“Milionari”, del regista Alessandro Piva, già vincitore del David di Donatello nel 2000 con la CapaGira, racconta la storia vera dell’ex boss della camorra Marcello Cavani oggi collaboratore di giustizia. Dai suoi esordi come venditore ambulante di sigarette di contrabbando fino a diventare un camorrista che conta, soprannominato Alain Delon per il suo aspetto belloccio. E’ un film bello soprattutto per l’intensità psicologica che il regista, che per questo film ha ricevuto una candidatura ai Nastri d’Argento nel 2016, ha voluto far prevalere, su una filmografia ben più consolidata, dove scariche di mitra e sangue prevalgono sulla “normalità” del boss e dei suoi gregari. Il film arriva ora anche negli Stati Uniti con il titolo “The Prince of Crime”. La prima assoluta si è tenuta a Las Vegas lo scorso 14 maggio, grazie ad un evento promosso dall’Istituto culturale Casa Italiana di Las Vegas, impegnato da sempre nella promozione della cultura e italianità contemporanea, ospitando artisti, italiofili, e divulgazione della lingua attraverso corsi. Alla premiere ha partecipato lo stesso regista insieme all’attrice Lucia Pezzuto. Ispirato al libro omonimo Milionari del pubblico ministero Luigi Cannavale e del giornalista Giacomo Gensini, ne “The Prince of Crime” Alessandro Piva ci dà un’immagine di Marcello Cavani, interpretato da Francesco Scianna, affiancato da Valentina Lodovini nel ruolo di Rosaria sua moglie, in continuo disagio psicologico tra ciò che il denaro facile gli sta regalando e ciò che poi si accorgerà di voler realmente avere.
“Sembrano una famiglia borghese apparentemente in ordine – ci dice Piva nell’introdurre il film – benestante e tranquilla nella Napoli degli anni ‘80 e 2000. In realtà lui fa parte di un clan criminale molto potente a Napoli. Pensa di avere il mondo in mano, ha tutto, potere, i soldi, una bella moglie. Ma nei decenni Alain Delòn capirà che il prezzo da pagare per tenere insieme le due cose è insostenibile. Il clan imploderà, e Alain Delòn farà i conti con una vita fatta di separazione dalla famiglia, di clandestinità, di latitanza. E’ un prezzo altissimo che paga. “The Prince of Crime” è la storia di quanto sia apparentemente facile fare scelte nella vita al momento giusto ed il prezzo da pagare quando questa scelta è sbagliata”.
Come non notare la profonda ipocrisia di Rosaria, con le sue pellicce, una casa arredata con l’opulenza pacchiana di chi vuole dimostrare a tutti i costi, ma che rimprovera il marito perchè lei non vuole sapere, dei suoi (illeciti) affari. Piva, che si è detto particolarmente contento di presentare il suo film per la platea americana, a Las Vegas, ha spiegato come questo suo lavoro “parli della più chiacchierata città d’Italia, Napoli, con i suoi eccessi e contraddizioni. Il film parla dell’umanità degli italiani, in particolare degli italiani del Sud. “The Prince of Crime” è la storia di un uomo che si è trovato di fronte ad un bivio e lui ha scelto la scorciatoia. Nel Sud Italia – prosegue il regista, che ha ricordato di essere nato a Salerno, non molto lontano da dove si svolgono gli eventi narrati nel film – molti giovani scelgono queste scorciatoie ed il film tratta proprio questo punto, per voler parlare alle nuove generazioni”.

Alla domanda di come a conclusione del film si nota esattamente questo, un’assenza di alternativa per i giovani, che nelle periferie dei palazzoni tutti uguali, tutti anonimi diventano qualcuno solo con un arma ed uno scooter, Alessandro Piva risponde che “questa è purtroppo la sola realtà che per molti ancora esiste. E’ come un deserto – spiega – dove è facile essere risucchiati dalla malavita”. Ci sono tanti modi per declinare il crimine organizzato italiano ed Alessandro Piva ha scelto una narrativa che dà allo spettatore modo di guardare a questi personaggi da una prospettiva che in qualche modo ci ricorda che una volta, anche se remota, anche a loro fu dato di scegliere, ed hanno scelto la parte sbagliata.
“I riferimenti del film – ci dice ancora il regista – sono chiaramente quelli del cinema americano. A differenza di certa televisione che oggi si ferma un po’ in superficie mettendo al centro l’azione noi mettiamo al centro i personaggi, le loro psicologie, le scelte che fanno e i grandi cambiamenti che fanno nel corso del film dove si raccontano trent’anni di storia di Cavani”.

Il film che è stato girato per la gran parte a Napoli ha visto la partecipazione nelle scene girate all’interno del carcere di veri detenuti e di veri agenti della polizia penitenziaria. In attesa di vedere come “The Prince of Crime” verrà accolto dal pubblico negli Usa, Alessandro Piva ringraziando Casa Italiana di Las Vegas ha annunciato di voler avviare una collaborazione con l’istituto culturale per la presentazione dei suoi prossimi lavori.

Qui di seguito alcune note biografiche di Alessandro Piva.
Nato a Salerno nel 1966, con un percorso da fotografo, montatore e sceneggiatore, ha esplorato il mestiere a 360°. Terminati nel 1990 gli studi di montaggio al Centro Sperimentale di Cinematografia, premiato al Premio Solinas per due sceneggiature nel ’92 e nel ’93, Piva ha lavorato come documentarista effettuando reportage in Italia, Africa, Sudamerica, Sud Est Asiatico e Medio Oriente. Come regista di cinema ha all’attivo due lungometraggi: “LaCapaGira”, presentato al Festival di Berlino e vincitore del David di Donatello 2000; “Mio Cognato”, presentato al Festival di Locarno 2003. E’ nella fase di montaggio il suo nuovo film, “Henry”. La sua esperienza si dipana anche nell’ambito della comunicazione pubblicitaria. Ormai costante negli anni è il suo impegno come regista radiofonico per gli atti unici di Radio3 Rai. Ha una consolidata esperienza nella comunicazione politica e istituzionale, testimoniata dal recente video per la Biblioteca del Senato della Repubblica e da diversi spot: Puglia perfetta, girato per la campagna di Nichi Vendola alle elezioni regionali del 2005 in Puglia, è stato premiato al Galà della Politica nello stesso anno.
Piva si è anche impegnato in campagne sociali per il progresso e la cultura nel Mezzogiorno, come la recente iniziativa Perotti Point legata all’abbattimento dell’ecomostro Punta Perotti sul lungomare di Bari, che ha portato in Puglia filmaker di tutta Italia per costruire un documentario collettivo sull’evento. Altro suo campo d’azione è quello dell’insegnamento; è inoltre membro dell’Accademia del Cinema Italiano.