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February 24, 2017
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Notte degli Oscar: vigilia di un trionfo annunciato

Aspettando gli Oscar, ecco i nostri pronostici e le nostre preferenze per le statuette

Simone SpoladoribySimone Spoladori
Notte degli Oscar: vigilia di un trionfo annunciato

Una scena di La La Land

Time: 5 mins read

Anche quest’anno, aspettando gli Oscar, facciamo i nostri pronostici e assegniamo le nostre statuette.

Non è necessario ricorrere ai bookmakers – che comunque sembrano piuttosto decisi – per capire che gli Oscar 2017 hanno un favorito assoluto. 14 nomination, record di Titanic ed Eva contro Eva eguagliato, La La Land appare il “film da battere” e difficilmente ci saranno sorprese nei verdetti annunciati domenica notte al Dolby Theatre di Hollywood.

Red Carpet dalle 2:00 pm ora di Los Angeles (le 5 pm a NY e le 11 di sera in Italia) e a seguire la premiazione, condotta quest’anno dall’anchorman Jimmy Kimmel, che rinuncerà alla consueta puntata speciale del suo Jimmy Kimmel Live dedicata alla notte più lunga di Hollywood per raccogliere l’eredità lasciata dal precedente maestro di cerimonie Neil Patrick Harris.

Dato l’esito apparentemente scontato, la domanda interessante appare essere un’altra: è, effettivamente, La La Land il film più bello tra quelli candidati e candidabili? Qualche detrattore si è espresso in questi giorni di vigilia in modo molto netto. David Cox, su The Guardian, ha addirittura definito “un disastro” per Hollywood la probabile vittoria del film di Chazelle, che a suo dire ritrarrebbe in modo furbetto una coppia di narcisisti inguaribili che rinunciano all’amore per realizzare se stessi.

Non ci resta che rispondergli, assegnando, come ogni anno, “gli Oscar de La Voce di New York“. Ecco di seguito i nostri vincitori nelle categorie principali, con tanto di motivazione.

Indovineremo i pronostici anche questa volta?

Miglior film

La La Land

Sì. La nostra risposta è semplicemente sì, La La Land è il miglior film del lotto e di gran lunga. Travolgente e impeccabile, non è – come qualcuno ha detto – un semplice e nostalgico recupero del musical classico, bensì un suo intelligente riutilizzo per raccontare la fisiologica e malinconica parabola dell’amore.

Altre nomination: Arrival; Barriere (Fences); La battaglia di Hacksaw Ridge (Hacksaw Ridge); Hell or High Water; Il diritto di contare (Hidden Figures); Lion – La strada verso casa (Lion); Manchester by the Sea; Moonlight.

Miglior regia

Damien Chazelle

La La Land

È il talento più autentico che Hollywood abbia espresso negli ultimi anni e l’inevitabile Oscar per la migliore regia non farà che ufficializzare ciò che siera già capito con il bellissimo Whiplash. Basta la prima sequenza di La La Land, con quell’incredibile piano sequenza nel traffico losangelino, per spazzare via ogni dubbio su chi sia il miglior regista della cinquina di candidati.

Altre nomination: Barry Jenkins – Moonlight; Kenneth Lonergan – Manchester by the Sea; Denis Villeneuve – Arrival; Mel Gibson – La battaglia di Hacksaw Ridge (Hacksaw Ridge).

Miglior attore

Casey Affleck

Manchester by the Sea

È arrivato il momento della definitiva consacrazione dell’Affleck jr., talentuoso ed enigmatico, che ha trovato nel bel film di Kenneth Lonergan il ruolo più impegnativo e importante della sua già ricca carriera.

Altre nomination: Andrew Garfield – La battaglia di Hacksaw Ridge (Hacksaw Ridge); Ryan Gosling – La La Land; Viggo Mortensen – Captain Fantastic; Denzel Washington – Barriere (Fences).

Miglior attrice

Emma Stone

La La Land

Scelta difficile, dato che anche Natalie Portman ci è assai piaciuta nel bellissimo Jackie di Larrain. L’intensità della Stone in La La Land però è ineguagliabile, più forte anche della tentazione di un premio “politico” antitrumpiano all’immortale Meryl Streep.

Altre nomination: Isabelle Huppert – Elle; Ruth Negga – Loving; Natalie Portman – Jackie; Meryl Streep – Florence (Florence Foster Jenkins).

Miglior sceneggiatura originale

Damien Chazelle

La La Land

Il congegno di Chazelle è perfetto, soprattutto in fase di scrittura. Perfetto l’utilizzo dei numeri musicali nei momenti in cui il ‘peso’ della realtà diventa grave e insostenibile, come se improvvisamente la forza della costruzione immaginaria intervenisse per rendere più sopportabile il reale.

Altre nomination: Kenneth Lonergan – Manchester by the Sea; Taylor Sheridan – Hell or High Water; Efthymis Filippou e Yorgos Lanthimos – The Lobster; Mike Mills – 20th Century Women.

Miglior film straniero

Toni Erdmann, di M. Ade (Germania)

Un oggetto indefinibile, una commedia lunghissima (quasi tre ore), in cui si ride, si piange, si vede, ammirati, grandissimo cinema.

Uno spettacolare, intenso inno al desiderio che dovrebbe meritatamente aggiudicarsi la statuetta senza troppi problemi.

Altre nomination: Land of Mine – Sotto la sabbia (Under sandet), regia di Martin Zandvliet (Danimarca); En man som heter Ove, regia di Hannes Holm (Svezia); Il cliente (Forushandeh), regia di Asghar Farhadi (Iran); Tanna, regia di Martin Butler e Bentley Dean (Australia).

Miglior documentario 

Fuocoammare, di G. Rosi (Italia)

La scelta più dura: il film di Rosi o I’m not your negro di Raoul Peck? Straordinari entrambi, forse la nefasta era Trump renderebbe più utile e necessario che a trionfare a Los Angeles fosse il film di Raoul Peck. Molto distanti gli altri tre competitor.

Altre nomination:  XIII emendamento (13th), regia di Ava DuVernay; I Am Not Your Negro, regia di Raoul Peck; Life, Animated, regia di Roger Ross Williams; O.J.: Made in America, regia di Ezra Edelman.

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Simone Spoladori

Simone Spoladori

Nato a Milano, laureato in lettere e laureando in psicologia, di segno pesci ma non praticante, soffro di inveterato horror vacui. Autore per radio e TV, critico cinematografico, insegnante, direttore di un'agenzia creativa di Milano. Oltre ai film, amo i libri e credo che la letteratura americana del '900 una delle prime tre cose per cui valga la pena vivere. Meglio omettere le altre due. Drogato di serie TV, vorrei assomigliare a Don Draper, a Walter White o a Jimmy McNulty. Quando trovo il tempo, mi diverte a scalare montagne, fare foto, giocare a tennis, cucinare e soprattutto mangiare ciò che cucino. Sono malato di calcio, tifo Manchester United e Milan, ma la mia vera guida spirituale è Roger Federer.

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