La Victoria e Albert museum conclude il percorso dell’ acclamatissima mostra David Bowie is Brooklyn Museum dal 2 marzo al 15 luglio.
Bowie torna nella sua New York, in cui trovò rifugio e casa nella fase più matura della sua carriera e del suo percorso umano.
La città lo ha accolto nei suoi meandri e lui ha piantato le sue radici, fino a quando, ormai due anni fa, si è spento all’età di 69 anni. New York ha avuto un grande impatto sulla vista dell’ artista dalla sua prima visita nel 1970 fino alla decisione di viverci nel 1992 fino al 2016, un luogo che ha visto in concepìmento la nascita e lo sviluppo di lavori come Aladdin Sane fino al suo periodo ‘Young Americans’ fino alle ultime produzioni, The Next day e Blackstar.

Molte le iniziative che faranno da corollario per celebrare il ritorno a casa del duca bianco.
A cominciare dalla catena di lusso, Bloomingdale’s a New York (1000 Third Avenue, 59th Street e Lexington Avenue), che gli ha dedicato due vetrine in cui saranno esposte per un po’ alcuni pezzi della collezione e outfit da giorno disegnati apposta per Bowie dallo stilista Freddie Burretti.
see you see me through your window” è il titolo emblematico dello spazio dedicato a Bowie.
L’allestimento mostra foto di David che indossa due sue creazioni alla conferenza stampa al George V Hotel in Paris il 3 maggio 1973.

A corollario dell’esposizione lo spirito di David Bowie sarà mantenuto vivo In molti altri modi.
Quest’anno, HBO trasmetterà un nuovo documentario sul musicista David Bowie: The Last Five Years, di cui si è appena svolta la première americana nell’ambito del festival at DOC NYC, dove verrà raccontata la sua vita dal 2011 fino alla sua scomparsa, inclusa la genesi dell’ album Blackstar e il precedente The Next Day, e il musical, da lui ideato, Lazarus.
Ad aprile i fan del duca bianco potranno ritrovarlo nelle immagini di Ricochet : David Bowie 1983, un nuovo libro di foto scattate da Denis O’Regan. Una edizione limitata sarà distribuita a maggio e sarà disponibile con una versione più economica in autunno .
In più il museo di Brooklyn proietterà i film Basquiat (8 marzo), the Hunger (6 giugno), Labyrinth ( 14 giugno) dove Bowie partecipò come attore e il film ispirato a lui Velvet goldmine (21giugno) e una serata esclusiva di tutti i suoi video musicali il 28 giugno.
Per rendere omaggio a Bowie, la Burnt sugar arkestra riproporrà le sue canzoni più famose, il 29 marzo mentre il coro dei New York City gay men si esibirà nella performance Queer genius David Bowie and beyond allo Skirball center il 19 maggio.
È già visitabile, alla Morrison hotel gallery di Prince street a Soho, un’ esposizione delle più iconiche foto di David Bowie che hanno segnato in modo indelebile la storia della cultura pop. La collezione affianca scatti ufficiali affiancati ai dietro le quinte di show, concerti, film e video e le stampa in edizione limitata sono firmate dai fotografi che hanno avuto la fortuna di immortalare Bowie durante il suo percorso.

Tornando alla mostra che aprirà a Brooklyn, l’esibizione è una celebrazione del processo creativo di Bowie, della sua vita, della sua arte e delle sue tante reinterpretazioni personali che includono il quinquennale tour mondiale della mostra che espone più di 400 oggetti proveniente dall’ archivio dell’ artista, inclusi costumi originali, testi di canzoni scritti a mano, opere d’arte fotografie e video.
La mostra itinerante è stata inaugurata nel 2013 al Victoria and Albert Museum di Londra ed è stata ospitata a Toronto, Sao Paulo, Berlino, Chicago, Parigi, Melbourne, Tokyo, Groningen, Bologna, e Barcellona.
È più che un’esposizione di oggetti e costumi, David Bowie is è un’esperienza nel mondo dell’effettivo artista, sempre in elaborazione, in evoluzione, contaminato dalle città in cui ha transitato, dal cinema, dall’arte in ogni sua forma, dal teatro, e infine dalla musica.
Che cosa era e chi era David Bowie? Era uno sceneggiatore, costumista, scrittore, attore, regista. Il tour virtuale, arricchito di installazioni video e sonore, aiuta il visitatore a immergersi completamente, nella mente geniale e ricettiva di Bowie, a cominciare dalla fine degli anni ’60 e accompagna nel teatro giapponese kabuki e in quello di Brecht, nei mimi avanguardisti e nei musical del West-End a Londra. E si concentra su tutto ciò che nel 1969 ispirò Space Oddity e il personaggio del Major Tom, prima di tutto 2001: Odissea nello spazio di Kubrick.

La seconda parte è il trionfo degli abiti di scena (prima di tutto l’outfit di Ziggy Stardust disegnato nel 1972 da Freddie Burretti), dei video ( Life on Mars e Ashes to ashes ) degli arredi di scena come quelli creati apposta per il Diamond Dogs tour (1974). Con una sala specifica per Berlino e la sua trilogia, con foto anche dell’amico Iggy Pop che condivise con lui l esperienza tedesca.
Insomma, si chiude l’ ultimo tour di un mito di questo secolo, proprio nella città in cui trovò ispirazione e anche quel lato umano che sembrava così discostato da un personaggio definito alieno per la sua originalità. Possiamo dire quindi che, alla fine, David Bowie is New York.