Agosto a New York è anche International Fringe Festival (12-28 agosto). Anzi, per molti di coloro che hanno a che fare con il teatro, è un mese soprattutto di Fringe Festival. Molti degli artisti di New York del mondo off e off-off sono impegnati in spettacoli che verrano presentati al Fringe.
Shakespeare fatto dal pubblico
Per quanto mi riguarda, ho scelto di raccontarvi uno spettacolo che ha fatto parte del Festival Shakespeariano che abbiamo contribuito a organizzare a Roma ad aprile. Non ero riuscita a vedere lo spettacolo, un Richard III molto particolare, interpretato da Emily Carding, e diretto dalla islandese Kolbrun Bjort Sigfusdottir. Si tratta di un monologo basato sulle parole di Riccardo III, come spiega Carding nell’intervista che segue. Fin ad ora lo spettacolo, che coinvolge ampiamente il pubblico, ha girato a Prague, Plymouth, Bristol, Edinburgh, Roma, Verona, Brighton, e al festival Act Alone in Islanda.
Come è nato lo spettacolo?
“L’idea è partita da Kolbrun Bjort Sigfusdottir, regista islandese di grande talento con cui ho avuto la fortuna di collaborare svariate volte. Il copione iniziale era circa due ore. La regista si era concentrata esclusivamente sul cammino di Richard attraverso il testo e dandogli alcune linee provenienti da altri caratteri quando è stato necessario per chiarezza o per fare avanzare l’azione. Abbiamo poi avuto due settimane di residenza in un teatro chiamato Tjarnarbio a Reykjavik in cui abbiamo lavorato insieme sul materiale, tagliando e aggiungendo fino a quando non siamo arrivate ad avere uno spettacolo di un’ora. Kolbrun lavora molto con i metodi e punti di vista di Stanislavskij e questo ha contribuito a creare una solida base per il personaggio di Richard. Il lavoro mi permette di rispondere spontaneamente qualunque sia il pubblico. Al termine di due settimane abbiamo mostrato il risultato sotto forma di work in progress: è stato immediatamente un gran successo. Ci siamo dunque rese conto che avevamo trovato qualcosa di nuovo che poteva funzionare davvero bene. Era eccitante allora e dopo tante repliche lo è ancora”.
Come è cambiato lo spettacolo nel periodo in cui lo hai presentato in varie città del mondo?
“Lo spettacolo è per sua natura leggermente diverso ogni volta perché l’energia del pubblico muove lo spettacolo all’interno. Naturalmente lo spazio e il momento della giornata sono importante, ma ripeto che è il pubblico che è fondamentale. Lady Anne è un ruolo chiave e, anche se le persone del pubblico coinvolte non sono costrette a parlare, ci sono state persone che hanno fatto cose molto interessanti o anche molto strane! Per esempio ho avuto una Lady Anne che è entrata nel personaggio così tanto che ho dovuto ucciderla presto e una che si è seduta sulle mie ginocchia”.
Il pubblico è molto importante nel tuo spettacolo. Come influenza quello che fai in scena ogni sera?
“Ogni pubblico ha la propria energia di gruppo che è molto particolare e difficile da spiegare. Lo spazio può fare una grande differenza … le persone tendono ad essere molto educate in una chiesa o cappella per esempio, e si sentono molto più liberi di giocare, ridere e divertirsi in un teatro tipo pub Vedremo come funzionerà a New York nello spazio che mi è stato assegnato, lo studio dell’Alpha Omega dance”.
Che significa per te presentare Richard III a NY?
“Siamo molto entusiasti di portare la spettacolo a NY, perché alcuni dei nostri membri del pubblico venivano dagli Stati Uniti e ci hanno fortemente suggerito di portarlo qui. Amo New York e poter recitare qui sarà sicuramente una straordinaria avventura! Voglio aggiungere che Richard III è molto importante per ciò che sta accadendo nel mondo della politica in questo momento, in particolare negli Stati Uniti. Si può vedere dalle foto che il nostro Richard ricorda nello stile un determinato candidato. Portare la gente nella storia in un modo che è così in sintonia con il clima attuale e mostrando loro come un individuo carismatico possa manipolare, intrattenendo, credo possa essere un potente esperienza per un pubblico americano”.
Cosa si deve aspettare secondo te il pubblico che viene a vedere il tuo Richard III?
“Vedere Shakespeare in una luce nuova, sentirsi parte della storia e divertirsi . È un’esperienza davvero coinvolgente e intensa. Tutti noi raccontiamo la storia insieme ed è una forte esperienza: in un’ora siamo tutti familiari, amici e amanti! Spesso le persone vengono ad abbracciarmi dopo lo spettacolo. Aspetto l’abbraccio di New York tutta!”.
What the hell
Al di fuori del Fringe, da vedere perché divertente e decisamente nuovo, la versione dell’Inferno di Dante Inferno a Go-Go scritto, diretto e completamente interpretato da BenDeLaCreme, artista divenuta famosa nel programma di RuPaul Drag Race. Lo spettacolo, fra burlesque, battute, burattini, proiezioni e voci fuori campo, racconta di un viaggio nell’inferno. Solo che questo è un Inferno anni ’60, tipico dei film di fantascienza di allora. Come dice BenDeLaCreme durante lo spettacolo, il viaggio viene intrapreso per rispondere alla famosa domanda: What the hell?. I gironi ci sono tutti, le allusioni al presente – neanche troppo sottili – sono tante (il personaggio che vuole “Make hell great again” è semplicemente fantastico), le risate sono continue. Unica nota importantissima per il pubblico: bisogna capire bene l’inglese. Se poi conoscete anche la realtà americana, ve lo godrete davvero fino in fondo.
Inferno a Go-Go è al The Laurie Beechman Theatre (dentro il West Bank Café, 407 West 42nd Street, angolo con la Ninth Avenue). I Biglietti costano $22 più $20 food/drink minimum.