Chinese Theatre di Hollywood e ricevette in seguito lettere di supporto dall’Office of the First Lady e dalla Unesco “Education for Children in Need”. Nel 2016 Valerio è produttore e co-writer del film The Ghost Experiment 3D, che viene diretto dal produttore esecutivo di The Blair Witch Project. Il regista ha inoltre diretto il film italiano The Opening e, in lingua spagnola, Fiebre Salsera. Dopo aver girato W Gli Sposi, Valerio Zanoli ha iniziato la produzione dei suoi prossimi lavori: Party Legends e Take 1. Il suo nome appare inoltre in diverse pubblicità e video musicali.
In queste settimane Valerio Zanoli è impegnato nella produzione di un’altra pellicola a sfondo sociale: Questa volta il regista ha voluto toccare il sensibile quanto doloroso tema dell’Alzheimer. Il film, che viene girato in Kentucky, si intitola Not To Forget. Oltre a Karen Grassle (l’indimenticabile Caroline Ingalls nella serie tv degli anni ’80 La piccola casa nella prateria), nel cast ci sono cinque Academy Award winners: Louis Gosset Jr (An Officer and a Gentleman), Olympia Dukakis (Moonstruck), Cloris Leachman (The Last Picture Show), Tatum 0’Neal (Paper Moon), e George Chakiris (West Side Story). Not To Forget parla dell’Alzheimer dalla prospettiva di un giovane ragazzo che si viene a trovare nella situazione di doversi prendere cura di sua nonna e progressivamente impara a conoscere tanto la malattia quanto questa sua parente di cui sapeva poco.
“Il film nasce con l’intento di far crescere consapevolezza su questa malattia – ci ha spiegato Valerio Zanoli – una malattia tanto silenziosa quanto pervasiva”. Negli Stati Uniti ogni 65 secondi una persona sviluppa l’Alzheimer, e 1 anziano su 3 muore di questa malattia. Un morbo che uccide più del tumore al seno ed alla prostata messi insieme. Negli Usa sono 5,8 milioni i malati di Alzheimer, un numero destinato a triplicare entro il 2050. La produzione di Not To Forget donerà parte dei profitti ai maggiori ospedali e organizzazioni di cura di malattie del cervello.