Il transito delle grandi navi nel Canale della Giudecca è una delle scandalose ferite lasciate aperte da oltre un ventennio di politica inconcludente che non ha saputo governare Venezia, svenduta letteralmente al turismo più becero e agli interessi del grande capitale. Come chiunque abbia potuto vedere, a ogni passaggio di una delle enormi imbarcazioni sia dalle calli che dalle rive adiacenti si avverte visivamente la frizione tra l’alta massa del mezzo, lucida, geometrica e compatta, e i palazzi veneziani, più bassi e modellati da una plasticità burrosa imposta dall’essere città d’acqua. Il contrasto è molto impressionante e anche molto cinematografico, al punto da ricordare al passante l’improvvisa a misteriosa apparizione del Rex nel film Amarcord di Federico Fellini.
Al di là delle valutazioni di ordine ambientale, la cosa non poteva che essere notata, oltre che dai residenti e dai tanti turisti, anche da artisti o da coloro che lavorano con le immagini. Come per esempio Gianni Berengo Gardin, il più famoso fotografo italiano di reportage (nonché veneziano da molte generazioni), che ha lavorato sulla presenza delle navi per due anni, scattando una serie di foto che raccontano il transito dei giganti d’acciaio nel tessuto urbano di Venezia: immagini in bianco e nero realizzate riprese dai diversi sestieri della città, in cui la presenza visiva è imponente, come Castello e sulla Giudecca, ma anche da piazza San Marco. Scopo evidente del fotografo è stato quello di sottolineare, e denunciare, l’estraneità e l’invadenza delle navi rispetto al fragile contesto della città lagunare. Cosa ormai palese in tutto il mondo, visto l’incidente occorso il 2 giugno scorso (nave da crociera sfuggita ai rimorchiatori andata poi contro un battello e la riva) e quello “scampato” proprio all’ultimo, quando in piena bufera un altro gigante del mare ha rischiato di distruggere uno yacht ormeggiato ad una riva, sempre nel canale della Giudecca. Incontro il grande fotografo, 89 anni, autore di centinaia di libri fotografici, nella sua casa milanese per farmi mostrare tutte le foto raccolte in questo lungo reportage sull’invasione della grandi navi a Venezia.
Quante ne passavano quando stava lavorando su questo progetto, e quante ne passano ancora ogni giorno?
“Direi che col tempo sono forse anche aumentate queste navi da crociera. Tra andata e ritorno, cioè tra la loro entrata verso il porto di Venezia e poi dopo l’uscita in alto mare, si contano almeno circa 16 passaggi di grandi navi nel canale della Giudecca”.
Perché succede questo?
“Perché la città è stata svenduta al turismo, nel modo peggiore. Io non sono contro il turismo delle navi da crociera a Venezia, e nemmeno il Comitato No Grandi Navi lo è. Ma tutti pensiamo che far passare queste mastodontiche navi proprio dentro Venezia, proprio nel suo cuore, sia un grave errore. Pensi quale effetto scateni un simile gigante del mare, con le sue quattro gigantesche eliche, sul fondo del canale. Pensi allo spostamento dell’acqua, al moto ondoso contro le rive, alla non certa ampia larghezza della Giudecca, al transito di altre barche contemporaneamente. Se una di queste navi si schianta su una riva, addio palazzi e chiese antiche….”.
Cosa l’ha sempre più colpita guardando queste navi?
“La loro altezza, più che la loro lunghezza. Sono immense, sempre più grandi, alte più di un palazzo di dieci piani. Se lei pensa che a Venezia non si può costruire oltre quattro piani… beh, è chiara la differenza, e d’altronde nelle mie foto queste navi spuntano da sopra i tetti, fanno paura davvero”.
Perché finora nessuno ha pensato di far cambiare il giro a queste navi, cioè di non farle più passare per la Giudecca?
“Perché la politica è quella che è, si preferisce parlare, accusare, discutere e lasciare tutto come prima per non toccare interessi economici troppo forti. Se non si cambia ora, dopo un incidente accaduto e un altro fortunatamente scampato, non so proprio quando si potrà fare”.
È vero che a lungo queste sue foto sono state censurate e osteggiate?
“Sì, anche dal sindaco di Venezia. Che mi aveva vietato di fare una mostra proprio nella mia città. Ma io l’ho fatta altrove. Nessuna foto è stata manipolata, ho sempre scattato quel che vedevo, ne più ne meno. E diciamo che sono stato un po’ un profeta inascoltato”.
Lei ha anche pubblicato un libro su questo reportage…
“Sì, Venezia e le grandi navi, edito da Contrasto. Lì c’è tutto il mio reportage. Speriamo che serva a qualcosa mostrare a tutti che qui, in Italia, per ragioni di turismo e guadagno, stiamo distruggendo la città più bella del mondo”.