L’edizione 2017 della notte degli Oscar passerà alla storia con un incredibile epic fail nel momento dell’annuncio del miglior film, una sorta di “envelope Gate” che ha reso ancora più sorprendente il colpo di scena finale della cerimonia, per il resto decisamente prevedibile in tutti i suoi risvolti. Come sia andata ormai l’abbiamo visto tutti: Warren Beatty e Faye Dunaway salgono sul palco per annunciare l’Oscar più importante ma vengono corredati della busta sbagliata, un doppione di quella contenente il nome della miglior attrice, statuetta già assegnata a Emma Stone per La La Land. Così, i due, dopo interminabili secondi di tentennamento, annunciano la vittoria del musical di Chazelle, la cui crew prende il palco per ringraziare. Alle loro spalle, si chiarisce l’equivoco e arriva la marcia indietro, annunciata dallo stesso produttore di La La Land, Jordan Horowitz, che conclude il suo discorso di ringraziamento con un laconico “We lost, by the way”.
Moonlight di Barry Jenkins ribalta il pronostico della vigilia e soffia a La La Land quella che sarebbe stata la settima statuetta, la più importante, quella che premia il miglior film. Moonlight è, in effetti, il miglior film fra i candidati?
A mio parere no, di gran lunga superato da almeno altri quattro titoli. Il film di Jenkins, tratto dalla pièce di Tarell Alvin McCraney Alla luce della luna i ragazzini neri diventano blu, perde purtroppo gran parte della forza poetica, sospesa tra sogno e realtà, del testo teatrale su cui è basato, per scivolare talvolta verso un realismo un po’ scontato. Rimane un buon film, certamente, e Jenkins un ottimo talento, ma l’impressione è che la sua premiazione suggelli più che altro una complessiva (e auspicabile) presa di posizione politica dell’Academy in chiave anti-trumpiana. Il nuovo inquilino della Casa Bianca e il suo entourage di suprematisti-razzisti hanno costruito una campagna elettorale sulla stereotipizzazione delle minoranze e hanno iniziato il quadriennio con colpi bassi altrettanto teatrali, dal Muslim Ban ai continui sproloqui anti-messicani. L’Oscar a Moonlight – che in un certo senso è anche una risposta molto netta alle accuse di razzismo rivolte lo scorso anno all’Academy – premia un racconto di formazione che parla di minoranze, di discriminazione e di una società perversa che forza il soggetto a essere ciò che non è. Questo ha pesato nelle scelte dei membri dell’Academy, più di altre valutazioni. In questa direzione va letto, secondo me, anche il premio al miglior film straniero a Forushande di Farhadi, che batte sul filo di lana il tedesco Toni Erdmann (secondo me un film più interessante): Farhadi, al momento il miglior cineasta iraniano, non ha ritirato il premio in segno di protesta contro il Muslim Ban, in uno dei momenti più intensi della serata. Non ce l’ha fatta Fuocoammare di Rosi, superato non da I am not your Negro di Raoul Peck, favorito della vigilia, bensì da OJ: Made in America. Parla italiano il premio ad Alessandro Bertolazzi e Giorgio Gregorini, miglior trucco e acconciatura di Suicide Squad. Il resto, da pronostico: Chazelle alla regia per La La Land, Affleck (Manchester by the Sea) e la Stone (La La Land) migliori attori.
Promosso Jimmy Kimmel, che – mettendo da parte l’envelope gate – è stato un ottimo maestro di cerimonie, ha dato ritmo e simpatia alla serata, ha aperto con un bel monologo anti-razzista e molto “democratico” e ha anche lanciato dei divertentissimi tweet rivolti al presidente.
Di seguito, tutti i premiati della Notte degli Oscar numero 89.
Miglior film
Moonlight
Miglior regia
Damien Chazelle, La La Land
Miglior attore protagonista
Casey Affleck, Manchester By the Sea
Miglior attrice protagonista
Emma Stone, La La Land
Miglior attore non protagonista
Mahershala Ali, Moonlight
Miglior attrice non protagonista
Viola Davis, Barriere
Miglior film straniero
The Salesman (Iran)
Miglior documentario
OJ: Made in America
Miglior cortometraggio documentario
The White Helmets
Miglior film d’animazione
Zootropolis
Miglior corto d’animazione
Piper
Miglior sceneggiatura non originale
Moonlight
Miglior sceneggiatura originale
Manchester by the Sea
Miglior colonna sonora originale
La La Land (Justin Hurwitz)
Miglior canzone originale
City of Stars (La La Land)
Miglior sonoro
Arrival
Miglior montaggio sonoro
La battaglia di Hacksaw Ridge
Miglior scenografia
La La Land
Migliori effetti speciali
The Jungle Book
Miglior montaggio
La battaglia di Hacksaw Ridge
Miglior fotografia
La La Land
Migliori costumi
Animali fantastici e dove trovarli
Miglior trucco e acconciatura
Suicide Squad (Alessandro Bertolazzi e Giorgio Gregorini)